Il viaggio di Marco Rubio in Israele: focus sull’annessione della Cisgiordania e le tensioni con gli Emirati

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Marco Rubio in Israele, discussioni su Cisgiordania e tensioni regionali. - Gaeta.it

Marco Mintillo

14 Settembre 2025

Il segretario di Stato americano Marco Rubio è in viaggio verso Israele per affrontare il tema dell’eventuale annessione di parti della Cisgiordania occupata, questione che agita la politica mediorientale. La situazione è particolarmente delicata, con diversi Paesi occidentali pronti a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina durante l’assemblea generale dell’Onu prevista entro fine mese. Le decisioni di Israele potrebbero avere un forte impatto sulla fragile situazione diplomatica regionale.

I retroscena della visita di Marco Rubio: pressioni e accordi sul tavolo

Durante la missione in Israele, Rubio si concentra sul progetto di annessione di alcune aree della Cisgiordania. Fonti israeliane e statunitensi riportate da Axios indicano che il primo ministro Benjamin Netanyahu vuole capire se l’ex presidente Donald Trump, ancora figura influente nella politica Usa, sosterrà questa mossa nonostante i rischi di compromettere gli Accordi di Abramo. Questi ultimi hanno segnato un nuovo corso nei rapporti diplomatici tra Israele e alcuni Paesi arabi, in particolare gli Emirati Arabi Uniti.

Netanyahu cerca quindi conferme sul sostegno americano, poiché un’annessione in Cisgiordania potrebbe provocare tensioni e mettere a rischio gli accordi di pace firmati nel 2020. Il viaggio di Rubio assume così un valore sia diplomatico sia strategico, in un momento in cui Israele vuole comprendere i margini di manovra che Washington è disposta a concedere su un dossier così delicato.

La posizione internazionale sulla Cisgiordania e le tensioni con gli Emirati

La maggior parte dei Paesi considera la Cisgiordania un territorio occupato. Per questo motivo, ogni tentativo israeliano di annetterne parti viene giudicato illegale e provocatorio da osservatori internazionali. Gli Emirati Arabi Uniti, partner chiave negli Accordi di Abramo, hanno inviato segnali netti: un’annessione avrebbe conseguenze pesanti sulla pace con Israele e metterebbe a rischio ulteriori sviluppi diplomatici nella regione.

Fonti interne all’amministrazione statunitense sottolineano che l’avvertimento degli Emirati è stato ribadito con forza al Dipartimento di Stato prima della partenza di Rubio, evidenziando come questa operazione potrebbe compromettere la stabilità raggiunta. I rapporti tra israeliani ed emiratini restano quindi il punto più fragile nell’equilibrio delicato ispirato dagli Accordi di Abramo.

Le ambiguità della posizione americana e i timori alla Casa Bianca

In incontri riservati alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato, la posizione degli Stati Uniti è apparsa poco chiara. Alcuni funzionari israeliani hanno riferito a Axios che Rubio, in colloqui privati, ha lasciato intendere una certa apertura dell’amministrazione Trump a non opporsi all’annessione in Cisgiordania. Questa ambiguità ha suscitato preoccupazione tra i membri del governo americano, timorosi che Israele stia cercando di spingere Washington verso un sì di fatto, senza un impegno ufficiale.

Negli ultimi giorni si sono svolte riunioni per definire una linea di comunicazione più netta, evitando fraintendimenti con il pubblico e i partner internazionali. Il timore principale è che un passo israeliano in questa direzione non solo provocherebbe la rottura degli Accordi di Abramo, ma metterebbe in discussione l’eredità politica di Trump in Medio Oriente. Il confronto tra le diplomazie americana e israeliana resta aperto, senza una soluzione chiara in vista dell’incontro tra Rubio e Netanyahu.

L’evoluzione delle relazioni tra Stati Uniti, Israele ed Emirati Arabi Uniti nei prossimi giorni sarà decisiva per definire l’orientamento politico e diplomatico nella regione, che continua a registrare tensioni su questioni di confine e sovranità.