Gli Stati Uniti stanno facendo pressione sui partner del G7 per far scattare dazi pesanti contro Cina e India. L’obiettivo è chiaro: costringere questi due giganti economici a cambiare rotta nelle loro politiche commerciali e aumentare il peso della pressione economica su di loro. Ora tocca ai principali paesi occidentali decidere come muoversi, mentre le tensioni sul fronte commerciale globale si fanno sempre più forti.
Usa chiedono aiuti al G7 per nuove tariffe
Venerdì scorso, Scott Bessent, sottosegretario al Tesoro Usa, ha chiamato i colleghi del G7 per chiedere un’azione congiunta contro Cina e India. Durante la telefonata, Bessent ha spinto per tariffe rilevanti sulle importazioni da quei paesi, accusati di pratiche commerciali scorrette. L’idea è di riportare equilibrio nelle relazioni economiche e rispondere a politiche protezionistiche e distorsioni dei mercati globali.
Non è ancora una richiesta vincolante, ma la pressione americana si sente eccome. Gli Stati Uniti vedono in questi dazi un’arma strategica per frenare la crescita di Cina e India, che ormai sono protagonisti in molti settori dell’economia mondiale e competitor da non sottovalutare.
Trump rilancia: “Dazi per difendere il mercato interno”
Il giorno dopo la telefonata di Bessent, è stato Donald Trump a tornare alla carica, invitando i Paesi alleati a seguire la linea dura contro Cina e India. L’ex presidente ha ribadito l’importanza di usare i dazi come strumento per proteggere le economie occidentali e correggere gli squilibri commerciali che, a suo dire, danneggiano i mercati interni.
Trump, conosciuto per il suo approccio aggressivo in politica economica, ha chiesto una cooperazione più stretta tra alleati per tenere alta la pressione su Pechino e Nuova Delhi, soprattutto attraverso misure come i dazi doganali. Il suo intervento mette in chiaro una strategia più rigida in un momento di forti tensioni geopolitiche ed economiche.
Rischi e scenari per le relazioni globali
L’appello americano arriva in un momento delicato per il commercio mondiale. Cina e India sono tra i principali esportatori del pianeta e la loro crescita influenza direttamente anche i Paesi del G7. Se davvero venissero introdotti dazi comuni, potrebbe scattare una reazione a catena con contromisure e ritorsioni, che metterebbero a rischio scambi e catene di approvvigionamento internazionali.
Ora gli alleati del G7 devono valutare bene i rischi, sia economici che diplomatici, di entrare in questa partita protezionistica. Le tensioni potrebbero salire ancora, complicando la cooperazione su altri fronti fondamentali come clima, sicurezza e tecnologia.
La mossa degli Stati Uniti evidenzia un approccio sempre più conflittuale verso due grandi economie emergenti, segnando una fase cruciale nelle relazioni commerciali mondiali. Intanto, resta da vedere come risponderanno ufficialmente i governi europei e giapponesi, mentre la pressione degli Usa non accenna a calare.