Un veliero, un sogno e una storia di rinascita che unisce mare, impegno sociale e memoria. È la vicenda di Lisca bianca, il veliero di due alberi di 12 metri, costruito per compiere il giro del mondo e salvato da una demolizione imminente. Oggi è la base di un progetto di inclusione rivolto a giovani con difficoltà sociali nella città di Palermo, al centro di un documentario e di eventi in tutta Italia.
La nascita di un sogno tra i mari del mondo
Nel 1984 Sergio e Licia Albeggiani, una coppia di pensionati siciliani, realizzarono il viaggio che avevano immaginato da sempre: circumnavigare il mondo a bordo di Lisca bianca, un veliero costruito su misura da un maestro d’ascia. Sergio, ingegnere, e Licia, maestra, salparono con la loro barca a due alberi lunga 12 metri, costruita anni prima, per un’avventura che unì passione e spirito di scoperta. Quel veliero divenne sinonimo di libertà e coraggio, incorniciando un periodo che, negli anni, è diventato memoria storica.
Nel 1989 Sergio Albeggiani morì, ma la barca ha continuato a rappresentare il suo progetto di vita. In realtà , dopo il viaggio e l’assenza di Sergio, il destino della Lisca bianca avrebbe potuto essere segnato da una fine diversa.
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Nel 2013 Lisca bianca rischiava la demolizione, dimenticata in un cantiere di Palermo. Fu allora che un gruppo di persone, tra cui il sociologo Elio Lo Cascio e il progettista Francesco Belvisi, la riscoprì e decise di intervenire. Conoscendo la storia della coppia Albeggiani e avendo letto il diario di bordo “Le isole lontane”, colsero il valore simbolico legato a questa barca. Per loro non sarebbe stata solo una barca da salvare ma uno strumento di cambiamento sociale.
La famiglia Albeggiani, in particolare Licia, nel frattempo scomparsa nel 2023, volle che la barca non venisse dimenticata. Era il sogno condiviso con Sergio e la barca doveva vivere una nuova vita, uno scopo diverso da quella di un semplice ricordo da museo.
La Lisca bianca venne restaurata con il contributo della famiglia e dal 2014 l’associazione Lisca Bianca prese forma. Da quel momento la barca diventò il cuore di un progetto rivolto ai giovani provenienti da ambienti complessi, testimoni di fragilità sociale, aiutandoli a costruire un percorso di reinserimento attraverso la vela.
Lisca bianca oggi, vela solidale e attività in porto
Oggi Lisca bianca non naviga solo sui mari ma diventa punto di incontro e formazione a terra, soprattutto presso lo scalo 5b a Palermo. Qui ragazzi con un passato difficile imparano a lavorare nel mondo della nautica, a conoscere la vela, a vivere esperienze di turismo sostenibile. Il progetto unisce il mare e la responsabilità sociale, con un’attenzione rivolta a concetti di green e blue economy, cioè la tutela dell’ambiente marino e terrestre.
Il sociologo Lo Cascio, che da vent’anni lavora in progetti rivolti a ragazzi in condizioni di vulnerabilità , vede in queste attività un’occasione di riscatto. La barca diventa uno strumento concreto per far emergere nuove opportunità in territori dove il disagio spesso limita le prospettive.
Le attività di Lisca Bianca non si fermano al solo territorio palermitano. Sono nate iniziative di vela solidale che si declinano in eventi e attività di aggregazione, puntando a coinvolgere la comunità locale e promuovere un turismo che rispetti l’ambiente e valorizzi il territorio in modo sostenibile.
Il documentario lisca bianca e il tour nazionale
La storia di questa barca e del progetto sociale è stata raccontata nel documentario “Lisca bianca”, firmato da Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica. Il film, prodotto da Ginko Film e sostenuto dalla Regione Sicilia oltre che da diverse realtà palermitane, ha dato l’avvio a un tour di proiezioni evento.
Il 23 maggio la pellicola è arrivata al cinema Farnese di Roma. Non si tratta di un semplice racconto di mare, ma di una testimonianza di impegno sociale che passa attraverso la cronaca e la cultura della città di Palermo. Prossime tappe coinvolgeranno città come Bologna, Treviso e Messina, coinvolgendo nuove platee e allargando il discorso sulla possibile trasformazione di barche storiche in laboratori di inclusione.
Dietro a questo progetto, ci sono storie di fatica, riscatto e passione per il mare, raccontate da chi ha deciso di dedicare tempo e risorse per generare un cambiamento non solo simbolico, ma reale. Le proiezioni e le attività correlate stanno dando nuova vita a una vicenda che poteva finire nel silenzio di un cantiere.
L’eredità di Sergio e Licia continua a vivere grazie a chi ha creduto nel valore concreto della solidarietà legata a ciò che la barca rappresenta: un sogno che da personale diventa collettivo, un ponte tra passato e futuro, mare e città .