Il cantiere del nuovo ospedale grifoni ad Amatrice, in provincia di Rieti, segna un traguardo importante ma i ritardi si accumulano. Il progetto, avviato per sostenere una comunità ancora scossa dal terremoto del 2016, ha raggiunto il 50% di completamento. Tuttavia, le difficoltà finanziarie e tecniche hanno spinto la Regione Lazio a posticipare l’apertura da giugno 2025 al 2026. La struttura rappresenta un tassello centrale nella ricostruzione sanitaria e sociale del territorio, con investimenti inizialmente calcolati intorno ai 29 milioni di euro, ora cresciuti fino a oltre 42 milioni.
Avanzamento dei lavori e modifiche al progetto
Il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, ha visitato il cantiere nei giorni scorsi per verificare lo stato dei cantieri dell’ospedale grifoni, simbolo della rinascita per Amatrice. Al momento, tutte le opere in cemento armato risultano completate assieme ai tetti in legno, mentre la facciata ventilata è in fase di posa e raggiunge circa il 70% di avanzamento. La posa degli impianti elettrici si aggira intorno al 20%. Questi lavori sono cruciali per rifinire la struttura e garantire i servizi sanitari attesi.
Il progetto originale prevedeva un costo di 29 milioni di euro ma, a causa di diversi fattori, il budget si è incrementato fino a 42,3 milioni. La modifica ha inciso sulla tempistica iniziale e ha richiesto la revisione delle pianificazioni. Il ritardo principale deriva dalla mancanza di fondi adeguati per rispettare la tabella di marcia. La consegna dell’ospedale, che avrebbe dovuto avvenire a metà del 2025, è stata posticipata, e l’inaugurazione è fissata entro il prossimo anno.
Leggi anche:
Dettagli sulla struttura e dotazioni
L’ospedale grifoni sarà dotato di apparecchiature moderne concepite per fornire servizi sanitari di qualità a una comunità ferita. A regime, la struttura ospiterà 75 posti letto complessivi suddivisi in diverse aree. Ci saranno 21 posti letto per medicina generale, 40 dedicati alla riabilitazione e al recupero funzionale e 14 posti letto ambulatoriali riservati agli interventi in day hospital, specializzato su più discipline.
Il presidio sarà dotato di laboratori diagnostici e ambulatori specialistici, oltre a tecnologie per la telemedicina. Quest’ultima consentirà collegamenti con esperti esterni, migliorando la gestione dei pazienti e ampliando l’offerta assistenziale in territorio montano. La presenza di un day hospital multispecialistico risponde alla necessità di fornire assistenza senza il ricorso al ricovero tradizionale, rendendo più veloce ed efficace il percorso di cura.
Responsabilità istituzionali e aspettative della comunità
Il presidente Rocca ha ricordato le difficoltà accumulate in questi nove anni dall’evento sismico che ha colpito Amatrice nel 2016. Ha ammesso che la ricostruzione sanitaria ha subito rallentamenti dovuti anche a una sottovalutazione iniziale del problema. Ha sottolineato il lavoro congiunto tra Regione, governo e commissario straordinario Castelli, per accelerare i tempi ed evitare ulteriori ritardi.
Le parole di Rocca riflettono la tensione e la frustrazione dei cittadini, che attendono da troppo tempo un ospedale funzionale e completamente operativo. Ha manifestato una presa di responsabilità personale rispetto alla gestione della ricostruzione, riconoscendo le difficoltà emotive di chi vive ancora le conseguenze del terremoto. “La riattivazione del presidio sanitario sarà un passo importante per il ritorno alla normalità e la ricostruzione dell’identità del territorio.”
La visita al cantiere ha evidenziato la volontà degli enti coinvolti di mantenere alta l’attenzione sulle fasi finali dei lavori. La speranza è che la struttura possa aprire entro il 2026, dando una risposta concreta ai bisogni di cure di una popolazione rimasta fino ad ora senza un centro ospedaliero adeguato. Gli sviluppi futuri saranno determinanti per garantire un presidio efficiente in una zona che ha conosciuto traumi e disagi.