Nel 2023 il Lazio si piazza al dodicesimo posto nella classifica delle regioni italiane per il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza , cioè le prestazioni sanitarie garantite dal Servizio sanitario nazionale. È quanto emerge dal monitoraggio della Fondazione Gimbe, che ha analizzato i dati della Relazione “Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia” pubblicata dal ministero della Salute, mettendo in luce un calo rispetto all’anno precedente.
Cosa sono i Lea e perché contano per le regioni
I Lea indicano le prestazioni sanitarie che il Servizio sanitario nazionale deve offrire ai cittadini, gratuitamente o con il pagamento di un ticket. Nel 2023 solo 13 regioni italiane hanno raggiunto gli standard minimi previsti, secondo il ministero della Salute e la Fondazione Gimbe. La valutazione si basa su 26 indicatori che guardano a tre ambiti principali: prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
Questo sistema funziona come una sorta di “pagella” ufficiale che confronta la qualità e la capacità dei servizi sanitari regionali di rispettare i Lea. Pur con qualche critica sulla scelta limitata degli indicatori, resta il punto di riferimento principale per capire come le varie aree del Paese garantiscono accesso e qualità delle cure.
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La valutazione aiuta a scovare punti di forza e debolezze, mettendo in evidenza disparità importanti tra Nord e Sud. Le regioni del Nord si confermano spesso ai primi posti, mentre molte del Mezzogiorno arrancano su più fronti.
Lazio in calo: peggiorano prevenzione e assistenza territoriale
Il punteggio del Lazio nel 2023 è di 216, dieci punti in meno rispetto al 2022. La regione resta tra le 13 che rispettano i Lea, ma il trend è negativo. Nel dettaglio, la Fondazione Gimbe posiziona il Lazio al 15° posto sia per la prevenzione sia per l’assistenza distrettuale, mentre per l’ospedaliera la regione si trova all’ottavo posto.
Il calo riguarda soprattutto la prevenzione, dove il Lazio perde sei posizioni, e l’assistenza territoriale, che scende di tre gradini. Questo peggioramento rischia di far aumentare la pressione sugli ospedali, con prestazioni che non sempre risultano adeguate.
A sottolineare la questione è stato anche Alessio D’Amato, ex assessore e consigliere regionale, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rafforzare prevenzione e assistenza sul territorio “per evitare il sovraccarico degli ospedali”. Il Lazio ha perso tre posizioni nella classifica generale rispetto all’anno scorso, confermando una tendenza preoccupante nel sistema sanitario regionale.
Nord e Sud, il divario resta netto
Il quadro nazionale mostra un divario netto tra Nord e Sud nel rispetto dei Lea. Regioni come Veneto, Emilia-Romagna e Toscana restano saldamente ai primi posti, con risultati stabili o in crescita nelle varie aree di assistenza. Nel Mezzogiorno, invece, molte regioni faticano a raggiungere i livelli richiesti.
Puglia, Campania e Sardegna sono tra le poche regioni meridionali ad aver superato la soglia minima, mentre Calabria, Sicilia e Molise risultano inadempienti in diversi ambiti. Questo divario strutturale rappresenta un problema serio per l’equità nell’accesso alle cure e per il funzionamento complessivo del Servizio sanitario nazionale.
La differenza incide anche sulle aspettative di salute dei cittadini e sulla distribuzione delle risorse, rendendo urgente un intervento mirato per colmare le lacune nelle regioni più in difficoltà.
Lazio, cosa significa per il futuro della sanità regionale
Il calo del punteggio mette in luce criticità soprattutto nella prevenzione e nell’assistenza distrettuale, settori cruciali per alleggerire il carico sugli ospedali. Senza interventi mirati sul territorio, la pressione su pronto soccorso e reparti specialistici rischia di aumentare.
Questo peggioramento richiede una risposta concreta da parte delle istituzioni regionali e nazionali, per migliorare la programmazione e l’organizzazione dei servizi sanitari. Il Lazio, per il suo peso nel sistema sanitario nazionale, ha un ruolo chiave nel garantire il buon funzionamento complessivo del Paese.
La sfida sarà recuperare terreno con investimenti mirati, maggiore attenzione alla prevenzione, formazione del personale territoriale e migliore efficienza delle cure di base. La sostenibilità del sistema sanitario laziale dipenderà molto da questi passi e dalla capacità di superare le difficoltà attuali.
I dati 2023 segnano un cambio di passo rispetto agli anni scorsi, mettendo a nudo alcune fragilità che ancora vanno affrontate per assicurare ai cittadini il livello di assistenza previsto dal Servizio sanitario nazionale.