Il lapsus di trump al g7 di kananaskis: chiama "unione europea" il regno unito durante il punto stampa

Il lapsus di trump al g7 di kananaskis: chiama “unione europea” il regno unito durante il punto stampa

Durante il G7 di Kananaskis, Donald Trump ha confuso il Regno Unito con l’Unione europea durante la presentazione di un accordo commerciale con Keir Starmer, suscitando imbarazzo e discussioni internazionali.
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Durante il G7 di Kananaskis 2025, Donald Trump ha confuso il Regno Unito con l’Unione Europea durante la presentazione di un accordo commerciale firmato con il premier britannico Keir Starmer, suscitando imbarazzo ma senza influire sull’intesa bilaterale. - Gaeta.it

Durante il G7 di Kananaskis in Canada, un momento insolito ha segnato la conferenza stampa tra il presidente americano Donald Trump e il premier britannico Keir Starmer. Nel presentare un accordo appena siglato, Trump ha confuso in modo evidente il Regno Unito con l’Unione europea, suscitando attenzione e qualche imbarazzo tra i presenti. Un episodio che mostra come anche nei vertici internazionali si possono verificare errori inattesi, davanti a giornalisti e delegati.

Il contesto del g7 a kananaskis e l’accordo tra trump e starmer

Nel giugno 2025, il G7 si è svolto nella località di Kananaskis, in Canada, riunendo i leader delle principali potenze mondiali per discutere temi politici, economici e ambientali. Durante questi incontri, l’incontro bilaterale tra Donald Trump e Keir Starmer ha focalizzato l’attenzione sulla cooperazione transatlantica e sulle nuove intese economiche post-Brexit, che coinvolgono direttamente il Regno Unito.

Starmer, recentemente divenuto primo ministro britannico, ha firmato un accordo commerciale con gli Stati uniti mirato a rafforzare gli scambi tra i due Paesi. Questo passo rappresenta una delle prime mosse diplomatiche di rilievo per il nuovo esecutivo britannico, impegnato a consolidare il ruolo internazionale dopo l’uscita dall’Unione europea. I due leader si sono presentati insieme davanti ai giornalisti per illustrare gli aspetti principali di questa intesa.

Il momento del lapsus e la confusione di trump durante la presentazione

Durante la conferenza stampa all’aperto, una raffica di vento ha fatto volare i fogli con il testo dell’accordo, spingendo Trump a fermarsi per recuperarli con l’aiuto di Starmer. Proprio in quel momento, mentre riprendeva la parola per spiegare i termini dell’intesa, il presidente si è confuso e ha definito il Regno Unito “unione europea”. Un errore palese, dal momento che il Regno Unito ha lasciato l’Europa comunitaria già nel 2020.

Il lapsus ha colto di sorpresa il pubblico e gli stessi leader. Starmer, sorridendo, ha rapidamente raccolto i fogli caduti e ha atteso che Trump riprendesse il discorso. La scena, ripresa dai media internazionali, ha subito suscitato discussioni e commenti, evidenziando come anche in occasioni di alto profilo possa capitare di sbagliare termini fondamentali.

Reazioni e implicazioni del lapsus nel clima politico internazionale

Il piccolo incidente ha avuto eco nel dibattito politico che si è sviluppato subito dopo il G7. Per alcuni osservatori, l’episodio sottolinea una certa confusione o disattenzione nelle dichiarazioni ufficiali di Trump, specie su temi delicati come le relazioni internazionali post-Brexit. Non è la prima volta che il presidente americano si lascia scappare frasi imprecise, che però in questo caso riguardano una questione chiave per la politica estera britannica.

Il governo di Starmer, pur mantenendo il tono diplomatico, ha ribadito l’importanza di distinguere chiaramente il Regno Unito dall’Unione europea proprio per sottolineare la nuova identità del Paese e le sue strategie autonome. Dal punto di vista degli Stati uniti, il focus resta un rafforzamento dei legami con Londra, in un contesto globale che vede ricomporsi alleanze e definizioni sovranazionali dopo anni di tensioni.

Il lapsus non ha quindi influenzato i contenuti dell’intesa, che al contrario promette di portare vantaggi concreti nella cooperazione commerciale e politica. Ma genera comunque un’eco interessante rispetto all’attenzione mediatica rivolta ai comportamenti e alle parole dei protagonisti ai vertici mondiali.

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