Il governo italiano sta per introdurre un provvedimento importante volto a fissare prezzi calmierati del gas per le imprese energivore. La misura affonda le radici in un dialogo ancora aperto con l’Unione europea, necessario per andare avanti con una strategia che possa sostenere le aziende più energicamente intensive. Parallelamente si lavora anche su altri fronti, come il ddl delega per il nucleare, mentre si discutono le differenze di costo energetico tra l’Italia e i suoi principali partner europei.
Le tempistiche per il provvedimento sul gas a prezzi calmierati
Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha chiarito in una recente intervista che il provvedimento sul gas release, cioè la possibilità di fornire gas a prezzi calmierati alle imprese energivore, sarà pronto entro fine luglio. La ragione del ritardo, spiegata dal ministro, è dovuta al fatto che non si poteva partire prima senza un’intesa con l’Unione europea. Il dialogo con Bruxelles infatti, ha ritardato la definizione del testo normativo.
L’intenzione è mettere a punto un decreto che definisca modalità di approvvigionamento e condizioni economiche per la distribuzione del gas calmierato. Pichetto ha specificato che uno degli aspetti cruciali consisterà nel trovare gli offerenti che possano effettivamente immettere sul mercato la quantità di gas a prezzi agevolati. Non si tratta dunque solo di un provvedimento formale ma di un’azione concreta per sostenere il comparto industriale.
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Questa mossa riguarda in particolare le imprese energivore, cioè quei settori industriali con consumi elevati di energia che, senza interventi, rischierebbero di subire forti incrementi dei costi produttivi a causa delle quotazioni del gas.
Situazione e prospettive sul ddl delega per il nucleare
Oltre al tema del gas a prezzi calmierati, il governo italiano sta lavorando anche al ddl delega per il nucleare. Il ministro Pichetto ha confermato che la situazione è in attesa del parere della conferenza unificata, un passaggio necessario prima della discussione in Parlamento. Solo da settembre si potrà sapere con certezza le tempistiche per l’incardinamento in aula.
Il nucleare rappresenta un tema piuttosto delicato e dibattuto nel nostro Paese, che da decenni non dispone di centrali attive. La proposta di legge mira a stabilire un quadro normativo chiaro per il rilancio di questa fonte energetica, che potrebbe contribuire a diversificare il mix energetico nazionale.
Le discussioni sul nucleare si inseriscono in un contesto di necessità di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e di gestire i costi dell’energia, con un occhio alle normative europee e alle esigenze ambientali. Il futuro del nucleare italiano resta quindi legato a questi fattori politici e tecnici, ancora tutti da definire.
Le differenze di prezzo dell’energia tra italia e paesi europei
In Italia si paga l’energia più cara rispetto a molti altri Paesi europei. L’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, ha evidenziato questa disparità nei giorni scorsi. Il ministro Pichetto ha fornito alcune spiegazioni sulle cause strutturali che determinano questa situazione.
Da una parte c’è la Francia, che copre il 98% della sua produzione elettrica con il nucleare, una fonte che garantisce prezzi molto più bassi e stabili. Dall’altra c’è la Spagna, che ha una combinazione di nucleare, grandi superfici dedicate al fotovoltaico e diversi rigassificatori che contribuiscono a contenere i costi energetici.
L’Italia invece ha operato una scelta diversa negli ultimi quarant’anni, affidandosi quasi esclusivamente a petrolio e gas, senza investire nel nucleare. Per di più, lo sviluppo del fotovoltaico trova ostacoli nella tutela del paesaggio e nelle aree agricole che coprono gran parte del territorio nazionale. Questi fattori frenano la produzione di energia rinnovabile in quantità sufficienti a far abbassare i prezzi.
Per questo motivo, come spiegato dal ministro, il nuovo nucleare potrebbe rappresentare il solo percorso praticabile per raggiungere un mix energetico più sostenibile dal punto di vista economico.
Le sfide nel trovare offerenti per il gas calmierato e l’impatto sulle imprese energivore
Uno degli aspetti ancora aperti del provvedimento sul gas a prezzi calmierati riguarda la ricerca degli offerenti disposti a mettere a disposizione le quantità necessarie di gas. Pichetto ha sottolineato questa difficoltà, che rende la fase preparatoria ancora più delicata.
Il meccanismo del gas release prevede infatti che alcuni produttori o importatori cedano una parte del gas a un prezzo calmierato, destinato alle imprese energivore. Trovare queste offerte è essenziale affinché il provvedimento abbia senso non solo sulla carta, ma anche nei fatti. La mancanza di una rete di offerenti potrebbe ridurre l’impatto della misura, rallentando il sostegno ad aziende che invece ne hanno bisogno.
Il coinvolgimento degli operatori del mercato del gas e la definizione di condizioni vantaggiose per loro sarà quindi il punto chiave da affrontare nel prossimo futuro. Solo così sarà possibile garantire un’effettiva riduzione del costo energetico per i grandi consumatori industriali.