Il dollaro ha raggiunto un valore minimo che non si vedeva da tre anni contro le principali valute mondiali. Le tensioni politiche e commerciali tra Stati Uniti, Cina e altri paesi stanno influenzando i mercati valutari. Tra i fattori che hanno spinto il biglietto verde a perdere terreno ci sono le dichiarazioni del presidente Donald Trump sui possibili dazi reciproci e le dinamiche in Medio Oriente.
Minaccia di dazi e rischio di ritorsioni commerciali
Donald Trump ha annunciato che entro quindici giorni potrebbe riattivare dazi bilaterali, mettendo fine alla tregua di 90 giorni concessa in precedenza. “Questo annuncio ha spaventato gli investitori sui mercati valutari, poiché si teme un’escalation nella guerra commerciale con la Cina.” Il presidente aveva fermato temporaneamente l’imposizione di nuove tariffe sui prodotti cinesi a inizio aprile 2025, ma ora sembra orientato a riaprire la procedura, con un impatto diretto sulle economie di entrambi i paesi.
Impatto sulle valute
La possibilità di tariffe più alte e risposte immediate da Pechino ha fatto indebolire il dollaro, scatenando un movimento di uscita dagli asset statunitensi verso le valute più stabili. Questo clima di incertezza genera nervosismo sia tra operatori finanziari sia tra i proprietari di moneta estera, spingendo al ribasso la domanda di dollari.
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Confronto con euro e sterlina nelle ultime settimane
Nel valore rispetto alle valute principali, il biglietto verde ha perso lo 0,7%, colpendo soprattutto l’euro e la sterlina britannica. In pochi giorni l’euro ha mostrato una tenuta migliore, acquista spinta anche dalle decisioni di politica monetaria più accomodanti da parte della Banca centrale europea. Anche la sterlina ha guadagnato terreno, spinta da segnali di ripresa economica nel Regno Unito.
Gli investitori hanno quindi preferito spostare capitali verso queste valute, considerate meno rischiose in questa fase di tensione. Le oscillazioni dei tassi di cambio rispecchiano il timore crescente di uno scontro commerciale prolungato, che peserebbe sull’andamento delle esportazioni statunitensi.
Le influenze di accordo usa-cina e tensioni in medio oriente
Un altro elemento rilevante che ha inciso sul cambio dollaro è l’accordo commerciale parziale raggiunto tra Stati Uniti e Cina, che riduce alcune tensioni ma mantiene aperti molti nodi critici. Il documento ha stabilito alcune concessioni limitate, ma non ha escluso completamente nuove restrizioni.
Questi compromessi lasciano mercati e investitori con dubbi sulla durata effettiva della tregua.
Tensioni in medio oriente
A complicare il quadro si aggiungono le tensioni in Medio Oriente, esplose con nuove minacce e scontri diplomatici recenti che minano la stabilità internazionale. Il timore di conflitti o interruzioni nelle forniture energetiche di quella regione ha creato ulteriore pressione sul dollaro.
I mercati valutari reagiscono spesso a situazioni geopolitiche così complesse con spostamenti di capitali verso asset percepiti come più sicuri o, al contrario, con vendite massicce di monete legate a economie esposte a rischi esterni.
Le oscillazioni del dollaro riflettono scelte tattiche e reazioni immediate a decisioni politiche e a eventi internazionali. La fine della tregua commerciale sancita da Trump entro luglio 2025 aprirà un nuovo capitolo nelle relazioni Usa-Cina e potrebbe determinare ulteriori fluttuazioni sui mercati valutari globali. Seguendo i prossimi sviluppi sarà possibile valutare effetti concreti su import-export e investimenti esteri.