In iran si è diffusa una nuova ondata di restrizioni sul possesso e il passeggio dei cani in pubblico. A partire dalla città di Ilam, nell’ovest, il divieto già noto a Teheran si è allargato ad almeno altre 17 città, tra cui Isfahan e Kerman. Questi provvedimenti si basano su ragioni legate a salute pubblica, ordine sociale e sicurezza, così come riferito dai media nazionali iraniani.
Le radici storiche e culturali del divieto su cani in iran
Il tema del possesso e dell’uscita con i cani in iran affronta un nodo complesso, intrecciato alla storia post-rivoluzione islamica del 1979. Non esiste una legge nazionale che vieti esplicitamente il possesso di cani. Tuttavia, molte interpretazioni religiose attribuiscono un carattere impurificante al contatto con gli animali, in particolare con la saliva canina, definita “najis“, cioè ritualmente impura.
Visione religiosa e impatto sociale
Questa visione ha forti ripercussioni pratiche. Alcuni leader religiosi considerano i cani un simbolo negativo, associandoli a influenze culturali occidentali considerate inappropriate. Da qui, l’adozione di misure restrittive in varie zone del paese per ridurre la diffusione di cani in pubblico. La tensione tra usi sociali e prescrizioni religiose rimane palpabile nella società iraniana, con reazioni diverse fra cittadini e autorità.
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Le nuove restrizioni nei contesti urbani iraniani
Il 2019 aveva già visto un divieto simile applicato a Teheran, con la polizia che vietava il passeggio dei cani per strada. Ora questo provvedimento ha preso piede in altre città. Ad Ilam, Isfahan, Kerman e almeno quindici centri urbani hanno vietato l’uscita con i cani su strada.
Le autorità locali giustificano questa misura con motivazioni di salute pubblica, sostenendo che la presenza dei cani in via possa creare rischi per la popolazione. Vi sono poi ragioni di ordine sociale, legate alla gestione degli spazi pubblici e alla convivenza civile. Il discorso sulla sicurezza si basa sul controllo di potenziali problemi legati agli animali nei centri abitati.
Nonostante queste disposizioni, molte persone continuano a portare fuori i propri animali domestici, soprattutto nelle grandi città come Teheran, dove il fenomeno è più radicato. Il divieto non è quindi ancora pienamente rispettato in tutte le realtà urbane.
L’impatto sociale di una politica restrittiva sui cani domestici
Limitare il diritto di portare a spasso i cani va a incidere su aspetti sociali e culturali profondi. Per molti proprietari gli animali rappresentano una compagnia quotidiana, fonte di benessere e svago, mentre per chi sostiene i divieti la priorità pesa su norme tradizionali e valori religiosi.
Tensioni sociali e culturali
Questi divieti mettono in luce il contrasto tra una visione della società più conservatrice e una crescente presenza di stili di vita più aperti, specie nelle città maggiori. Più volte si sono registrate situazioni di tensione tra cittadini e forze dell’ordine riguardo al rispetto delle regole sul possesso o il trasporto dei cani.
Nei fatti, il divieto riflette una volontà di mantenere un controllo sociale attento agli elementi percepiti come estranei o non conformi. Altre città potrebbero seguire l’esempio e ampliare le restrizioni, soprattutto se la questione si lega al mantenimento dell’ordine pubblico o a interpretazioni religiose.
La gestione delle restrizioni sui cani nelle metropoli iraniane
Nelle metropoli iraniane in cui si registrano divieti il problema principale resta la loro applicazione concreta. Le forze di polizia spesso devono decidere se sanzionare chi porta a spasso cani o se tollerare certi comportamenti.
A Teheran ad esempio ci sono zone dove il passeggio è quasi invisibile perché attentamente vietato, ma altre aree dove chi possiede un cane continua a farlo circolare. La mancanza di una legislazione univoca e di controlli uniformi alimenta invece una situazione di incertezza.
Il contrasto tra la normativa e la pratica quotidiana crea uno spazio di ambiguità nel rispetto delle regole. Le autorità hanno dichiarato che vogliono scoraggiare il possesso di cani più che vietarlo formalmente, usando questi divieti come strumento di pressione sociale. Si attendono sviluppi in futuro, considerando che il tema resta al centro del dibattito pubblico iraniano.