Il Senato della Repubblica ha dato il via libera definitivo al decreto Cultura, un provvedimento da molti atteso che ha suscitato discussioni e aspettative. Con 80 voti a favore, 61 contrari e un astenuto, questa legge si propone di innescare un’importante fase di sviluppo e rigenerazione nel panorama culturale italiano. Al centro del decreto c’è il “Piano Olivetti per la cultura”, che ambisce a rinvigorire le periferie e le aree svantaggiate del paese, ponendo l’accento su biblioteche, editoria, archivi e istituti storici. Il cammino verso la sua approvazione, però, non è stato privo di polemiche, in particolare riguardo a un emendamento ritirato dalla Lega che avrebbe ridimensionato le capacità delle soprintendenze.
Piano Olivetti per la cultura: obiettivi e finalità
Il decreto Cultura introduce il Piano Olivetti, un progetto ambizioso che mira a riportare attenzione sulla cultura italiana, in particolare nelle zone meno sviluppate. Questo piano si propone di stimolare lo sviluppo culturale in vari modi, focalizzandosi sulla rigenerazione delle aree urbane e non, promuovendo l’accesso alla cultura per tutti. Il progetto non si limita a preservare la cultura esistente, ma mira anche a innovarla, coinvolgendo il Terzo Settore nel processo di rigenerazione delle periferie. Ciò implica un nuovo slancio verso l’inclusione e l’utilizzo degli spazi pubblici per eventi culturali, portando l’arte e la cultura più vicino a chi vive in contesti meno favorevoli.
Sotto la gestione del Ministero della Cultura, il Piano includerà misure specifiche per la promozione dello spettacolo, del cinema e della produzione audiovisiva. Una componente essenziale sarà dedicata alla digitalizzazione del patrimonio librario e all’alfabetizzazione digitale, essendo la cultura un elemento fondamentale per la formazione e la crescita personale dei giovani. È previsto l’impegno attivo da parte delle biblioteche scolastiche e delle librerie dedicate ai bambini, sottolineando la volontà di costruire una società più informata e consapevole.
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Sostegno per le librerie e l’editoria italiana
Uno degli aspetti più rilevanti del decreto è l’introduzione di misure concrete per il sostegno delle librerie e dell’editoria. Tre misure principali sono state delineate per incentivare l’apertura di nuove librerie, in particolare promosse dai giovani fino a trentacinque anni. Un fondo di 4 milioni di euro per l’anno 2024 è destinato a finanziare queste aperture, con attenzione particolare per le zone interne e svantaggiate, dove l’offerta libraria è più scarsa. È stato inoltre riservato un milione di euro specificamente per le librerie situate in piccoli comuni, dove la libreria rappresenta l’unico punto di riferimento per l’acquisto di libri.
Ma non finisce qui. Per il biennio 2025-2026, sono stati stanziati 24,8 milioni di euro per l’acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche statali e degli enti pubblici. Questa misura intende favorire il sostegno alla filiera editoriale e alle librerie tradizionali, riconoscendo il loro ruolo vitale nella diffusione della cultura. Ulteriormente, un fondo sperimentale da 10 milioni di euro verrà destinato all’ampliamento dell’offerta culturale sui quotidiani in formato cartaceo, potenziando le pagine dedicate alla cultura e all’intrattenimento.
La cultura del movimento e l’innovazione culturale
Il piano non esclude l’importanza della cultura del movimento, considerando essenziale integrare le attività artistiche e sportive come parte del tessuto culturale nazionale. Riferimenti a questa tematica sono stati inseriti nel corso dell’esame del provvedimento, riconoscendo la cultura del movimento come un’opportunità per coinvolgere un pubblico più ampio e diversificato. La promozione delle attività fisiche, unite a eventi culturali come spettacoli e cinema, sono visti come un modo per creare comunità e dare slancio a iniziative che rischiano di essere trascurate.
Per concretizzare quanto stabilito, è stata introdotta la figura di un dirigente all’interno dell’ufficio di gabinetto del Ministero della Cultura, con funzioni specifiche di supporto all’attuazione del Piano Olivetti. Questo passaggio è cruciale per garantire che le misure previste vengano seguite e implementate efficacemente, monitorando gli sviluppi e le necessità che emergeranno durante il percorso.
Il decreto Cultura si appresta quindi a diventare un punto di riferimento per le politiche culturali italiane, richiamando alla responsabilità comune rispetto alla preservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale.