Il cardinale olandese willem eijk emerge come figura centrale nel prossimo conclave chiamato a eleggere il successore di papa francesco nel 2025. La sua posizione nasce da una lunga esperienza che unisce competenze mediche e teologiche, oltre a una profonda conoscenza dell’evoluzione della chiesa nei paesi bassi. Il suo ruolo potrebbe rivelarsi decisivo, considerando il delicato equilibrio tra tradizione e modernità richiesto a un nuovo pontefice.
Le radici familiari e gli studi medici di willem eijk
Willem eijk è cresciuto in un ambiente familiare segnato dalla convivenza di fedi diverse: un padre protestante e una madre cattolica. Questo doppio retaggio culturale ha probabilmente inciso sulla sua capacità di mediazione tra visioni differenti, qualità che oggi fa pesare nel suo ministero ecclesiastico.
La sua formazione scientifica iniziò all’università di amsterdam, dove si laureò in medicina nel 1978. Dopo la laurea, eijk decise di intraprendere la strada del sacerdozio, iscrivendosi al seminario maggiore, pur continuando a studiare etica medica all’università di leida e lavorando come medico internista. Nel 1985 ricevette l’ordinazione sacerdotale e, nel contempo, sviluppò un’intensa attività accademica, culminata con un dottorato in medicina. La sua tesi si concentrò su una critica della pratica olandese dell’eutanasia, tema che avrebbe seguito con attenzione per tutta la carriera.
Leggi anche:
Nel 1990 fu inviato a roma dal suo vescovo per specializzarsi ulteriormente in teologia morale all’università di san tommaso d’aquino e per conseguire un dottorato in filosofia. Altri studi in teologia presso la pontificia università lateranense ampliarono la sua preparazione, completando un quadro raro di competenze teoriche e pratiche. Egli divenne poi docente di teologia morale nei paesi bassi e in svizzera, partecipando direttamente a iniziative di difesa dell’etica medica cattolica. Tra il 1997 e il 2000 fece parte della commissione teologica internazionale, contribuendo a dibattiti su questioni rilevanti per la chiesa moderna.
Il percorso episcopale e il ruolo nella chiesa olandese
Consacrato vescovo nel 1999, willem eijk guidò per sette anni la diocesi di groninga-leeuwarden, affrontando l’inedita sfida della secolarizzazione rapida nei paesi bassi. Fu un periodo difficile, in cui la fede appariva sempre più marginale e le parrocchie si chiudevano una dopo l’altra. La sua azione pastorale cercò di fermare questa emorragia e di risvegliare l’interesse per la religione in una società sempre più laicizzata.
Un episodio che segnò la sua esperienza fu un ematoma subdurale del 2001, che mise a rischio la sua salute. Dopo un recupero impegnativo, tornò al suo ministero con rinnovata energia, segnale del forte attaccamento alla sua missione. Nel 2007 papa benedetto xvi lo nominò arcivescovo metropolita di utrecht, posizione dalla quale avrebbe affrontato nuove sfide. Nel 2010 co-curò la pubblicazione di un manuale di etica medica cattolica e nel 2011 divenne presidente della conferenza episcopale olandese, ottenendo un ruolo chiave nel dialogo tra chiesa e società .
Papa benedetto xvi lo elevò a cardinale nel 2012, riconoscendo il suo contributo scientifico e pastorale. La sua appartenenza alla pontificia accademia per la vita confermò l’importanza della sua voce in ambito bioetico. In questi anni eijk ha continuato a sostenere la dottrina cattolica con fermezza, occupandosi in prima persona di questioni che mettono a confronto fede e scienza.
La sfida della secolarizzazione e l’impegno pastorale in una società in trasformazione
La chiesa nei paesi bassi ha subito una trasformazione radicale dopo il concilio vaticano ii, con spinte radicali e un’erosione della pratica religiosa. Oggi il contesto è caratterizzato da una progressiva chiusura delle parrocchie e una diminuzione delle vocazioni. Il cardinale willem eijk ha affrontato questa realtà con una strategia improntata a difendere la dottrina tradizionale senza rinunciare al dialogo.
Eijk riconosce il concilio vaticano ii come un momento ispirato dallo spirito santo, ma si è impegnato a mantenere vive pratiche e insegnamenti tradizionali. Negli ultimi dieci anni, in particolare, la diminuzione delle vocazioni si è arrestata, segno che alcune sue politiche hanno avuto un impatto, nonostante la crescente ostilità verso la religione. La sua attenzione si è concentrata sull’esercizio della pietà , la catechesi familiare e l’evangelizzazione diretta.
La sua formazione da medico e teologo morale gli ha permesso di affrontare temi delicati come eutanasia e procreazione assistita con competenza e rigore. Riesce a comunicare queste posizioni anche in contesti difficili, dimostrando sensibilità nel confronto con la società moderna.
La fedeltà dottrinale e i temi sensibili
Il cardinale eijk si è distinto per la difesa esplicita della dottrina cattolica. La sua devozione mariana e l’amore per l’eucaristia guidano molte delle sue scelte pastorali. Difende l’enciclica humanae vitae, sottolineando l’indissolubilità del matrimonio e la centralità dell’atto coniugale. Pur avendo posizioni contrarie alla benedizione delle coppie omosessuali, si esprime sempre con rispetto e discrezione.
L’insegnamento sul sacerdozio maschile e celibatario è un punto fermo della sua azione, che per alcuni rappresenta un elemento divisivo. Eppure, eijk rimane aderente alla tradizione apostolica, affrontando anche temi come l’accoglienza dei rifugiati cristiani perseguitati senza tralasciare l’importanza del rispetto delle leggi e delle culture nazionali. Ha preso posizione sulle differenze profonde tra cristianesimo e islam, ribadendo distinzioni teologiche e culturali con chiarezza.
Durante la pandemia di covid-19, il cardinale ha sostenuto con convinzione la vaccinazione, fondando l’appello sulla responsabilità morale della salute pubblica e sulla sua esperienza medica. In questo, ha respinto dubbi e critiche di natura etica che si sono manifestate in alcuni ambienti ecclesiastici.
Parla correntemente olandese, italiano e inglese, con una buona conoscenza di altre lingue, caratteristiche che gli consentono di agire anche a livello internazionale. Ha saputo rispondere alle critiche più severe con calma e fermezza, mantenendo una condotta dedicata al servizio della chiesa e dei fedeli in un contesto di crescenti difficoltà .