Il buy european and sustainable act come leva per la transizione ecologica e industriale europea nel 2025

Il buy european and sustainable act come leva per la transizione ecologica e industriale europea nel 2025

La spesa pubblica in Europa, con il Buy European and Sustainable Act e il green public procurement, guida la transizione ecologica creando posti di lavoro green e sostenendo imprese locali, con l’Italia come modello avanzato.
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L'articolo illustra come il Buy European and Sustainable Act utilizzi gli appalti pubblici verdi per promuovere la transizione ecologica in Europa, con benefici ambientali, economici e occupazionali, evidenziando il ruolo guida dell'Italia e l'importanza di una rete europea per monitorare e migliorare l'impatto del green public procurement. - Gaeta.it

La spinta verso la transizione ecologica in Europa si concentra oggi su strumenti pratici capaci di coniugare sostenibilità ambientale e rilancio economico. Il buy european and sustainable act propone di usare la spesa pubblica come elemento chiave per favorire la decarbonizzazione e sostenere imprese e territori in modo concreto. In questo contesto, Fondazione Ecosistemi ha avviato un forum dedicato agli appalti verdi e all’applicazione di criteri ambientali vincolanti, chiamati green public procurement , per orientare il mercato verso produzioni più sostenibili.

Il ruolo strategico degli appalti pubblici nella transizione verde europea

Gli appalti pubblici rappresentano circa il 15% del PIL dell’unione europea, un peso significativo capace di influenzare l’intera economia. Integrare criteri ambientali nei bandi pubblici può modificare le dinamiche di mercato, spostando l’attenzione verso prodotti e servizi più sostenibili e locali. Il green public procurement propone di definire obblighi precisi sui livelli di emissioni e sulla provenienza dei beni, promuovendo innovazione e tutela ambientale.

Nuovi posti di lavoro green e innovazione tecnologica

Questo approccio non riguarda solo la riduzione dell’impatto ambientale, ma mira anche a stimolare l’occupazione green con la creazione di nuovi posti di lavoro a basso impatto. Incorporare requisiti ecologici nei contratti pubblici supporta direttamente la crescita di filiere industriali responsabili e la diffusione di tecnologie più pulite. Si tratta dunque di un meccanismo pratico che favorisce il rinnovamento industriale e sociale, coinvolgendo sia grandi aziende sia piccole imprese.

Gli effetti concreti del buy european and sustainable act in italia e in europa

Uno studio recente sostenuto dalla european climate foundation e altre realtà ha valutato le ricadute di un’adozione diffusa del Besa in Italia. I risultati indicano un taglio annuo di 2,2 milioni di tonnellate di CO2, una rilocalizzazione di 8 miliardi di euro da destinare ad attività industriali ecosostenibili e la creazione di oltre 31mila posti di lavoro verdi. Questi numeri evidenziano la potenzialità di un meccanismo che trasforma la spesa pubblica in uno strumento di decarbonizzazione tangibile.

In Italia la sperimentazione dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici parte dal 2016. Oggi oltre il 60% delle stazioni appaltanti li adotta e la conoscenza del GPP è diffusa tra enti e imprese. Nonostante queste premesse, Fondazione Ecosistemi sottolinea la necessità di passare alla fase di applicazione rigorosa, fissando soglie emissive precise e definendo criteri geografici per rafforzare il legame con il territorio e tutelare le produzioni locali.

La rete delle pubbliche amministrazioni per monitorare l’impatto del gpp

Per consolidare i risultati ottenuti e favorire uno scambio efficace di esperienze tra enti pubblici, Fondazione Ecosistemi ha lanciato la rete delle pubbliche amministrazioni per il Besa. Questo network europeo ha due compiti principali: condividere buone pratiche tra amministrazioni italiane ed europee e raccogliere dati precisi sull’impatto economico, ambientale e occupazionale del green public procurement.

Lo stato attuale vede dati frammentari e poco comparabili. La rete mira a fornire numeri solidi per sostenere e ampliare le politiche verdi con evidenze concrete. Secondo Silvano Falocco, direttore di Fondazione Ecosistemi, “la transizione diventa difendibile solo se si misura efficacemente il cambiamento.” Inoltre, il Besa vuole essere uno strumento operativo, pensato per superare le complessità dell’attuale sistema di rendicontazione europeo, semplificando la vita di piccole e medie imprese e delle amministrazioni pubbliche coinvolte.

Condivisione delle best practice e raccolta dati

Il network europeointercetta la necessità di una collaborazione più stretta tra enti pubblici attraendo attenzione sia locale sia sovranazionale, così da rendere il green public procurement una leva concreta per l’industria sostenibile.

Italia, laboratorio avanzato per la transizione verde e riferimento europeo

L’esperienza italiana nel campo degli appalti pubblici sostenibili ha mostrato risultati interessanti. Essere stati i primi in Europa a rendere obbligatori i criteri ambientali minimi ha posizionato Italia tra i paesi con un approccio più maturo verso il green public procurement. L’adozione capillare di questi criteri indica una forte consapevolezza nelle istituzioni e nei soggetti economici.

Ora l’obiettivo è trasformare questa esperienza di laboratorio in un modello da esportare e sviluppare su scala europea. Si cerca di superare le discussioni generiche, puntando su soluzioni realistiche e misurabili che coinvolgano cittadini, imprese e istituzioni in modo equilibrato. Il Besa si propone dunque come una proposta in grado di conciliare aspetti ambientali, economici e sociali, favorendo una transizione che eviti esclusioni e produca risultati concreti per tutta la comunità europea nel 2025.

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