I produttori italiani di vino puntano a una crescita moderata delle vendite nel 2025 nonostante alcune incognite

I produttori italiani di vino puntano a una crescita moderata delle vendite nel 2025 nonostante alcune incognite

L’industria vinicola italiana nel 2025 prevede una crescita moderata con aumento delle esportazioni e dei ricavi da bollicine, mentre permangono rischi legati a dazi Usa, cambiamenti climatici e nuove norme stradali.
I Produttori Italiani Di Vino I Produttori Italiani Di Vino
Il 2025 per l’industria vinicola italiana prevede una crescita moderata guidata dall’export e dai vini bollicine, ma con rischi legati a dazi, cambiamenti climatici e nuove norme stradali. Crescono inoltre enoturismo e vini naturali, mentre i canali tradizionali mostrano segnali di difficoltà. - Gaeta.it

Il 2025 si prospetta con una crescita contenuta per l’industria vinicola italiana, secondo un’indagine condotta da Mediobanca su 255 società principali del settore. Queste imprese rappresentano quasi il 95% del fatturato nazionale, una quota significativa per fotografare la situazione e prevedere gli andamenti futuri. Nonostante segnali positivi nelle esportazioni e nel comparto delle bollicine, permangono preoccupazioni legate a fattori esterni come i nuovi dazi americani, l’impatto del cambiamento climatico e norme stradali più rigide che potrebbero influenzare la distribuzione e vendita.

Crescita prevista per le vendite e gli scambi internazionali nel 2025

L’indagine di Mediobanca delinea uno scenario di crescita dell’1,7% nel totale delle vendite e un aumento del 2% per l’export, da parte delle principali realtà italiane del vino con fatturato superiore ai 20 milioni. Complessivamente, queste aziende hanno raggiunto ricavi aggregati di 11,7 miliardi di euro nel 2023. Il fatturato è cresciuto essenzialmente grazie alla domanda estera, confermata dall’incremento delle esportazioni, che sostengono la reputazione italiana nel mondo.

Segmenti in crescita: bollicine e vini fermi

Guardando ai diversi segmenti, le bollicine mostrano una dinamica positiva superiore alla media con un aumento dei ricavi del 4,4%, trainato soprattutto dalle vendite all’estero che crescono del 6,1%. I vini fermi registrano una crescita più contenuta, con ricavi in incremento del 0,9% e export che sale leggermente dell’1,2%. Nel complesso, il 2024 si è chiuso con stabilità: il fatturato totale è aumentato solo dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Il mercato estero resta però un punto di forza, con una crescita dello 0,7%. Si evidenziano buoni risultati soprattutto nei vini frizzanti, che hanno registrato un +9,1% al di fuori dell’Italia.

Fattori di rischio e timori per l’industria vinicola italiana

Non mancano però elementi di incertezza per il futuro. Il nuovo codice della strada italiano genera preoccupazione nel 50% delle imprese intervistate, soprattutto per le norme più restrittive sulla guida che potrebbero limitare i consumi fuori casa e influenzare la distribuzione. Il 30% delle aziende teme gli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni, con un attenzione crescente verso le varietà resistenti e le pratiche agricole più sostenibili.

Un altro motivo di allarme sono i dazi imposti dagli Stati Uniti, uno dei principali mercati di sbocco per il vino italiano. L’introduzione di nuove tariffe doganali può aumentare i costi e ridurre la competitività sul mercato americano, con un impatto potenziale sulle esportazioni nel lungo termine. “Questo scenario spinge produttori e consorzi a monitorare con attenzione le evoluzioni commerciali internazionali.”

Andamento dei margini, volumi di vendita e canali di distribuzione nel 2024

Nel 2024, l’industria vinicola italiana registra un lieve miglioramento negli indicatori economici. L’ebit margin, cioè il margine operativo lordo in rapporto al fatturato, cresce di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Anche il rapporto tra risultato netto e ricavi fa un passo avanti, passando a un aumento di 0,2 punti. Questi dati segnalano una modestissima crescita della redditività, suggerendo una fase di consolidamento.

Il volume totale delle vendite scende invece del 2,5%, considerando tutte le tipologie di canali di vendita. Nel dettaglio, gli spumanti fanno eccezione, con un aumento del 4,1% dei quantitativi venduti. In calo risultano invece le vendite on premise, cioè nei ristoranti, bar e locali: il valore del canale Horeca diminuisce del 4,9%, pesando ora per il 17,6% del mercato. Anche enoteche e wine bar subiscono una flessione dell’8,4%, riducendo la quota di mercato al 5,7%.

Le vendite dirette dei produttori segnano un leggero aumento, pari all’1,3%, arrivando a rappresentare l’8,2% dei ricavi totali. Questo segmento riguarda soprattutto l’acquisto in cantina o tramite piattaforme online gestite dalle stesse aziende, una tendenza legata al contatto diretto con il consumatore che dà maggior margine agli imprenditori.

Evoluzione dell’enoturismo e delle nicchie di mercato tra i vini biologici, naturali e vegani

Il 2024 ha registrato un’espansione dei ricavi legati all’enoturismo, con un aumento del 9% rispetto al 2023. Una parte consistente degli operatori, circa tre quarti, propone visite guidate in cantina e degustazioni, sfruttando il crescente interesse per esperienze che coniughino turismo e cultura del vino. Questo settore aiuta a diversificare i ricavi e a far conoscere i territori di produzione.

La quota di vini biologici arriva al 5% del mercato, anche se le vendite complessive sono calate del 2,6% durante l’anno. In controtendenza, crescono i vini naturali e quelli vegani, che fanno segnare una progressione marcata, del 31,7%. Questi prodotti si rivolgono a segmenti di consumatori attenti a tecniche di produzione sostenibili e scelte alimentari particolari. Tale dinamica indica una diversificazione sempre più spinta del consumo enologico nel nostro Paese, che riafferma la capacità del settore di rispondere a nuove richieste.

L’industria vinicola italiana si muove quindi tra sogni di stabilità e sfide aperte. Pur mantenendo la solidità nei mercati esteri e nei prodotti di punta come le bollicine, i fattori esterni e i mutamenti nei canali di vendita richiedono attenzione continua da parte delle aziende. Lo scenario del 2025 sarà probabilmente una conferma lenta ma costante di queste tendenze.

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