Un pezzo estivo che mescola sonorità anni ’60 e un duetto inaspettato: i finley tornano in collaborazione con nina zilli per raccontare la sensazione di sentirsi fuori posto. “Quello sbagliato” è il titolo del nuovo singolo pubblicato da warner music italy. Questo articolo svela come è nato il brano, i retroscena della collaborazione e il momento attuale delle carriere dei protagonisti.
Il salto sonoro dei finley verso gli anni ’60 con nina zilli
I finley, band riconosciuta per il proprio background punk, hanno intrapreso una nuova direzione sonora con “quello sbagliato“. Il brano si distingue per le influenze surf tipiche degli anni ’60, un richiamo a un’estate dai connotati senza tempo. La scelta di coinvolgere nina zilli nasce dal desiderio di trasformare la traccia in un dialogo più articolato.
La collaborazione è stata una scelta naturale. I finley hanno spiegato che inizialmente il pezzo era già completo, ma mancava una voce capace di amplificarne il messaggio. Nina zilli, dal canto suo, ha accettato subito sapendo di trovarsi a proprio agio con quel tipo di sonorità. La cantante ha sottolineato come quelle atmosfere surf facciano parte del suo retaggio musicale e ha ricordato il valore personale e professionale dei finley, con cui si è confrontata in modo spontaneo e produttivo.
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Questa fusione ha portato alla creazione di un brano fresco, con una scrittura che è emersa in studio in tempi brevi. La band e nina hanno trovato svariati punti di congiunzione nelle idee, traendo vantaggio dalla differenza vocale e stilistica per arricchire e completare la complessità del pezzo.
Il tema del sentirsi fuori posto raccontato nel testo
“Quello sbagliato” esplora un tema universale: la sensazione di sentirsi non all’altezza o fuori posto in uno scenario più ampio. Il testo ha come fulcro l’immagine emblematica “tra milioni di spermatozoi io ero quello sbagliato”, una metafora che riprende l’idea di un’imperfetta collocazione nella vita o nel proprio percorso.
I finley hanno ammesso che la percezione di essere “sbagliati” è un sentimento costante, vissuto ogni giorno da molti. In parte spinge a creare, a scrivere, è quella leva che scatta quando manca la comodità e si cercano nuove sfide. Nina zilli, inoltre, ha aggiunto che accettare le proprie imperfezioni è una chiave per convivere con se stessi.
La riflessione sul tema include anche l’idea che l’immagine perfetta mostrata attraverso i social sia spesso un’illusione fatta di filtri e finzioni. Il testo invita a riconoscere la realtà meno patinata e ad apprezzarsi per quello che si è davvero.
Il processo creativo e la scrittura condivisa in studio
Il brano si è sviluppato in sessioni di scrittura in studio, con i finley e due autori che hanno collaborato nella realizzazione. La melodia e il testo sono stati elaborati insieme in poche giornate, con un clima di lavoro aperto alle idee originali.
I finley hanno spiegato come la scelta di adottare sonorità surf abbia permesso loro di smussare gli spigoli punk e di adottare un sound più morbido, adatto al racconto del sentimento caratteristico del brano. La frase simbolo ha rappresentato l’elemento scatenante per dare forma e identità al pezzo.
L’arrivo di nina zilli al progetto è stato rapido e naturale. In poco tempo ha integrato il testo con la sua interpretazione, aggiungendo sfumature senza alterare il nucleo originale, anzi ampliandolo. La sinergia ha coinvolto anche l’aspetto sonoro, creando una perfetta alchimia nel dialogo tra le due voci.
Il valore di non prendersi troppo sul serio nella musica
Riflettendo sull’importanza di uno scambio leggero e meno rigido, entrambi gli artisti si sono detti concordi nell’idea che la leggerezza sia un elemento fondamentale nel lavoro creativo. I finley raccontano di adottare un approccio disteso, anche durante le esibizioni o incontri professionali, lasciando spazio al gioco e alla spontaneità.
Nina zilli ha aggiunto che l’autoanalisi è necessaria, ma un eccesso pone un peso sulle decisioni e sul giudizio di sé e degli altri. Equilibrio e leggerezza evitano l’accumulo di tensioni e aiutano a mantenere la musica come forma di espressione autentica.
Entrambi i protagonisti sottolineano il valore di mostrarsi con le proprie imperfezioni, senza recitare ruoli preconfezionati agli occhi del pubblico, ma vivendo la musica come esperienza naturale, anche divertente.
Lo stato attuale delle carriere di finley e nina zilli
I finley si trovano in una fase di prolificità e sperimentazione. Negli ultimi due anni hanno prodotto molte canzoni, una rarità per loro, abituati a periodi più rallentati di pubblicazione. Questo momento è percepito come uno spazio di libertà creativa e di confronto aperto con altri artisti.
Hanno spiegato che la dinamica di una band richiede un accordo su ogni passo, spesso rallentando i processi decisionali. La voglia di contaminazione musicale e collaborazione sta aprendo nuove strade, portando freschezza e stimoli inattesi.
Nina zilli, invece, si è sempre presa il suo tempo, rifiutando di seguire logiche numeriche o di mercato che spingono a rilasciare contenuti a ritmo serrato. Ha scelto di muoversi lentamente, anche per difendere la propria autenticità. Recentemente ha attraversato una fase di pausa e ricarica, segnata anche dalla nascita della figlia, e ora si sente pronta a tornare in modo energico.
Il videoclip: un omaggio visivo agli anni ’60 con ironia
Il video di “quello sbagliato” ha un’impronta decisamente cinematografica, giocata su una metafora visiva forte e originale. Nina zilli interpreta una donna gigante degli anni ’60, mentre i finley appaiono come quattro piccoli personaggi sulla sua anca.
Questa immagine surrealista unisce il gusto vintage con un senso dell’umorismo delicato. Nel backstage la band ha scherzato sull’idea di essere “leccati” da nina zilli in modo simbolico, creando un’atmosfera rilassata durante le riprese.
La conclusione del video è piuttosto insolita rispetto ai canoni tradizionali, invitando lo spettatore a scoprire personalmente l’epilogo. Questo tipo di scelta visiva arricchisce la narrazione del brano con un livello ulteriore di interpretazione visiva.