Procida accoglie un nuovo tassello del patrimonio culturale grazie all’intervento di Francesco arena, artista che ha trasformato un letto antico recuperato dentro l’ex carcere borbonico di Palazzo d’Avalos. L’opera, destinata a entrare stabilmente nel percorso museale del complesso, unisce storia e arte contemporanea in un dialogo che attraversa le epoche.
L’intervento di arena nasce da un recupero materiale e simbolico del passato del carcere sull’isola. Il progetto ha alle spalle una collaborazione istituzionale con il Ministero della Cultura e gode del sostegno del PAC 2024, che ha permesso di acquisire l’opera e inserirla stabilmente nella struttura di Palazzo d’Avalos. Un evento pubblico ha celebrato il ritorno di questo lavoro artistico a Procida, con la partecipazione dell’autore, delle autorità locali e dei curatori.
Il recupero del letto e il suo significato nel contesto del carcere
L’opera “Letto per i giorni e le notti” nasce da un oggetto che ha avuto vita quotidiana nel carcere borbonico: un vecchio letto recuperato tra i locali della struttura. Si tratta di una rete di letto, luogo dove i detenuti passavano momenti di intimità in un contesto altrimenti opprimente. Arena ha scelto di conservare la rete originale, aggiungendo una lastra di rame in cui si legge la frase “La luce si sta cambiando in ombra” insieme al suo inverso, “L’ombra si sta cambiando in luce”.
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Contrasti e riflessioni
Questo elemento aggiuntivo introduce un gioco di contrasti e riflessioni sulla percezione del tempo e dello spazio all’interno di un carcere. Il letto diventa un simbolo di evasione possibile solo attraverso il sonno, il sogno o l’oblio, in un ambiente dove la condivisione costante limitava ogni forma di privacy. L’intervento artistico si spinge così ad evocare la condizione umana del detenuto, offrendo uno sguardo che fa parlare la memoria del luogo in chiave contemporanea.
Il progetto culturale e l’acquisizione dell’opera da parte del comune di procida
Il Comune di Procura ha deciso di acquisire questa opera nell’ambito del Piano per l’Arte Contemporanea 2024, progetto promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’obiettivo è integrare il lavoro di arena nell’itinerario di visita di Palazzo d’Avalos, trasformando il complesso in uno spazio dove storia e contemporaneità convivono.
L’acquisizione sottolinea una volontà più ampia di costruire una collezione che interpreti il palazzo attraverso il linguaggio dell’arte attuale. Marco Lauro, responsabile del progetto, ha spiegato che “il successo del lavoro non riguarda solo la natura site-specific dell’opera, ma anche la costituzione di un patrimonio concreto, capace di legare luogo e creazione artistica”. La mostra “Sprigionarti” del 2022 aveva rappresentato la prima occasione pubblica di esposizione del letto, che ora assume una posizione stabile all’interno delle sale superiori del palazzo.
Riflessioni di francesco arena e l’interazione con l’ambiente carcere
Francesco arena ha descritto il carcere borbonico come un luogo dove “il tempo sembra essersi fermato, fatto eccezione per il naturale processo di deterioramento”. Durante la visita, ha osservato gli oggetti lasciati dietro di sé dai detenuti: divise, suppellettili, scarpe e naturalmente quei letti da cui è partito per ideare l’opera. Per l’artista, il letto rappresenta un rifugio personale in strutture dove tutto si condivide e l’intimità è assente.
Il dialogo tra luce e ombra
L’idea dell’opera non applica un percorso narrativo lineare ma emerge da un insieme di suggestioni e memorie raccolte nella site visit. La scelta di mettere in risalto la tensione tra luce e ombra attraverso le scritte sulla lastra di rame rimanda a un dialogo con il senso del tempo e della condizione umana dentro il carcere stesso. Il lavoro, infatti, si lega profondamente al contesto, invitando ciascuno a riflettere sull’esistenza degli individui che hanno vissuto in quei spazi chiusi.
L’importanza culturale e la presenza di arena nei musei internazionali
Il lavoro di Francesco arena è riconosciuto a livello internazionale e sono molte le istituzioni che conservano sue opere. Tra queste figurano musei prestigiosi come il Walker Art Center di Minneapolis, il Philadelphia Art Museum, il Castello di Rivoli e il Museo MAXXI di Roma. Anche il Museo Madre di Napoli e il Real Bosco di Capodimonte ospitano sue creazioni.
Questa presenza diffusa testimonia il valore artistico di arena, che sa declinare le sue idee in forme capaci di dialogare con spazi pubblici e privati, perdurare nel tempo e stimolare chi osserva. Il ritorno dell’opera a Procura amplia il circuito italiano in cui si inserisce la sua cifra stilistica, arricchendo il patrimonio culturale locale con una testimonianza visiva che intreccia passato e presente nel segno di un’arte consapevole del contesto in cui prende forma.