Esposizioni d’arte da Venezia a Roma: Vedova, Tintoretto, Stom e altri protagonisti in mostra nel 2025

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Mostre 2025: da Vedova a Tintoretto, protagonisti dell’arte in esposizione tra Venezia e - Gaeta.it

Laura Rossi

17 Settembre 2025

L’autunno-inverno 2025 presenta un calendario ricco di mostre d’arte in diverse città italiane, con focus su grandi pittori e artisti del passato e contemporanei. Dal dialogo tra Vedova e Tintoretto a Venezia, fino a rassegne dedicate al caravaggesco Matthias Stom a Brescia e a installazioni contemporanee a Lecce. Questi eventi mettono in luce specifici momenti della storia dell’arte, restituendo spunti importanti sul rapporto tra forme, tecniche e temi di riferimento. Anche Roma ospita una doppia mostra sulla presenza culturale spagnola nella città, estendendo le chiavi di lettura storiche oltre confine.

Dialogo artistico tra vedova e tintoretto a Palazzo Madama, Torino

Dal 19 settembre al 12 gennaio Palazzo Madama, a Torino, ospita “Vedova Tintoretto. In dialogo”, un’esposizione in cui i lavori di Jacomo Robusti detto Tintoretto e Emilio Vedova dialogano per la prima volta in uno stesso evento. La mostra è curata da Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa e realizzata in collaborazione con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. Si punta a mettere in evidenza analogie e differenze nelle scelte espressive dei due veneziani, rappresentanti di epoche molto diverse.

Il percorso espositivo si snoda a partire dai disegni giovanili di Vedova del 1936, passando attraverso le tele degli anni Quaranta e Cinquanta che riflettono sulle opere di Tintoretto. Un pezzo forte è l’Autoritratto del 1588 di Tintoretto, proveniente dal Museo del Louvre, esposto eccezionalmente. L’incontro tra il Seicento e il Novecento mette in luce come entrambi gli artisti abbiano affrontato il tema della luce, del movimento e della composizione con approcci distanti ma ricchi di continuità formale.

L’esposizione esplora inoltre il rapporto tra rappresentazione e astrazione, sottolineando il senso di ricerca e sperimentazione di Vedova, che sviluppa un proprio linguaggio nella modernità. Il confronto diretto con Tintoretto consente al visitatore di percepire le radici storiche dell’arte veneziana, e come queste abbiano alimentato la vocazione espressiva del pittore contemporaneo. Palazzo Madama si conferma così luogo di incontro tra passato e presente, riflettendo su figure centrali della pittura italiana.

La riscoperta di Matthias Stom e il Caravaggesco nelle collezioni lombarde a Brescia

La Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia dedica dal 18 settembre al 15 febbraio una mostra a Matthias Stom, primo evento internazionale del pittore caravaggesco fiammingo attivo nel Seicento in Italia. Curata da Gianni Papi, la rassegna si concentra sulle opere conservate in Lombardia, offrendo una rara occasione per approfondire la figura di un artista il cui percorso resta quasi avvolto nel mistero nonostante l’elevata qualità pittorica.

Stom, nato attorno al 1600, è stato poco studiato e raramente valorizzato nella storia dell’arte, anche se la sua tecnica e il modo di trattare la luce testimoniano una perfetta assimilazione del caravaggismo. La mostra presenta tele che mettono in evidenza i contrasti forti, l’uso drammatico della luce e le scene intense che caratterizzano la sua produzione. Attraverso questo percorso si delinea un’immagine più nitida di Stom, mostrando la sua capacità di creare atmosfere cariche di tensione emotiva.

L’evento ripercorre anche il rapporto dell’artista con l’Italia, dove ha sostato per lunghi periodi, lavorando soprattutto al Sud e poi in Lombardia. La presenza di queste opere sul territorio è un punto di riferimento per capire il confronto tra pittura fiamminga e italiana durante il Seicento. Finalmente i visitatori possono vedere un corpus significativo della sua arte, poco noto al grande pubblico, recuperando un tassello importante della storia del caravaggismo.

Pino Musi a Lecce tra immagini urbane e sperimentazione multimediale

Dal 20 settembre al 6 gennaio la Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce ospita “Pino Musi. Polyphonia”, mostra curata da Stefania Zuliani. L’esposizione raccoglie 56 opere realizzate dall’artista visivo e fotografo a partire dal 2028, accompagnate da un film documentario di 25 minuti creato appositamente per l’evento. Il lavoro di Musi si concentra sull’esplorazione degli spazi marginali nelle aree urbane in espansione e su come percepiamo quegli ambienti.

L’artista cattura i dettagli apparentemente invisibili nelle periferie delle città, raccontando atmosfere sospese tra naturalità e intervento umano. L’opera indaga le trasformazioni dello spazio urbano, mettendo in luce la fragilità e la complessità dei contesti metropolitani contemporanei. Il film amplifica questo racconto visivo, aggiungendo una dimensione temporale che accompagna lo spettatore in un viaggio tra ambienti quotidiani con nuova attenzione.

Il percorso si distingue per il dialogo tra fotografia e video, due linguaggi che Musi usa con equilibrio per riconsegnare immagini di forte impatto. La scelta del titolo polyphonia suggerisce un insieme di “voci” visive che si intrecciano più che una narrazione lineare. La mostra sottolinea la capacità dell’artista di tradurre in forma estetica riflessioni sul paesaggio sociale ed ambientale, stimolando un’osservazione più attenta dello spazio urbano in trasformazione.

Pietro Bellotti e la pittura del seicento veneziano alle gallerie dell’accademia

A Venezia, nelle Gallerie dell’Accademia, dal 19 settembre al 18 gennaio si può visitare la mostra “Stupore, realtà, enigma. Pietro Bellotti e la pittura del Seicento a Venezia”. Curata da Francesco Ceretti, Michele Nicolaci e Filippo Piazza, l’esposizione mette al centro l’attività del pittore bresciano Pietro Bellotti, attivo soprattutto nella città lagunare.

L’evento si sviluppa attraverso lo studio e il confronto di due opere chiave: l’Autoritratto come allegoria dello Stupore e il dipinto Popolani all’aperto. Il primo ha un carattere singolare, quasi un’introduzione insolita del pittore nel contesto veneziano, mentre il secondo è un capolavoro della pittura di genere, che evidenzia la resa di scene popolari con realismo e attenzione ai dettagli.

Bellotti si racconta così attraverso una pittura che coniuga rappresentazione emotiva e descrizione della realtà quotidiana del Seicento. L’effetto prodotto ha un forte impatto visivo e narrativo, con l’intenzione di definire un’identità artistica riconoscibile all’interno di una Venezia ricca di stimoli e influenze. L’allestimento invita a considerare la complessità della pittura barocca e a scoprire un autore meno noto ma significativo per la sua originalità espressiva.

Opere di Daniela Volpi tra corpo femminile e materiali urbani a Palazzo Pirelli, Milano

A Milano, Palazzo Pirelli ospita dal 15 al 26 settembre la mostra personale di Daniela Volpi intitolata “Trasformazione”, con la cura di Ivan Quaroni. L’esposizione si focalizza sulla rappresentazione del corpo femminile, mostrato nella sua interezza e immerso nello spazio che lo circonda, esplorando relazioni fra figura e ambiente.

Volpi sperimenta materiali poco comuni come ruggine e cemento, accostandoli agli acrilici tradizionali. Questa scelta richiama la realtà urbana e industriale della contemporaneità, conferendo alle sue opere una forte connotazione materica e sensoriale, quasi tattile. Le superfici rugose e i contrasti tra elementi naturali e artificiali puntano a suggerire un dialogo complesso tra natura umana e paesaggio costruito.

Il corpo non appare quindi isolato ma in connessione con lo spazio, con l’intento di esprimere trasformazioni fisiche e psicologiche. L’uso di tecniche miste arricchisce la percezione visiva, portando il visitatore a osservare i dettagli e le stratificazioni materiali in modo consapevole. Volpi propone così una riflessione su identità e ambienti con un tratto che si distacca dalle rappresentazioni canoniche.

Francesco Petrone e il progetto di conservazione di testimonianze al piccolo museo del diario, Pieve Santo Stefano

A Pieve Santo Stefano, presso il Piccolo Museo del Diario, Francesco Petrone presenta il progetto “Se queste parole potessero parlare”, in programma dal 20 settembre con cura di Chiara Guidoni. L’artista ha lavorato dopo una residenza presso l’Archivio Diaristico Nazionale, selezionando 41 testimonianze tra le oltre diecimila conservate dall’archivio.

Questi testi sono stati riprodotti in forma e grafia originale su una grande porta in vetro alta 3 metri, esposta permanentemente. Il lavoro nasce da un’esperienza personale di Petrone e manifesta la volontà di preservare e raccontare storie autentiche attraverso un supporto artistico concreto e visivamente coinvolgente. La porta diventa così un luogo simbolico che custodisce memorie e vissuti.

L’iniziativa testimonia l’interesse dell’artista verso l’umanità e le narrazioni quotidiane, ponendo l’accento sul valore delle parole e delle esperienze vissute. Il dialogo tra arte contemporanea e archivio storico si consolida in una forma che avvicina il pubblico alle vicende individuali, sollecitando attenzione e rispetto per i racconti spesso dimenticati.

Doppia esposizione a Roma sugli spagnoli tra istituto cervantes e accademia di spagna

Roma ospita una doppia mostra, dal 11 settembre al 15 ottobre, dedicata ai monumenti degli spagnoli presenti nella città, intitolata “Monumenti di spagnoli a Roma. Passato e presente di un paesaggio culturale”. L’evento si svolge tra l’Istituto Cervantes di Roma e la Real Academia de España en Roma. La rassegna parte dall’opera Monumentos de españoles en Roma, y de portugueses e hispano-americanos dello storico dell’arte Elías Tormo y Monzó, pubblicata nel 1940 a Roma e nel 1942 a Madrid.

Questa esposizione illustra la presenza storica e artistica della comunità spagnola nella capitale italiana, mettendo a confronto testimonianze monumentali e studi culturali. Il programma riflette sull’eredità storica e sull’attualità di questi luoghi, offrendo un’occasione per capire come il patrimonio artistico costruisca legami tra Paesi e tradizioni. La mostra all’Istituto Cervantes si concentra sul contesto culturale e sociale, mentre quella alla Real Academia analizza l’opera di Tormo nel dettaglio.

Gli eventi valorizzano così aspetti poco noti della storia internazionale di Roma, tracciando un percorso che unisce arte, storia e cultura in un quadro complessivo coerente. Il confronto tra passato e presente stimola una lettura aggiornata del patrimonio monumentale e dei legami euro-mediterranei.