Nel 2025 Agrigento si mette sotto i riflettori come capitale italiana della cultura, presentando due installazioni nate dal riciclo del tetrapak. Sono opere che parlano della città dei Templi, intrecciando passato e presente con messaggi forti, dalla pace all’omaggio al patrimonio archeologico locale. A firmarle è Edoardo Malagigi, che ha usato tecnologie all’avanguardia e ha coinvolto i giovani su temi sociali importanti.
Le colonne di tetrapak nel monastero di Santo Spirito: un’idea che prende vita
Il “Tempio di tetrapak”, con le sue tre colonne colorate nel refettorio del monastero di Santo Spirito, nasce da un’idea di Edoardo Malagigi, artista con più di cinquant’anni alle spalle nel recupero e riuso dei rifiuti. L’opera, fatta interamente con tetrapak, richiama il Tempio della Concordia, simbolo storico di Agrigento. I materiali usati mostrano i segni della vita di tutti i giorni, trasformando gli scarti in finestrelle luminose.
A montare l’installazione sono stati gli studenti delle scuole della provincia, coinvolti in laboratori pratici sul riciclo. Questo ha trasformato il progetto in un momento di educazione ambientale e culturale, facendo crescere nei ragazzi una consapevolezza importante sui temi ecologici e sociali. Giuseppe Parello, direttore generale di Agrigento2025, ha notato come i giovani abbiano colto prima degli adulti l’urgenza dei messaggi dell’opera.
Questa installazione è solo il primo passo di un programma culturale che nei prossimi giorni presenterà altri eventi dedicati alla scrittura femminile e all’accoglienza dei migranti. “Tempio di tetrapak” è un ponte tra passato e futuro, memoria e innovazione, radicato in un luogo storico ma con lo sguardo rivolto alle sfide di oggi.
Pinocchio antimilitarista in piazza Marconi: un grido di pace
In piazza Marconi spicca una scultura di Pinocchio che non passa inosservata. È un segnale forte contro la guerra e il commercio delle armi. Il burattino appare stanco, quasi appesantito da un mondo segnato dai conflitti. Sulla sua pelle, tatuaggi di armi lanciano un messaggio chiaro: è urgente fermare le guerre bloccando il traffico di armi.
La scultura, intitolata “End Game”, parla senza giri di parole. Vuole far capire che per mettere fine alle guerre bisogna intervenire sui meccanismi economici e politici che le alimentano. La scelta di Pinocchio, simbolo di innocenza e infanzia, amplifica il messaggio, mettendo in luce temi difficili ma attuali.
Dedicata a Danilo Dolci, storico attivista agrigentino per la non violenza, l’opera è subito diventata un punto d’incontro per la città. La gente la usa come sfondo per selfie, dimostrando come l’arte urbana possa unire impegno civile e socialità. Essendo in una piazza centrale, la scultura ha una grande visibilità e spinge chi passa a riflettere ogni giorno.
Arte, tecnologia e territorio: la formula dietro le opere
Le sculture di Malagigi sono state realizzate grazie a R3direct, azienda toscana specializzata nella stampa 3D con materiali riciclati. Questo ha garantito un approccio sostenibile sia nella produzione sia nel messaggio che le opere vogliono trasmettere.
Dietro c’è una collaborazione che unisce arte, tecnologia e territorio, con materiali scelti per il loro valore di riuso e rispetto per l’ambiente. Il progetto dimostra che la stampa 3D può dare vita a opere pubbliche di grande impatto, capaci di raccontare temi sociali e ambientali usando forme nuove e materiali di recupero.
Il coinvolgimento degli studenti, la partecipazione della comunità e il supporto tecnologico si mescolano in un’esperienza collettiva che va oltre l’arte, arricchendo anche la dimensione educativa e sociale. Agrigento così mette in gioco il suo patrimonio e la creatività contemporanea, aprendo un dialogo tra arte, memoria e futuro sostenibile.