Negli ultimi giorni è emerso un problema rilevante per il patrimonio storico-artistico della provincia di Benevento. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha escluso tutte le chiese del territorio sannita dal programma di finanziamenti previsto nel decreto per i lavori 2025-2027. Questa decisione ha suscitato forti reazioni da parte delle istituzioni locali che denunciano il grave impatto di questa esclusione sulle possibilità di recupero e tutela degli edifici di culto e degli affreschi storici.
La rilevanza delle chiese del sannio nel programma di interventi
Le chiese della provincia di Benevento rappresentano da sempre un patrimonio architettonico e artistico di grande valore. Tra queste spiccano la Basilica della Madonna delle Grazie, la chiesa di San Domenico in piazza Guerrazzi e Sant’Anna su corso Garibaldi. Ognuna di esse contiene elementi di interesse storico e culturale, con opere d’arte e strutture che necessitano di manutenzione e restauri per preservare la memoria e l’identità locale.
Il programma lavori 2025-2027, emanato dal ministero della Cultura, avrebbe dovuto destinare risorse per vari progetti di recupero in tutta Italia. Tuttavia, per la provincia di Benevento si registra un netto azzeramento dei fondi destinati alle chiese, un fatto che sorprende e allarma visto il ruolo centrale di questi luoghi per le comunità locali. Non solo gli edifici principali rischiano di rimanere senza interventi, ma anche affreschi storici, come quelli dei Sabariani nella piazzetta omonima, non riceveranno più i fondi necessari per la loro conservazione.
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La voce delle istituzioni locali
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, e il presidente della Provincia, Nino Lombardi, hanno espresso una critica netta alla scelta del ministro Giuli. In una nota congiunta, hanno definito “gravissimo” il fatto che gli edifici di culto sanniti siano stati esclusi dai finanziamenti. Sottolineano come questo rappresenti un danno diretto a un territorio che vanta un patrimonio storico di grande pregio, già minacciato da altri fattori di degrado.
La posizione politica e la mobilitazione richiesta
Mastella e Lombardi chiamano in causa anche i parlamentari di centrodestra, accusati di una certa disattenzione sulle questioni del territorio quando coinvolgono il governo nazionale, pur avendo spesso criticato la Regione in altre occasioni. Chiedono una mobilitazione comune, senza distinzioni politiche, per correggere quella che considerano un’ingiustizia e uno schiaffo alla cultura e alla storia del sannio. La protesta mira a riaprire i canali di confronto per ottenere un ripensamento sul piano di finanziamenti.
Rischio per il patrimonio storico e artistico
La mancanza di finanziamenti rischia di bloccare i lavori di manutenzione e restauro programmati da tempo. Il recupero di affreschi e opere d’arte, fondamentale per salvaguardare la memoria storica locale, resta sospeso. Questo può comportare un rapido deterioramento delle superfici pittoriche, con danni che si aggravano col passare del tempo e costi di intervento futuri più elevati.
Oltre al danno artistico, vengono compromessi anche gli spazi di culto e le strutture architettoniche, elementi importantissimi per l’identità delle comunità beneventane. Il solo intervento finanziato in provincia riguarda la cinta muraria di Telesia, ma le risorse assegnate sono giudicate insufficiente per garantire interventi efficaci nel 2025. Questa situazione può portare a una perdita di attrattiva turistica e culturale per l’intero territorio, già segnato da difficoltà economiche.
Appello a un impegno comune per evitare il danno al territorio
Il sindaco e il presidente della Provincia insistono per una reazione compatta di amministrazioni, politici e cittadini. La battaglia per ottenere risorse non deve fermarsi ai confini delle appartenenze di partito, ma deve considerare prioritario il bene del patrimonio locale. La richiesta è di modificare il decreto o prevedere una riassegnazione di fondi per le chiese del sannio.
Le istituzioni locali invitano a una mobilitazione che coinvolga anche i parlamentari, affinché si evitino ulteriori tagli e si intervenga per restituire dignità a un patrimonio che rischia altrimenti di essere abbandonato. Nessuna forma di difesa civica o culturale può ignorare il ruolo di queste chiese e i tesori nascosti al loro interno, e il sistema istituzionale deve garantire un sostegno adeguato per la loro conservazione e valorizzazione.