Equinozio d’autunno 2025: tutto quello che c’è da sapere sul cambio di stagione e le ore di luce

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Equinozio d’autunno 2025: il giorno in cui cambia la luce. - Gaeta.it

Sara Gatti

20 Settembre 2025

L’autunno astronomico del 2025 inizia ufficialmente lunedì 22 settembre alle 20.30, con l’equinozio d’autunno. Quel giorno, in ogni angolo della Terra, il sole resterà sopra l’orizzonte per 12 ore esatte, e altrettante saranno le ore di buio. Un momento che sancisce il passaggio dall’estate alla nuova stagione. L’equinozio è legato ai movimenti del Sole rispetto al nostro pianeta, e capire perché la sua data cambia ogni anno aiuta a fare chiarezza sul ritmo delle stagioni.

Quando e come si verifica l’equinozio d’autunno

L’equinozio arriva nel momento in cui il Sole attraversa l’equatore celeste, passando dall’emisfero nord a quello sud. Tutto questo succede perché l’asse terrestre è inclinato di circa 23,27 gradi rispetto al piano su cui la Terra gira intorno al Sole. Durante l’equinozio, giorno e notte si bilanciano: quasi ovunque sulla Terra durano la stessa quantità di tempo. È un segnale chiaro del cambio di stagione e delle nuove condizioni climatiche in arrivo.

L’Istituto Nazionale di Astrofisica spiega che “in qualunque punto del mondo, il giorno dura praticamente quanto la notte”. Questo accade perché il Sole è esattamente sopra l’equatore terrestre. La rotazione del nostro pianeta fa sì che ogni luogo alterni luce e buio, ma proprio nell’equinozio questa alternanza si azzera, bilanciandosi in modo perfetto. Dopo l’equinozio, l’emisfero sud comincerà a ricevere più luce, mentre quello nord vedrà le ore di sole ridursi, segnando l’inizio dell’autunno per chi vive a nord dell’equatore.

Perché la data dell’equinozio d’autunno cambia ogni anno

Molti pensano che l’equinozio d’autunno cada sempre il 21 settembre, ma non è così. Nel 2025, ad esempio, è previsto per il 22 settembre. La data può variare tra il 21 e il 24 settembre. Il motivo? L’anno solare non dura esattamente 365 giorni, ma circa 365,24. Quel quarto di giornata in più si accumula nel tempo.

Per sistemare questa differenza, ogni quattro anni inseriamo un giorno in più con l’anno bisestile. Ma proprio questo aggiustamento sposta le date astronomiche, compresa quella dell’equinozio. Quindi, l’ora e il giorno in cui il Sole attraversa l’equatore celeste non sono mai fissi. Piccoli cambiamenti nel calendario portano a variazioni nell’inizio dell’autunno astronomico.

Chi alzerà gli occhi al cielo intorno al 22 settembre 2025 potrà vedere questo perfetto equilibrio tra luce e buio, un momento che si ripete ogni anno ma mai alla stessa ora esatta. È un passaggio fondamentale nel percorso del Sole rispetto alla Terra, che apre la strada a giornate sempre più corte fino al solstizio d’inverno.

Come l’inclinazione terrestre guida le stagioni e il cambio di luce

Le ore di luce che cambiano durante l’anno dipendono dall’inclinazione dell’asse terrestre, che resta costante mentre la Terra gira attorno al Sole. Quell’angolo di circa 23,27 gradi fa sì che in certi periodi un emisfero sia più esposto ai raggi solari, ricevendo più calore e luce, mentre l’altro si trova in ombra, con giornate più corte e temperature più fredde.

Quando il Sole passa sull’equatore celeste, giorno e notte si pareggiano. Dopo quella data, l’emisfero che si allontana dal Sole perde ore di luce e il clima comincia a diventare più fresco. Questo meccanismo, regolato dall’inclinazione, spiega perché le stagioni si susseguono con precisione.

Il Sole, durante l’anno, segue un percorso diverso nel cielo a seconda del punto in cui ci troviamo. D’estate le giornate si allungano, d’inverno il buio prende il sopravvento. L’equinozio d’autunno è proprio il momento in cui questo movimento si traduce nella sensazione del cambio di stagione, con effetti visibili sul paesaggio e sul tempo.

L’alternarsi di luce e buio che viviamo l’ultimo giorno d’estate è il risultato di un equilibrio molto preciso, legato ai movimenti del cielo messi in moto dalla natura. Le variazioni dell’equinozio ogni anno ci ricordano che il calendario astronomico non è un orologio rigido, ma risponde ai piccoli spostamenti del nostro sistema solare.