Nella notte appena passata, Eilat, località turistica all’estremità meridionale di Israele sul Mar Rosso, è stata colpita da un attacco con drone kamikaze. Il velivolo ha centrato un albergo all’ingresso della città, causando un’esplosione e un incendio subito domato. Fortunatamente non ci sono stati feriti. L’attacco è stato rivendicato dagli Houthi, gruppo armato sciita alleato dell’Iran, che ha minacciato di tenere la città sotto costante pressione. Un episodio che segna una nuova escalation in una zona già molto delicata, con possibili conseguenze politiche e di sicurezza.
Drone Kamikaze contro un hotel: l’attacco notturno a Eilat
Intorno a mezzanotte, un drone kamikaze si è schiantato contro l’ingresso di un hotel a Eilat, provocando una forte esplosione e un incendio. I vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente e hanno spento le fiamme senza difficoltà. Le autorità hanno confermato che nessuno degli ospiti o del personale ha riportato ferite, ma i danni materiali sono stati evidenti e hanno creato tensione tra residenti e turisti.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza, diffuse dall’esercito israeliano e subito rilanciate sui social, mostrano il momento dell’impatto: il drone appare all’improvviso, con una luce intensa, poi un boato e una fiammata dietro l’edificio. Nel video si vedono persone correre per mettersi al riparo, un’immagine che trasmette tutto il panico e lo stupore di chi ha assistito all’attacco.
Gli esperti militari indicano che il drone è partito da est rispetto a Eilat. Le prime analisi, insieme alla rivendicazione degli Houthi, suggeriscono che il velivolo abbia decollato dallo Yemen, volando per decine di chilometri sopra il Mar Rosso prima di colpire la città. Questo tipo di attacco dimostra la capacità di questi gruppi di raggiungere obiettivi israeliani a lunga distanza.
Perché gli Houthi hanno scelto proprio Eilat
Non è un caso che l’obiettivo sia stato Eilat. Questa città è uno dei poli turistici più frequentati di Israele, con le sue spiagge e i resort sul Mar Rosso. Ogni anno migliaia di persone vengono qui per le vacanze. Colpire un hotel significa quindi colpire un simbolo del quotidiano e del benessere israeliano.
Dal punto di vista mediatico, un attacco a Eilat manda un messaggio forte. È una zona che finora aveva visto pochi attacchi diretti con droni o missili. Essendo una città turistica, il danno non è solo materiale ma anche simbolico: mina la percezione di sicurezza e potrebbe influire negativamente sul turismo.
Inoltre, il valore economico di Eilat rende ancora più pesante questo segnale. Si vuole mettere in luce la vulnerabilità di un punto chiave nel sud del Paese, dimostrando una presenza operativa nella regione che finora sembrava limitata al controllo marittimo e agli attacchi alle navi nel Mar Rosso.
Houthi, da attacchi navali a raid sulle città israeliane
Gli Houthi, il gruppo armato sciita yemenita legato all’Iran, hanno intensificato negli ultimi tempi gli attacchi contro il sud di Israele. Fino a qualche mese fa, i loro droni puntavano soprattutto a obiettivi navali, come navi commerciali o militari nel Mar Rosso. Ora la strategia sembra ampliarsi, con attacchi diretti a infrastrutture e città israeliane.
Questo indica una volontà di farsi sentire anche sul fronte terrestre e urbano, allargando il campo di battaglia e aumentando la pressione su Israele e le sue forze di sicurezza. L’uso di droni kamikaze, spesso artigianali ma precisi, mostra come siano riusciti a mettere a punto tecnologie semplici ma efficaci per colpire da lontano.
L’azione degli Houthi si inserisce nel più ampio quadro di tensioni in Medio Oriente, dove diversi attori cercano di guadagnare terreno e rafforzare la propria influenza. Questi attacchi coinvolgono indirettamente anche altri Paesi, vista la natura transnazionale delle minacce e l’interesse globale per il controllo del Mar Rosso e delle sue rotte commerciali.
Israele alza la guardia: cosa cambia dopo l’attacco
Le autorità israeliane, soprattutto i comandi militari di Tel Aviv, hanno confermato di seguire la situazione con estrema attenzione dopo il raid su Eilat. Senza entrare nei dettagli sulle contromisure, fonti vicine ai militari spiegano che la città sarà messa sotto maggiore protezione nelle prossime settimane.
Eilat resta un punto strategico, non solo per il turismo ma anche per l’economia israeliana. Garantire la sicurezza è quindi una priorità. Si parla di rafforzare i sistemi di difesa aerea e di controllare meglio le rotte di avvicinamento per fermare i droni prima che raggiungano la costa.
Questo attacco riporta alla luce la vulnerabilità di aree che finora erano considerate relativamente tranquille. La capacità degli Houthi di colpire con mezzi economici ma efficaci preoccupa le autorità, che ora devono trovare nuove soluzioni per prevenire simili episodi.
Intanto il video dell’esplosione ha fatto rapidamente il giro del web, ricordando quanto sia facile seminare paura con attacchi da lontano. Il fatto che un drone partito dallo Yemen possa raggiungere e colpire un centro turistico in Israele aggiunge un nuovo capitolo alle dinamiche di questo conflitto regionale.