Dai biosensori umani alla Biennale Di Venezia 2025: tecnologia italiana per monitorare piante e creare arte interattiva

Dai Biosensori Umani Alla Bien

Tecnologia italiana unisce biosensori e arte alla Biennale di Venezia 2025. - Gaeta.it

Sofia Greco

12 Settembre 2025

I sensori miniaturizzati, ormai diffusi nei dispositivi personali per il monitoraggio fisiologico, trovano nuove applicazioni nel campo della natura. Un gruppo di ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ha sperimentato questa tecnologia sulle piante, portandola alla Biennale di Venezia 2025 nell’installazione “City of Plants” firmata dallo studio Mad. L’allestimento esplora il rapporto tra ambiente, umanità e tecnologia, proponendo un dialogo tra piante e visitatori attraverso suoni e luci generati da dati raccolti in tempo reale.

Sensori indossabili: come misurare il corpo umano in tempo reale

I dispositivi indossabili, come braccialetti o smartwatch, integrano sensori capaci di rilevare parametri vitali con precisione continua. Questi strumenti monitorano il battito cardiaco, la respirazione, la temperatura corporea e l’attività muscolare, fornendo dati utili in ambito medico, sportivo e di riabilitazione. Ad esempio, attraverso questi sensori si possono identificare alterazioni nel ritmo cardiaco oppure valutare il recupero motorio a seguito di infortuni. La capacità di portare con sé questi dispositivi consente un controllo costante, senza interruzioni, del proprio stato fisico.

L’Università Campus Bio-Medico di Roma opera da anni nello sviluppo di questa tecnologia applicata all’organismo umano, con attenzione particolare ai sensori basati su fibre ottiche. Questi dispositivi, leggeri e poco ingombranti, riescono a raccogliere dati precisi e dettagliati, rappresentando uno strumento valido per la misura di parametri complessi. L’esperienza accumulata ha consentito ai ricercatori di estendere l’uso di questi sensori anche ad altre forme di vita, in particolare alle piante.

Biosensori per le piante: interpretare i segnali vegetali attraverso la tecnologia

Le piante emettono segnali diversi, collegati al loro stato di salute e all’ambiente circostante. I ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico hanno sviluppato sensori capaci di captare queste informazioni, posizionandoli in teche accanto agli esemplari vegetali. I dispositivi raccolgono dati ambientali, come variazioni di umidità o stress fisiologico, e li convertono in forme percepibili da chi visita l’installazione.

L’innovazione consiste nel tradurre queste informazioni in suoni e luci, creando un ambiente immersivo che evolve con le condizioni rilevate dalle piante. Questi fenomeni diventano uno strumento di comunicazione, consentendo agli osservatori di “ascoltare” e “vedere” la reazione della natura ai cambiamenti esterni. Inoltre, altri sensori analizzano le vibrazioni generate dalla ghiaia sottostante al contatto del pubblico, trasformandole in feedback sonori. Questo meccanismo offre un modo diretto per percepire l’interazione tra uomo e ambiente naturale.

City Of Plants alla Biennale Di Venezia 2025: un dialogo tra arte, scienza e ambiente

L’opera “City of Plants”, presentata alla Biennale di Venezia 2025 dallo studio Mad, usa i biosensori come un ponte tra arte e ricerca scientifica. L’allestimento riflette sul rapporto tra l’architettura contemporanea, la natura e le tecnologie digitali, invitando il pubblico a immergersi in tre sistemi interconnessi dove l’ambiente e la presenza umana si influenzano reciprocamente.

Attraverso l’uso dei sensori in modo creativo, i ricercatori e gli artisti hanno dato vita a un’esperienza multisensoriale. I dati vegetali non restano nascosti ma si manifestano immediatamente in segni percepibili attraverso luci e suoni. L’opera si trasforma in uno scenario pulsante, dove ogni variazione nel microambiente modifica l’aspetto e l’atmosfera dell’installazione, favorendo una riflessione profonda sulle relazioni tra uomo e natura.

Il ruolo dell’Università Campus Bio-medico di Roma nel progetto e nel futuro della sensoristica

Il progetto nasce dall’incontro tra rigore scientifico e creatività, risultato del lavoro sinergico tra diversi team all’interno dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Eugenio Guglielmelli, rettore dell’ateneo, ha sottolineato come questa esperienza rappresenti “un esempio concreto di collaborazione interdisciplinare aperta a contributi esterni.” L’Università ha messo a disposizione competenze e tecnologie per sviluppare sensori ottici e dispositivi wearable, consolidando la sua posizione nel campo della ricerca applicata.

Emiliano Schena, presidente del corso in ingegneria biomedica, ha ricordato che “l’esperienza maturata nell’ambito dei sensori per la salute umana abbia permesso di adattare tali strumenti per cogliere i segnali delle piante.” Questo ampliamento del campo di applicazione mostra come le tecnologie di misura possano attraversare differenti ambiti, offrendo dati concreti riguardo a organismi viventi oltre l’uomo. Le informazioni raccolte danno indicazioni utili sullo stato della pianta e delle sue condizioni di crescita.

La mostra alla Biennale rappresenta un momento di visibilità importante per questo tipo di ricerche, dove scienza e arte si intrecciano per stimolare consapevolezza sull’ecosistema urbano e sulle possibilità offerte dal dialogo tra tecnologia e natura.