Sigfrido Ranucci e la possibile uscita dalla Rai: tensioni e reazioni nel mondo dell’informazione

Sigfrido Ranucci E La Possibil

Sigfrido Ranucci al centro delle tensioni per un possibile addio alla Rai - Gaeta.it

Marco Mintillo

12 Settembre 2025

Il giornalista Sigfrido Ranucci si trova al centro di voci che lo collegano a un possibile passaggio a La7. Dietro queste indiscrezioni ci sono contatti con il gruppo Cairo per un progetto editoriale, ma nessuna trattativa televisiva è in corso. La situazione ha sollevato interventi critici soprattutto da parte dei rappresentanti istituzionali, preoccupati per il futuro del giornalismo d’inchiesta nel servizio pubblico.

i contatti tra ranucci e il gruppo cairo per un progetto editoriale

Le indiscrezioni che vedono Sigfrido Ranucci prossimo a lasciare la Rai si basano su contatti con il gruppo Urbano Cairo. Secondo quanto appreso dall’Adnkronos, queste interlocuzioni riguardano la pubblicazione di un libro attraverso Solferino, casa editrice collegata a Rcs. Al momento non risultano invece avviate contrattazioni per programmi televisivi né per collaborazioni mediatiche più ampie.

Il dialogo con un gruppo editoriale di rilievo come Cairo ha creato aspettative e rumor sui possibili spostamenti del conduttore di Report, noto per il suo lavoro di inchiesta giornalistica su Rai3. Non è però ancora chiaro se l’interesse reale del giornalista sia rivolto a una nuova stagione professionale o se si tratti esclusivamente di un’operazione editoriale che non esclude comunque la permanenza a Rai.

Il contesto che circonda queste voci è molto sensibile, visto che Ranucci rappresenta un punto di riferimento per il giornalismo investigativo italiano. Un eventuale cambio di rete o ruolo potrebbe influire sull’organizzazione stessa del lavoro di inchiesta, soprattutto se leggi politiche e dinamiche editoriali continuassero a creare ostacoli come quelli denunciati dagli ultimi anni.

le accuse di barbara floridia: un allarme sul futuro del servizio pubblico

Barbara Floridia, presidente della commissione Vigilanza Rai, si è espressa con durezza sulle notizie che riguardano la possibile uscita di Sigfrido Ranucci dalla Rai. Per lei, la perdita di un giornalista come Ranucci segnerebbe un colpo devastante per il servizio pubblico. La sua convinzione è che dietro questa ipotesi si nasconda un indebolimento progressivo dell’informazione libera e indipendente a vantaggio di un allineamento ai voleri del governo Meloni.

Floridia denuncia un clima soffocante che ha colpito Ranucci e la sua squadra: attacchi diretti da parte di esponenti di governo, assenza di sostegno da parte dei vertici Rai e silenzi istituzionali di fronte a pressioni continue. Un caso unico, afferma, è rappresentato dalla querela di Fratelli d’Italia nei confronti della trasmissione Report, mai verificatasi prima per un programma di inchiesta pubblica in Italia.

I limiti posti al lavoro di Ranucci si manifestano in modi molteplici: dal taglio delle puntate e delle repliche, ai ritardi amministrativi nel pagamento delle matricole, fino alla controprogrammazione mirata e ai provvedimenti disciplinari. La riduzione del personale con lo spostamento dei precari nelle sedi regionali sta inoltre indebolendo la redazione, togliendo forza al programma.

Malgrado queste difficoltà, Report ha continuato a segnare ottimi ascolti, mantenendo una posizione solida nelle inchieste e tra il pubblico. Per Floridia, perdere Ranucci significherebbe non solo togliere un importante protagonista ma minare il diritto dell’opinione pubblica a una informazione indipendente. L’appello ai vertici Rai è chiaro: evitare una scelta che danneggerebbe il valore della democrazia.

le pressioni e le difficolta operative negli ultimi due anni per report e ranucci

Negli ultimi due anni, il lavoro di Report e di Sigfrido Ranucci ha incontrato diversi ostacoli. Le pressioni politiche si sono tradotte in un ambiente di lavoro sotto costante osservazione e controllo. Ministri e dirigenti di governo hanno più volte attaccato la trasmissione, mettendo in discussione i suoi contenuti, senza che i vertici di Rai siano intervenuti per garantire un sostegno istituzionale adeguato.

Le difficoltà concrete si sono viste nella programmazione: le puntate sono state ridotte e molte repliche eliminate, limitando la presenza in palinsesto. La gestione burocratica ha subito rallentamenti, in particolare i pagamenti delle matricole, una misura che ha messo in difficoltà l’organizzazione interna del programma. Controprogrammazioni studiate hanno tentato di ridurre l’impatto degli episodi più scomodi, mettendo a dura prova la visibilità.

Dal punto di vista disciplinare, alcuni provvedimenti hanno colpito membri della redazione, una caratteristica non frequente per un team di giornalismo di inchiesta impegnato nel servizio pubblico. La riorganizzazione del personale, con lo spostamento dei precari verso sedi periferiche, ha svuotato la redazione centrale, abbassando la capacità di produzione e mantenimento della qualità delle inchieste.

Nonostante ciò, Report ha continuato a riscuotere interesse e fiducia tra il pubblico, attestandosi come uno dei programmi più seguiti e affidabili nel panorama televisivo italiano. Questo dato conferma come il lavoro del giornalismo investigativo conservi una sua importanza cruciale, anche in un contesto di forti pressioni politiche e difficoltà operative interne. La possibile uscita di Ranucci disegna un quadro di incertezza per la continuità di questo percorso.