Da gaza a roma: presidio contro il genocidio e la fame usata come arma politica

Da gaza a roma: presidio contro il genocidio e la fame usata come arma politica

studenti palestinesi protestano davanti alla fao a roma contro il genocidio a gaza, denunciando l’uso della fame come arma da parte di israele e criticando il silenzio di italia e comune di roma
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Studenti palestinesi a Roma protestano davanti alla sede della FAO contro il presunto genocidio a Gaza, denunciando l'uso della fame come arma e criticando la complicità di governi occidentali, Italia e istituzioni locali. - Gaeta.it

Un gruppo di studenti palestinesi ha organizzato un presidio davanti alla sede della Fao a Roma, convocato per le 18.30 di oggi 2 settembre 2025. L’iniziativa punta a denunciare quello che viene definito un genocidio in corso a Gaza, evidenziando l’uso della fame come strumento di pressione. La protesta si colloca in un contesto più ampio di mobilitazione solidale e prevede un corteo che attraverserà alcune periferie della capitale.

La protesta davanti alla fao e l’appello verso le periferie di roma

Il presidio è stato promosso dai movimenti studenteschi palestinesi, che ritengono urgente richiamare l’attenzione sulle condizioni di sofferenza nella Striscia di Gaza. Il luogo scelto, la sede romana della Food and agriculture organization, rappresenta un simbolo forte: l’organismo internazionale è chiamato a intervenire su temi legati alla fame e alla sicurezza alimentare mondiale. Convocare la manifestazione in questo spazio sottolinea la richiesta di misure concrete contro la crisi umanitaria in corso, accentuata dalla carenza di rifornimenti e dai blocchi.

Un corteo nelle periferie per amplificare il messaggio

Il programma prevede che il presidio di questa sera dia poi il via a un corteo che attraverserà alcune zone periferiche della città. Gli organizzatori spiegano che questo percorso serve per portare la protesta nelle aree maggiormente popolari e sensibili, con l’obiettivo di amplificare il messaggio e trovare una maggiore adesione. L’intento è di far risuonare la voce di Gaza oltre i confini e coinvolgere realtà territoriali che spesso si trovano ai margini del dibattito politico pubblico.

L’accusa: israele usa la fame come arma, l’occidente e l’italia complici

Il post diffuso sui social contemporaneamente alla chiamata in piazza contiene accuse severe rivolte a Israele, definita responsabile di usare la fame come strumento di guerra. Secondo quanto dichiarato dagli attivisti, la strategia militare comprende non solo il bombardamento diretto ma anche forme di assedio che bloccano aiuti alimentari e medicinali. Questa tattica viene descritta come un meccanismo per indebolire la popolazione civile e costringerla alla resa.

La denuncia ai governi occidentali e all’italia

Parallelamente si punta il dito contro governi occidentali e in particolare l’Italia, indicati come complici di questo sistema. Gli attivisti sottolineano che la posizione politica ufficiale e i rapporti economici con Israele non tengono conto della crisi umanitaria in atto e alimentano indirettamente la situazione di sofferenza a Gaza. L’accusa si estende quindi anche a chi, a livello nazionale, decide di non interferire o di mantenere un atteggiamento di sostanziale neutralità.

Critiche specifiche al comune di roma e al sindaco gualtieri

Il movimento palestinese indirizza le proprie critiche a istituzioni locali, in particolare al Campidoglio e al sindaco Roberto Gualtieri. Viene contestata la mancanza di prese di posizione pubbliche e di interventi ufficiali a favore della popolazione palestinese negli ultimi due anni. Gli studenti denunciano di aver ripetutamente inviato lettere, organizzato presidi e fatto appelli rimasti senza risposta dalle istituzioni romane.

Mobilitazione e assemblea cittadina a roma

Non a caso la protesta di oggi vuole anche mettere in rilievo questa distanza e portare una mobilitazione più ampia, che si concluderà con un’assemblea cittadina in programma per il 12 settembre. Questo momento servirà a discutere collettivamente le azioni da intraprendere sul territorio, per sostenere la causa palestinese e attivare forme di solidarietà e pressione politica. Sul versante social è stato diffuso un manifesto della cosiddetta rete antisionista che chiede al sindaco Gualtieri la sospensione degli accordi con Israele e la liberazione della Palestina.

“La fame usata come arma politica è un crimine contro l’umanità”, sostengono gli attivisti, evidenziando la gravità della situazione.

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