Crisi marelli sulmona: riunione al ministero senza decisioni concrete sul futuro dello stabilimento abruzzese

Crisi marelli sulmona: riunione al ministero senza decisioni concrete sul futuro dello stabilimento abruzzese

La riunione al ministero delle imprese e del made in italy sul gruppo marelli evidenzia incertezze sul futuro dello stabilimento di sulmona, con tagli occupazionali, assenza di piani chiari e preoccupazioni sindacali.
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La riunione del 19 giugno 2025 al ministero ha evidenziato incertezze e ritardi nella gestione della crisi del gruppo Marelli, con il futuro dello stabilimento di Sulmona e dei suoi lavoratori ancora incerto, in attesa dell’esito della procedura Chapter 11 negli USA. - Gaeta.it

La riunione convocata il 19 giugno 2025 al ministero delle imprese e del made in italy sul gruppo marelli ha mostrato una situazione complicata per lo stabilimento di sulmona. Nonostante i confronti e le discussioni, non sono emerse concretezza e certezze sulle prospettive produttive e occupazionali legate all’azienda, che attraversa una fase delicata dopo l’avvio della procedura americana chapter 11.

Il tavolo marelli e la procedura chapter 11: cosa è stato discusso

L’incontro di ieri ha visto protagonisti rappresentanti aziendali, sindacati e istituzioni, chiamati a discutere lo stato della procedura chapter 11 attraverso cui marelli tenta un risanamento finanziario negli Stati Uniti. Questo processo conta su una nuova governance che dovrebbe prendere il controllo alla sua conclusione, rimettendo in piedi i conti e ridefinendo gli assetti interni al gruppo.

Sul fronte italiano, sono stati analizzati i piani per gli stabilimenti, incluso quello di sulmona ma le dichiarazioni aziendali non hanno fornito rassicurazioni chiare. La mancanza di un piano definito ha aumentato l’incertezza, facendo emergere più domande che risposte sull’assetto futuro degli impianti e sulle strategie imprenditoriali.

Posizione dell’azienda e ruolo dei sindacati

Nel corso del tavolo, si è percepita una riluttanza da parte dell’azienda ad affrontare temi cruciali come livelli produttivi, investimenti e stabilità occupazionale in Italia. Le forze sindacali, invece, hanno insistito per avere chiarimenti più precisi, visto il peso che questa fase ha sulle famiglie dei lavoratori.

I ritardi e le preoccupazioni emerse in merito alla gestione della crisi

La gestione della crisi marelli in Italia presenta ormai un ritardo significativo, come evidenziato da interrogazioni parlamentari recenti, che da anni segnalano il problema senza ricevere risposte concrete dal governo. Queste mancanze hanno alimentato una diffusa preoccupazione nei territori interessati, in particolare a sulmona.

Le difficoltà nel definire strategie e piani operativi rischiano di aggravare la situazione degli stabilimenti italiani ed erodere ciò che resta della solidità occupazionale. A quel punto, la sensazione diffusa durante la riunione è stata che si stia ancora attendendo senza intervenire con azioni decise.

Limitazioni degli osservatori parlamentari

La presenza dei parlamentari, limitata al solo ruolo di osservatori senza diritto di parola, sottolinea la scarsa trasparenza nelle discussioni e l’impossibilità per i rappresentanti istituzionali di sollecitare chiarimenti nell’immediato.

La questione dei licenziamenti a sulmona e il futuro incerto dei lavoratori

Una questione molto delicata riguarda i licenziamenti comunicati dall’azienda nella fabbrica di sulmona, specializzata nella produzione dei bracci oscillanti. Durante il tavolo è stato annunciato che l’azienda non licenzierà 36 lavoratori come temuto ma solo 18. Questa decisione ha suscitato controversie e dissensi tra sindacati e rappresentanti politici.

Il taglio degli organici proposto non elimina il problema per le famiglie coinvolte, che si trovano comunque a dover affrontare una condizione di instabilità. Non ci sono dettagli chiari su quale sarà l’organizzazione produttiva per i lavoratori rimasti, né se potranno mantenere un orario settimanale pieno o saranno soggetti a riduzioni.

Le promesse di salvaguardia e potenziali nuovi contratti non sono state tradotte in garanzie concrete, mentre gli interrogativi sul futuro produttivo dello stabilimento restano senza risposte.

La necessità di chiarezza sui programmi di investimento e la governance futura

L’incertezza sul polo produttivo di sulmona dipende in larga parte dall’esito della chapter 11 e dal ruolo che la nuova governance assumerà nel gruppo marelli dopo la riorganizzazione finanziaria. L’assenza di notizie su investimenti e piani di rilancio allarma lavoratori e sindacati.

Le dichiarazioni dei parlamentari senatori gabriella di girolamo del movimento 5 stelle e michele fina del pd hanno evidenziato proprio questa assenza di risposte. Essi sollevano la questione di quale sarà la politica industriale verso gli stabilimenti italiani e se esistono commesse certe per garantire la sopravvivenza degli impianti.

Responsabilità del governo e dell’azienda

Il tempo che passa senza decisioni pragmatiche rischia di compromettere definitivamente la produzione e l’occupazione in tutta la regione. Sul governo e sull’azienda grava quindi la responsabilità di chiarire quali saranno scelte e tempi per superare questa crisi.

Il monitoraggio continuo della situazione e le prospettive per i prossimi mesi

In questa fase delicata, istituzioni e rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori mantengono alta l’attenzione sulla situazione di sulmona e su marelli in Italia. La nota congiunta di gabriella di girolamo e michele fina annuncia impegno a seguire passo passo l’evoluzione dei fatti.

L’estate e i mesi che verranno sono segnati dall’incertezza, con famiglie che dovranno convivere con condizioni lavorative precarie e senza tutele certe. La mancanza di piani chiari rischia di prolungare questo stato d’animo difficile, visto che l’azienda non ha ancora definito il proprio futuro operativo.

Il quadro resta quindi in divenire, e sarà necessario attendere nuovi sviluppi e comunicazioni ufficiali per capire se vi saranno svolte significative nel risanamento del gruppo e nella tenuta degli stabilimenti italiani, a partire da sulmona.

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