Crescita e resilienza dell'imprenditoria immigrata in Italia: un rapporto sottolinea il ruolo chiave

Crescita e resilienza dell’imprenditoria immigrata in Italia: un rapporto sottolinea il ruolo chiave

Il “Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2024” evidenzia la crescita dell’imprenditoria immigrata in Italia, con 660mila imprese che rappresentano l’11% del mercato, contribuendo significativamente all’economia nazionale.
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Crescita e resilienza dell'imprenditoria immigrata in Italia: un rapporto sottolinea il ruolo chiave - Gaeta.it

Il “Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2024”, elaborato da Idos in sinergia con Cna, mette in evidenza il crescente contributo dell’imprenditoria immigrata all’economia italiana. Con un totale di 660mila imprese, pertinente all’11% del mercato, questo segmento del tessuto produttivo si è evoluto in un elemento fondamentale di crescita economica e sociale nel Paese. La rilevanza di questo fenomeno è evidente, con un’espansione particolare nei settori dell’accoglienza, della ristorazione e dei servizi personali, evidenziando così l’importanza dell’imprenditorialità straniera nelle regioni come Campania e Puglia.

L’analisi della crescita dell’imprenditoria immigrata

Negli ultimi decenni, l’imprenditoria immigrata ha dimostrato una notevole capacità di adattamento e crescita. Secondo il rapporto, dal 2014 si è registrato un aumento del 160% delle società di capitale, evidenziando un cambio significativo nella struttura imprenditoriale. La forma più comune rimane l’impresa individuale, ma la diversificazione dei settori è uno dei segnali chiave di un’evoluzione continua. I settori del commercio e dell’edilizia si stanno ora affiancando a nuove aree come la ristorazione e i servizi alla persona, spingendo ulteriormente verso una trasformazione del mercato.

Questo fenomeno non è solo un fatto statistico, ma rappresenta una vera e propria opportunità per le comunità locali. Le donne imprenditrici, in particolare, stanno acquisendo terreno, mostrando una presenza sempre più significativa nel panorama delle aziende a conduzione straniera. Questo cambiamento aggiunge una dimensione culturale a un’economia già complessa, contribuendo alla diversificazione e alla resilienza della società italiana.

Il fenomeno dell’apprendistato straniero: dati sconcertanti

Il rapporto di Idos rivela anche un aspetto inquietante riguardo all’istruzione degli imprenditori immigrati. Solo il 19,7% di loro ha un livello di istruzione elevato, il dato più basso registrato tra otto Paesi dell’Unione Europea analizzati. Questo calo di qualificazione non è solo un problema degli immigrati; anche tra i nativi, la percentuale di autonomi altamente qualificati è bassa. Ciò implica che entrambi i gruppi affrontano sfide significative per migliorare le proprie competenze e per accedere a corsi di formazione che potrebbero aiutare a emarginare i limiti del loro potenziale imprenditoriale.

Tuttavia, l’assenza di un’adeguata formazione rappresenta un ostacolo notevole per l’accesso al finanziamento e per l’espansione delle attività. La mancanza di credito è un problema ricorrente, spingendo gran parte dei lavoratori autonomi immigrati verso la microimprenditorialità, giustificata dalla necessità di superare le barriere burocratiche e di avviare attività che richiedono minori investimenti iniziali.

Trend inversi: crescita delle imprese immigrate e declino delle nativi

L’analisi statistica proposta nel rapporto genera interrogativi cruciali su cosa significhi per l’Italia l’evoluzione dell’imprenditoria immigrata. In un contesto economico attualmente segnato da incertezze, le imprese condotte da immigrati hanno visto una crescita impressionante del 32,7% dal 2013 al 2023. Nel contrasto, le imprese gestite da italiani sono diminuite del 4,8%. Questa situazione rivela la resilienza dell’imprenditoria straniera e la sua capacità di rispondere anche a momenti di crisi.

In breve, mentre le imprese registrate presso le Camere di commercio calano leggermente, l’imprenditoria immigrata non solo resiste, ma prospera, contribuendo a diversificare e rinvigorire il tessuto economico nazionale. Questa crescita dimostra che l’imprenditorialità immigrata ha assunto un ruolo centrale, non più percepito solo come un fenomeno marginale, ma come un elemento chiave nella strategia economica dell’Italia.

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