Nei mesi recenti, l’utilizzo da parte dell’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms per colpire obiettivi russi è stato fermamente bloccato dal Pentagono. Questo intervento ha provocato un rallentamento nelle capacità offensive ucraine oltre il confine, sebbene il presidente Biden avesse autorizzato l’uso di questi armamenti per azioni mirate all’interno della Russia. Le dinamiche di approvazione sotto il controllo diretto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno condizionato la strategia militare di Kiev nel quadro di un conflitto che resta acceso.
La procedura del pentagono limita l’uso dei missili atacms da parte di kiev
Dalla tarda primavera 2025, una particolare procedura di autorizzazione introdotta dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha bloccato ogni impiego dei missili balistici a lungo raggio Atacms da parte dell’Ucraina. Questi missili, capaci di raggiungere obiettivi profondi all’interno del territorio russo, avrebbero dovuto rappresentare per Kiev un salto strategico nel conflitto in atto. Tuttavia, ogni richiesta di lancio viene adesso sottoposta a un controllo rigidissimo da parte delle autorità militari statunitensi, in cui spetta al capo del Pentagono, Pete Hegseth, l’approvazione finale.
Questo sistema di controllo ha vanificato in pratica la decisione presa in un primo momento dall’amministrazione Biden, che permetteva a Kiev di utilizzare gli Atacms per colpire all’interno della Russia al fine di indebolire posizioni militari e infrastrutture strategiche. La motivazione dietro questa revoca tacita sembra legata al timore di un’escalation militare che potrebbe allargare il conflitto o provocare una risposta diretta da Mosca più aggressiva. Così le richieste ucraine si sono accumulate senza ottenere via libera per l’impiego di tali missili, caratterizzando una fase di stallo nell’utilizzo di questo tipo di armamenti.
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Il conflitto ucraino si protrae tra attacchi russi e resistenza di kiev
Il conflitto tra Russia e Ucraina dal 2022 continua con alta intensità soprattutto nelle zone orientali e meridionali. Negli ultimi mesi le forze russe hanno incrementato gli attacchi con missili e droni verso obiettivi civili e militari in territorio ucraino. Le difese ucraine, pur affievolite da questo continuo fuoco, tentano però di respingere le offensive e mantenere il controllo di posizioni chiave.
Parallelamente, la Russia dichiara di voler porre fine alla guerra, ma allo stesso tempo accusa Kiev di essere l’artefice del conflitto sin dal 2014, riferendosi alle tensioni scoppiate nella regione del Donbass. Nel frattempo, la difesa aerea russa ha intercettato e abbattuto un numero significativo di droni lanciati dall’Ucraina contro il territorio russo, alimentando così un confronto militare sempre più ricco di scontri diretti e controffensive su entrambi i fronti.
L’uso di missili a lunga gittata da parte di Kiev sarebbe potuto rappresentare un elemento di novità nella strategia militare, ampliando la possibilità di colpire bersagli russi cruciali, ma il blocco deciso dal Pentagono ha mantenuto il conflitto entro parametri ben definiti, evitando un’escalation. Il sostegno militare degli Stati Uniti continua, ma con una dose prudente di controllo sulle armi messe a disposizione dell’Ucraina.
Le tensioni diplomatiche tra Stati Uniti, Ucraina e Russia complicano il quadro militare
La situazione militare, complessa di suo, è aggravata da forti tensioni politiche che coinvolgono Stati Uniti, Ucraina e Russia. Il presidente Zelensky ha ribadito più volte la sua indisponibilità a qualunque compromesso territoriale che implichi il riconoscimento della Crimea sotto controllo russo, posizione che impedisce passi avanti nei negoziati di pace.
All’interno dello scenario internazionale, esponenti come l’ex presidente americano Donald Trump e il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov, hanno espresso pareri critici che riflettono divisioni profonde sulle responsabilità e sulle strategie da adottare nel conflitto. Gli Stati Uniti, pur mantenendo un ruolo di sostegno a Kiev, mostrano una certa cautela nel non oltrepassare limiti che possano provocare una reazione militare diretta da parte di Mosca.
Queste incomprensioni e tensioni diplomatiche impediscono al conflitto di trovare una risoluzione rapida. L’attenzione del Pentagono a non accelerare troppo la fornitura di mezzi offensivi a lungo raggio all’Ucraina si inserisce in questo equilibrio precario, dove ogni mossa militare viene valutata anche in relazione alle possibili conseguenze diplomatiche e geopolitiche.