Le corporate academy stanno diventando fondamentali nelle aziende italiane per aggiornare le competenze dei dipendenti e supportare le trasformazioni tecnologiche. Negli ultimi quindici anni, queste strutture di formazione interna sono cresciute notevolmente, accompagnando le imprese nel mantenere i talenti e adeguare le capacità professionali agli obiettivi strategici. Il fenomeno ha assunto grande rilevanza soprattutto nel contesto digitale e green in cui si trova il tessuto produttivo italiano.
Diffusione e trend delle corporate academy in Italia
L’espansione delle corporate academy in Italia segna un dato significativo: si è passati da 25 strutture censite nel 2010 a 232 nel 2024. Un numero importante, soprattutto se si considera che 79 di queste si trovano in Emilia Romagna, regione che si conferma leader nella formazione aziendale. La maggior parte delle academy italiane ha ormai raggiunto una fase avanzata o matura di sviluppo.
Il 78% delle attività formative si concentra sulla formazione di manager e figure esecutive. Questa tendenza riflette l’urgenza di preparare meglio i leader aziendali ad affrontare processi complessi come il forecasting, la gestione del cambiamento e la diffusione di una cultura interna coerente con le strategie aziendali. Le academy non si limitano ai corsi obbligatori, ma puntano sempre più su temi di natura strategica e progettuale, elementi chiave per sostenere le aziende nel medio e lungo termine.
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Molte delle realtà analizzate dispongono di spazi fisici dedicati ad attività di formazione. Circa la metà delle corporate academy ha una propria infrastruttura per sviluppare programmi formativi, mentre l’80% delle strutture ha visto un aumento dei finanziamenti nel 2024 rispetto all’anno precedente. Questo indica che la formazione è diventata un investimento prioritario per le imprese italiane.
Alcune criticità e aree di sviluppo
Nonostante il progresso, emergono alcune criticità nel funzionamento delle corporate academy italiane. Solo una piccola parte di queste dispone di laboratori di ricerca propri, un limite che può rallentare la capacità delle aziende di innovare direttamente all’interno delle loro strutture formative. Inoltre, solo nel 20% dei casi le corporate academy partecipano attivamente al reclutamento di nuovo personale.
Le attività di formazione riguardano principalmente il personale interno: operai, middle manager e neoassunti sono i gruppi più coinvolti. Tuttavia, si avverte una crescita nell’apertura verso l’esterno. Alcune academy hanno iniziato a sviluppare programmi rivolti a studenti, fornitori e stakeholder, tessendo così un rapporto più ampio e inclusivo con il territorio e i vari attori del mercato.
Il ruolo strategico delle corporate academy secondo il rapporto assoknowledge 2025
Il rapporto assoknowledge 2025, presentato al ministero delle imprese e del made in Italy alla presenza di esponenti rilevanti come la presidentessa Laura Deitinger e Carlo Berardelli di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, chiarisce l’importanza delle corporate academy nelle strategie di molte imprese italiane. Queste strutture rappresentano leve importanti per l’identità aziendale e strumenti di attrazione e mantenimento dei talenti.
Grandi nomi come Enel, Manpower, Lamborghini, Gridspertise e Six Seconds hanno consolidato nei loro piani di sviluppo la formazione continua. L’attenzione a contenuti didattici di qualità trova conferma anche nel messaggio del ministro Adolfo Urso, che ha riconosciuto alle aziende un ruolo centrale nel favorire percorsi formativi adeguati alle sfide contemporanee.
Il rapporto sottolinea come la formazione interna contribuisca non solo a sviluppare competenze tecniche ma anche a rafforzare una cultura aziendale condivisa, indispensabile per sostenere i cambiamenti tecnologici e organizzativi richiesti dal mercato globale.
Sfide e opportunità nel contesto digitale e green
Italia si trova davanti a sfide importanti, dettate dalle transizioni digitale e green. Le corporate academy si inseriscono in questo quadro come strumenti utili a supportare le imprese nel adattarsi a questi cambiamenti. Esperti come Alessandro Rinaldi del centro studi Tagliacarne, Ludovica Busnach di Anitec-Assinform, Guido Stratta dell’Accademia della Gentilezza e Giuseppe Cappiello dell’università di Bologna, hanno evidenziato le difficoltà e le opportunità che il paese deve bere.
L’adattamento alle nuove tecnologie digitali e la transizione verso un’economia più sostenibile richiedono competenze specifiche e aggiornate. Le academy possono accelerare questo processo fornendo corsi mirati. Lo sviluppo di queste strutture segue quindi la necessità di formare lavoratori capaci di contribuire a trasformazioni profonde nel modello produttivo.
In molti casi l’obiettivo non è solo aggiornare le competenze ma anche costruire una visione condivisa tra i vari livelli aziendali, dal management ai lavoratori di linea. Questa condivisione è considerata essenziale per mettere in pratica strategie efficaci in un contesto mutevole e complesso come quello attuale. La formazione diventa così un fattore di continuità tra presente e futuro delle imprese italiane.