Confesercenti: accordo ue-usa sui dazi rischia di frenare il turismo italiano nel 2025

Confesercenti: accordo ue-usa sui dazi rischia di frenare il turismo italiano nel 2025

L’accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti aumenta i dazi e svaluta il dollaro, causando perdite per l’Italia nel turismo e nell’export; Confesercenti chiede misure di sostegno urgenti.
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L’accordo commerciale tra UE e USA, aumentando i dazi e con la svalutazione del dollaro, rischia di danneggiare l’export e il turismo italiano, con possibili ripercussioni economiche e occupazionali nel breve termine. - Gaeta.it

L’intesa commerciale tra Unione europea e Stati Uniti, pur annunciata come una soluzione per uscire dall’incertezza economica, presenta diverse criticità per il mercato italiano, specialmente nel comparto turistico. Le nuove tariffe e la svalutazione del dollaro potrebbero agire negativamente sugli arrivi di visitatori statunitensi e influenzare l’andamento economico nel breve termine. Confesercenti ha evidenziato le conseguenze provocate da questo accordo sui settori chiave dell’Italia, con una particolare attenzione al turismo e all’export.

Dettagli dell’accordo commerciale e impatto dei dazi sul mercato italiano

L’accordo firmato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti prevede l’applicazione di dazi con aliquote medie triplicate rispetto al periodo precedente. Dal 4,8% si è passati a percentuali più alte, che si combinano con una svalutazione del dollaro pari al 17%. Questi due fattori rendono i prodotti statunitensi più competitivi sui mercati europei e al tempo stesso mettono in difficoltà le imprese italiane esportatrici.

Riflessioni di confesercenti sulle tariffe e il dollaro

Confesercenti sottolinea che, sebbene l’intesa eviti scenari peggiori come tariffe addirittura al 30%, rappresenta comunque un peggioramento per l’Italia rispetto al passato. L’effetto combinato di tariffe più alte e dollaro più debole influisce sulle esportazioni, con una previsione di contrazione dell’export italiano che può raggiungere i 10 miliardi di euro.

Le conseguenze economiche si traducono anche in un riflesso negativo sul mercato del lavoro e sui consumi interni. Secondo le stime, le famiglie italiane potrebbero registrare un calo della spesa di circa 2,8 miliardi di euro, con un impatto complessivo sul Pil stimato intorno a 9,7 miliardi. Questi dati indicano un rallentamento della crescita economica che, nel secondo semestre, potrebbe portare il Pil a crescere tra lo 0,5 e lo 0,6%, per poi scendere allo 0,4% nel 2026.

Le conseguenze per il turismo statunitense in italia

Uno dei settori più esposti agli effetti dell’accordo è quello turistico. Il rafforzamento della competitività dei prodotti statunitensi, grazie sia ai dazi che alla svalutazione della loro valuta, riduce l’attrattiva economica dell’Italia come destinazione per i viaggiatori provenienti dagli Stati Uniti.

Stime sugli arrivi e la spesa turistica

Confesercenti calcola che l’Italia potrebbe subire una riduzione di circa 300 mila arrivi di turisti americani nel breve termine. Questo dato si traduce in una perdita stimata di 600 milioni di euro per la spesa turistica legata ai visitatori dagli Usa.

La flessione degli arrivi minaccia particolarmente le destinazioni italiane più dipendenti dal turismo statunitense, dove la presenza di questa clientela ha tradizionalmente un peso elevato nell’economia locale. La riduzione del turismo Usa potrebbe quindi essere un fattore che contribuisce al rallentamento generale dell’attività economica, con ripercussioni su strutture ricettive, servizi e posti di lavoro.

Le richieste di confesercenti per mitigare gli effetti negativi

Di fronte a questo scenario, Confesercenti invita a mettere in campo misure di sostegno alle imprese. La confederazione suggerisce interventi volti a garantire stabilità finanziaria e credito a condizioni agevolate, capaci di aiutare le imprese a superare il difficile momento.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha raccolto queste indicazioni convocando rappresentanti delle aziende presso la Farnesina e ha auspicato un intervento da parte della Banca Centrale Europea per favorire l’accesso a maggiori risorse economiche nel sistema produttivo.

Si prospetta quindi un percorso di confronto per adottare politiche che impediscano un eventuale trapasso in fase recessiva, offrendo una prospettiva concreta per mantenere gli investimenti e prevenire tensioni sul mercato del lavoro.

L’incertezza sugli effetti dell’accordo e le implicazioni per il futuro economico

L’accordo sui dazi sancito tra Ue e Usa, sebbene inteso come una risposta agli scossoni economici di questi anni, genera molte incertezze circa i suoi reali effetti nel medio termine. Diversi aspetti devono ancora essere chiariti per comprendere appieno l’impatto sulle filiere produttive italiane e sul tessuto economico nazionale.

Questioni aperte e strategie future

In particolare, resta da valutare con precisione come si evolveranno le dinamiche dei cambi valutari e dei flussi commerciali. L’effetto combinato di tariffe più alte sui prodotti europei e la forza crescente del mercato americano impone attenzione alle strategie di esportazione e alle politiche industriali.

Per il comparto turistico, la sfida sarà capire se esistono leve in grado di compensare la perdita di visitatori Usa, cercando di stimolare flussi da altre aree geografiche o di potenziare l’offerta interna.

Le prossime decisioni delle istituzioni europee e nazionali saranno fondamentali per dare certezza e supporto a imprese e lavoratori in un contesto globale ancora segnato da tensioni e volatilità.

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