Il 26 maggio un membro del governo israeliano ha fatto irruzione nella moschea di al-aqsa, scatenando reazioni da parte del ministero degli Esteri turco. Questo episodio si inserisce nel quadro delle tensioni a Gerusalemme durante la giornata dedicata al Giorno di Gerusalemme, con conseguenti scontri e interventi delle forze di polizia.
La visita del ministro itaman ben gvir alla spianata delle moschee
Itaman Ben Gvir, esponente del governo israeliano, ha visitato la Spianata delle Moschee il 26 maggio. Durante questa visita, ha innalzato la bandiera dello Stato israeliano all’interno dell’area sacra. L’azione è stata vista come una provocazione da diversi attori internazionali, soprattutto per il valore simbolico del luogo che è sotto controllo condiviso e custodito. La presenza di un membro del governo con azioni di questo tipo ha aumentato la tensione tra israeliani e palestinesi.
Ben Gvir è noto per le sue posizioni di destra, e la sua visita è stata pianificata per coincidere con il Giorno di Gerusalemme, giornata che segna l’annessione di Gerusalemme Est da parte di Israele nel 1967. Questa data è sempre fonte di forti proteste e manifestazioni, che spesso sfociano in violenze e arresti.
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Le tensioni nella città vecchia di gerusalemme
Nella stessa giornata, decine di adolescenti israeliani di orientamento di destra hanno aggredito commercianti e abitanti musulmani nella Città Vecchia di Gerusalemme. Gli scontri sono scoppiati in diverse vie affollate, con episodi di violenza fisica e verbale. Residenti locali hanno denunciato l’aumento delle tensioni che compromettono la convivenza nel quartiere, uno dei più delicati nella regione.
La polizia israeliana è intervenuta arrestando più persone per mantenere l’ordine. Tra le vittime ci sono diversi commercianti palestinesi che, già messi in difficoltà dalle restrizioni e dal clima di paura, hanno subito danni materiali e morali. La presenza di gruppi estremisti ha peggiorato la situazione, alimentando uno scontro che rischia di bloccare ogni dialogo possibile.
La posizione del ministero degli esteri turco sulle azioni israeliane
Il ministero degli Esteri della Turchia ha espresso la propria condanna per l’irruzione nella moschea di al-aqsa compiuta dal ministro israeliano. Nel comunicato diffuso, Ankara ha definito queste azioni una manifestazione delle politiche israeliane mirate a un genocidio e all’espulsione forzata del popolo palestinese. Ha denunciato inoltre il tentativo di modificare l’identità storica e demografica dei territori occupati.
La Turchia ha ribadito il proprio sostegno ai palestinesi e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per frenare tali provocazioni. Nel comunicato si sottolinea come il rispetto dei luoghi sacri e dei diritti della popolazione locale debba essere garantito per evitare ulteriori escalation di violenza. La condanna riguarda anche le marce di coloni estremisti che hanno accompagnato la visita, ritenute provocatorie e pericolose.
Il giorno di gerusalemme e le sue conseguenze
La giornata del 26 maggio a Gerusalemme ha mostrato ancora una volta quanto il conflitto israelo-palestinese tocchi temi sensibili e quanto ogni gesto simbolico possa trasformarsi in un motivo di tensione urbana e diplomatica.
“Ogni intervento in luoghi così sensibili non può che aumentare il rischio di scontri e minare le prospettive di pace,” hanno commentato alcuni osservatori internazionali.