Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha formalizzato la convocazione di un referendum nazionale per il 7 agosto 2025. L’obiettivo è sottoporre ai cittadini dodici quesiti che riguardano modifiche significative al mercato del lavoro. La decisione arriva in un momento delicato per il paese, dove le condizioni dei lavoratori sono sotto osservazione da più parti.
Il decreto di convocazione e la reazione istituzionale
Il 1° maggio 2025, Gustavo Petro ha firmato ufficialmente il decreto che indice la consultazione popolare, comunicandolo attraverso il suo account ufficiale su X . Nel decreto, inviato alla Corte Costituzionale, si stabilisce che la votazione coinvolgerà l’intero territorio nazionale. Nel testo normativo, l’articolo 2 specifica che il referendum si terrà domenica 7 agosto 2025, lasciando chiara l’intenzione di attribuire alla cittadinanza il potere decisionale su questioni di “rilevanza nazionale”.
Tensioni politiche attorno al referendum
Non manca la tensione politica, data la decisione del senato colombiano dello scorso 14 maggio di esprimere un parere contrario al referendum. Questo atto era già stato contestato dal presidente e dai suoi ministri, che avevano firmato la richiesta di consultazione il 1 maggio. Nel decreto, all’articolo 1, Petro ha ribadito l’“inapplicabilità per incostituzionalità” del giudizio del senato, spianando così la strada al referendum.
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I quesiti del referendum: principali proposte sulle condizioni di lavoro
Le dodici domande del referendum puntano a modifiche strutturali nel sistema lavorativo colombiano. Una delle proposte più significative è quella che propone un massimo di otto ore per la giornata lavorativa diurna. Questo limite mira a definire con chiarezza la durata della prestazione, tema che spesso provoca controversie tra datori di lavoro e sindacati.
Un altro punto riguarda la retribuzione nei giorni festivi e domenicali: la proposta prevede il raddoppio della paga, come forma di riconoscimento per il lavoro svolto in tempi normalmente destinati al riposo. Questa misura ha un forte impatto sulle economie familiari, soprattutto per i lavoratori meno tutelati.
Tutela della salute e inclusione sociale
Il referendum tuttavia affronta anche questioni sanitarie e sociali legate al lavoro. Tra i quesiti si trova la possibilità per i lavoratori di ottenere permessi necessari per trattamenti medici, inclusi quelli durante i periodi mestruali debilitanti. Questa proposta introduce un elemento di tutela per la salute femminile, finora poco considerato nelle normative sul lavoro.
Infine, si chiede l’obbligo, per le aziende, di assumere almeno 2 persone con disabilità ogni 100 lavoratori. Questa norma mira a favorire l’inclusione nel mondo del lavoro di persone con disabilità, affrontando un problema di fondo riguardo alla possibilità di accesso al lavoro per categorie spesso escluse.
Implicazioni politiche e sociali del referendum lavoro in colombia
Il referendum su questioni così delicate riflette un confronto acceso nel paese. Le misure proposte da Petro cercano di rispondere a bisogni concreti dei lavoratori, ma incontrano resistenze politiche evidenziate dal disaccordo del senato. L’intervento diretto del presidente attraverso la dichiarazione di incostituzionalità del parere sfavorevole segna un dialogo istituzionale teso.
L’appuntamento dell’8 agosto diventa un passaggio cruciale per misurare la volontà popolare su temi che riguardano la vita quotidiana di milioni di colombiani. La consultazione avrà impatto anche sul modo in cui le imprese organizzano il lavoro, le protezioni per i lavoratori più vulnerabili e le condizioni di salute sul posto di lavoro.
Dimensione sociale e dibattito pubblico
In questo contesto, la dimensione sociale delle proposte alimenta un dibattito ampio. La questione del lavoro domenicale, il riconoscimento dei permessi medici e l’inclusione delle persone con disabilità sono questioni che toccano da vicino su come la società distribuisce diritti e doveri.
Il risultato del referendum determinerà quale strada percorrerà la Colombia sul piano legislativo e delle politiche del lavoro nel prossimo futuro. Lo scontro istituzionale e politico rimane acceso, e la risposta degli elettori rappresenta l’ultima parola su una materia centrale per il paese.