Cinque atenei italiani hanno dato vita a un progetto culturale di rilievo in vista di Expo 2025 a Osaka. L’iniziativa, intitolata “Make Italian Culture Alive” , mira a mostrare e rinnovare il patrimonio artistico e culturale del nostro paese attraverso modalità interattive e innovative. Tra il 6 e il 10 maggio, nella Sala Multimediale Conferenze del Padiglione Italia, si potranno seguire incontri, esposizioni e laboratori che promuovono la cultura italiana in modo nuovo e coinvolgente.
La collaborazione tra università italiane per valorizzare la cultura
Il progetto Mica nasce da una sinergia coordinata dall’Università Ca’ Foscari Venezia, che lavora insieme alle università di Firenze, Napoli L’Orientale, Statale di Milano e Sapienza di Roma. A questo gruppo si aggiunge la Fondazione Changes, che contribuisce con la sua esperienza in progetti culturali e di sostenibilità. Questa rete di istituti universitari si propone di combinare competenze diverse per ampliare la fruizione e la promozione del patrimonio culturale italiano.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha assicurato il finanziamento, riconoscendo l’importanza di un’iniziativa che mette al centro la ricerca accademica e la divulgazione culturale. La scelta di Expo 2025 come vetrina internazionale offre un’occasione per far dialogare la tradizione italiana con un pubblico globale. Il calendario prevede appuntamenti giornalieri con talk, esposizioni multimediali e laboratori di approfondimento. Questo permette a visitatori e studiosi di interagire direttamente con i progetti sviluppati dalle università coinvolte.
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Durante l’intera durata dell’evento, il pubblico avrà la possibilità di partecipare a laboratori interattivi pensati per diverse fasce d’età e interessi. Le installazioni multimediali, realizzate con tecnologie avanzate, creeranno un’esperienza immersiva e dinamica, capace di suscitare curiosità e stimolare una riflessione critica sui temi proposti.
Le presentazioni dei progetti di ricerca rappresentano il cuore pulsante del programma. Tra le iniziative più rilevanti figurano RePair, Changes e iNest, ognuno con un focus preciso. RePair utilizza l’intelligenza artificiale per ricostruire reperti archeologici di Pompei, offrendo una nuova prospettiva sulla conservazione del patrimonio. Changes mette in risalto pratiche di turismo sostenibile, coinvolgendo comunità locali per sviluppare modelli rispettosi dell’ambiente e della cultura. iNest si concentra sulla memoria storica dell’artigianato veneziano, recuperando tecniche e conoscenze per preservarle.
Il ruolo di ca’ foscari e le attività per i visitatori
Ca’ Foscari Venezia porta a Osaka una delegazione di docenti e ricercatori, guidata dalla prorettrice alle relazioni internazionali Chiara Saccon. Oltre alle installazioni multimediali, l’università ha organizzato laboratori dedicati ai beni culturali e alla lingua italiana. Attraverso questi incontri si favorisce un coinvolgimento diretto del pubblico, con attività pensate per consolidare la conoscenza del patrimonio culturale in senso ampio.
NoLBrick: un laboratorio per la lingua italiana
Tra i progetti spicca anche NoLBrick, un laboratorio linguistico che integra aspetti culturali agli strumenti digitali. Questo spazio interattivo permette di approfondire la lingua italiana in modo applicato, collegandola all’esposizione digitale di Mica. L’iniziativa si distingue per la capacità di unire linguaggio, cultura e tecnologia in un percorso accessibile e stimolante.
Il significato dei progetti di ricerca nella tutela del patrimonio
I tre progetti principali di Mica affrontano temi diversi ma convergono su obiettivi comuni: preservare l’identità culturale, facilitare l’accesso al sapere e promuovere una relazione nuova con il patrimonio. RePair, con la sua applicazione dell’intelligenza artificiale, offre uno strumento per comprendere meglio le tracce del passato e ricostruirle in chiave moderna. Questo metodo aiuta a ridare valore a reperti danneggiati, ampliando le possibilità di studio e visita.
Changes propone un modello di turismo capace di coinvolgere direttamente le comunità, affinché siano parte attiva nella gestione del proprio patrimonio. Questo approccio punta a salvaguardare le tradizioni e l’ambiente, garantendo allo stesso tempo un’esperienza più autentica ai visitatori. iNest svela l’importanza delle botteghe artigiane veneziane, ripercorrendo la storia dei mestieri e mettendo in luce le competenze locali che rischiano di sparire.
Patrimonio culturale e nuove forme di conservazione
Questi lavori scientifici si accompagnano a riflessioni su come rendere più accessibili e trasmissibili le radici culturali italiane. In questo senso, Mica diventa un veicolo per far dialogare passato e presente alla ricerca di nuove forme di conservazione. Expo 2025 rappresenta così un palcoscenico dove la cultura italiana si mostra in tutta la sua complessità e rilevanza, non solo come testimonianza storica ma come elemento vitale da tenere vivo.