L’inchiesta sull’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie vede ancora sviluppi importanti nel Tarantino. Camillo Giannattasio, coinvolto nelle indagini, si è presentato davanti al GIP senza fornire spiegazioni. Il suo caso si lega a detenzione illegale di armi e ricettazione, con l’attenzione degli investigatori che si allarga alla procura di Brindisi per la parte relativa all’omicidio.
La posizione di camillo giannattasio di fronte al gip di taranto
Lo scorso giorno Giannattasio, 57 anni, originario di San Giorgio Jonico, si è presentato davanti al giudice per le indagini preliminari di Taranto, Francesco Maccagnano. Durante l’interrogatorio ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, evitando così di spiegare il proprio ruolo nelle accuse a suo carico. La difesa è stata affidata all’avvocato Luigi Danucci, che ha chiesto di far sottoporre Giannattasio al test dello stub, esame che riguarda la ricerca di tracce di polvere da sparo. Per ora però gli inquirenti non hanno reputato necessaria questa prova.
Giannattasio non è indagato per l’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. Per questo fatto, la competenza è stata affidata a un’altra procura, quella di Brindisi, guidata dal pm Francesco Ciardo che ha richiesto la trasmissione degli atti necessari per proseguire le indagini. Al momento il 57enne risponde di detenzione illegale di armi e munizioni e di ricettazione.
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Il ruolo di michele mastropietro e la morte durante l’intervento
La vicenda si intreccia con l’azione delle forze dell’ordine che hanno fermato Giannattasio mentre erano sulle tracce di un complice, Michele Mastropietro, 59 anni, originario di Carosino, con precedenti penali. Mastropietro è rimasto ucciso durante l’intervento, colpito da un conflitto a fuoco con i poliziotti. Secondo gli accertamenti, sarebbe stato proprio Mastropietro a sparare al brigadiere Legrottaglie, aprendo così il drammatico episodio.
Il fermo di Giannattasio è arrivato in un contesto di tensione e rapide evoluzioni. La sua posizione resta delicata, soprattutto per i collegamenti con la gestione illegale di armi e il traffico di munizioni. Le indagini vanno avanti per chiarire i dettagli e il livello di coinvolgimento di ciascun soggetto.
La decisione attesa sulla misura cautelare e le prospettive dell’inchiesta
Il GIP Maccagnano ha preso tempo per valutare se applicare una misura cautelare a carico di Giannattasio. La riserva lascia spazio all’analisi degli elementi raccolti in queste ore dagli investigatori. La contestazione principale riguarda possesso e ricettazione di armi, mentre l’omicidio è sotto osservazione della procura Brindisina.
Il test dello stub al momento è una richiesta di fatto non accolta, probabilmente perché le prove già in mano agli inquirenti appaiono sufficienti per la fase attuale. La difesa potrebbe insistere per altre accertamenti tecnico-scientifici, ma la linea resta quella di procedere con prudenza.
L’inchiesta si muove su due filoni, uno più ravvicinato a Taranto con Giannattasio e il lato dell’arma presumibilmente illegale, e l’altro più grave relativo alla morte del brigadiere, su cui Brindisi ha assunto il coordinamento. La vicenda resta in pieno sviluppo, con nuove informazioni che potranno emergere dalle prossime attività di polizia giudiziaria.