Cagnolino sgozzato a Naro, fermato un uomo senza fissa dimora: il caso alla luce della legge Brambilla

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Cagnolino ucciso a Naro, arrestato un senza fissa dimora. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

27 Agosto 2025

Un cagnolino è stato brutalmente sgozzato in strada a Naro, in provincia di Agrigento. A compiere il gesto sarebbe stato un uomo extracomunitario, senza fissa dimora, arrestato dalle forze dell’ordine nella mattinata dello stesso giorno. L’episodio ha sollevato immediato clamore, sia per le modalità violente sia per il sospetto che l’animale sia stato ucciso per essere mangiato. Questo episodio si inserisce nel dibattito attuale sulla tutela degli animali in Italia, fortemente influenzato dall’entrata in vigore della legge Brambilla dal 1° luglio 2025.

Le circostanze dell’omicidio del cagnolino a Naro e il fermo dell’autore

Il fatto è avvenuto nel comune di Naro, una cittadina della provincia di Agrigento, in Sicilia. Il cagnolino è stato trovato con una profonda ferita al collo, in seguito accertata come sgozzamento. Le indagini hanno portato i carabinieri a fermare un uomo extracomunitario che vive stabilmente all’aperto. L’uomo è stato immediatamente portato in caserma per essere interrogato. L’ipotesi più inquietante è che l’animale sia stato ucciso per essere consumato come alimento, un comportamento che innesca questioni complesse legate a disagio sociale e illegalità.

Le forze dell’ordine hanno raccolto elementi sufficienti a identificare il sospettato, ma non è ancora chiaro quale sarà l’evoluzione del procedimento penale. La comunità locale ha reagito con indignazione e dolore, data la crudezza dell’azione e la condizione del povero animale. I carabinieri mantengono riserbo sulle indagini per tutelare la fase procedurale.

La legge brambilla e le pene più severe contro la violenza sugli animali

Dal 1° luglio 2025 è in vigore la cosiddetta legge Brambilla, normativa italiana che ha introdotto norme più rigorose per contrastare maltrattamento e uccisione di animali. La legge prevede pene fino a 4 anni di carcere e multe fino a 60mila euro in caso di sevizie o uccisioni con crudeltà. Tra le novità più rilevanti c’è anche il divieto di tenere cani legati alla catena e l’irrogazione di reclusione fino a 3 anni per chi uccide un animale, aggravata in presenza di sevizie o atti di sadismo.

Questa riforma ha raccolto consensi ma anche richieste di un’applicazione rigorosa, per dare segnali concreti contro episodi come quello di Naro. La legge rappresenta la prima volta in Italia che si inaspriscono in modo netto le sanzioni, per proteggere i più deboli e disincentivare comportamenti crudeli verso gli animali.

L’impegno di michela vittoria Brambilla per la tutela degli animali

Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e promotrice della legge che porta il suo nome, è intervenuta sulle vicende di Naro. Ha definito l’omicidio del cagnolino un atto di violenza intollerabile, affermando che “l’Italia non è una terra di nessuno”. Brambilla ha sottolineato che la nuova normativa prevede pene pesanti per chi infligge sofferenze agli animali e ha chiesto alle autorità competenti di applicare la legge senza indugi, per evitare che episodi di brutalità rimangano impuniti.

Il suo ruolo politico e istituzionale si concentra nel portare avanti iniziative volte a rafforzare la protezione degli animali e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti di questi esseri viventi. Dal lancio della legge, Brambilla non smette di promuovere controlli e interventi puntuali contro le violenze, evidenziando come la tutela degli animali sia indicatore del livello civile di una società.

Il fenomeno della violenza sugli animali e le misure di contrasto in Italia

L’uccisione del cagnolino a Naro riflette un fenomeno più ampio di maltrattamenti sugli animali, che in Italia interessa varie realtà, specialmente nelle zone urbane e periferiche. La legge Brambilla punta a colpire la violenza premeditata e reiterata, con pene molto più pesanti rispetto al passato, includendo anche le sevizie e gli atti di sadismo, fino al rischio di carcere.

Il codice penale distingue tra reati intenzionali e casi di negligenza o incuria, per cui rimangono multe e sanzioni amministrative per chi non assiste adeguatamente l’animale senza però danneggiarlo volontariamente. La nuova normativa si inserisce anche nelle campagne di sensibilizzazione, come la Giornata Mondiale del Cane, nata per promuovere adozione, rispetto e cura degli animali domestici.

Il caso dello sgozzamento è particolarmente grave perché non si tratta solo di abbandono o incuria ma di un’estrema forma di violenza. La gravità dell’episodio enfatizza la necessità di misure di prevenzione e intervento immediate, anche coinvolgendo enti locali e associazioni per la difesa degli animali.

Le autorità italiane, in vista dell’applicazione della legge, stanno rafforzando la collaborazione tra forze dell’ordine, veterinari e associazioni, per individuare con più precisione gli autori di maltrattamenti e per sensibilizzare la popolazione alla responsabilità verso gli animali. Questo percorso appare indispensabile soprattutto nelle aree più svantaggiate, dove si intrecciano anche problemi sociali e di marginalità.

L’evento di Naro rappresenta uno dei casi più cruenti recentemente accaduti, e richiama l’attenzione sulle difficoltà ancora presenti nel garantire rispetto e tutela per gli animali, anche alla luce delle nuove norme che, se applicate con rigore, possono contribuire a frenare questi drammi.