L’intervista rilasciata dal primo ministro francese François Bayrou a quattro emittenti televisive pochi giorni prima del voto di fiducia programmato per l’8 settembre 2025 ha scatenato una reazione durissima dall’opposizione. Le parole pronunciate da Bayrou, comprese accuse di dumping fiscale verso l’Italia, hanno acuito la crisi politica in Francia, già segnata da tensioni interne e scontri con il Paese vicino. Le critiche raccolte rivelano un clima di forte scontro e instabilità all’interno del governo Macron.
L’intervista di bayrou: un passaggio delicato che infiamma il dibattito politico
Françoi Bayrou ha scelto un momento particolarmente delicato per parlare apertamente in televisione, con meno di una settimana al voto di fiducia sull’operato del governo. L’intervista, trasmessa all’inizio di settembre 2025 su quattro canali, è stata definita da molte figure politiche “un naufragio” e “una fonte di panico”. Bayrou ha espresso posizioni nette, comprese critiche sull’atteggiamento fiscale dell’Italia, accusata di praticare dumping. Questa dichiarazione ha rafforzato un confronto già acceso tra i due paesi, aggiungendo tensioni diplomatiche al quadro politico nazionale.
L’intervista ha messo in luce il momento di difficoltà della maggioranza e la fragilità di Bayrou come primo ministro, soprattutto se si considera l’avvicinarsi della votazione cruciale. Le opinioni espresse sono state accusate di diffondere insicurezza sui mercati e di alimentare la confusione politica interna. Lo stesso primo ministro si è mostrato incapace di fornire risposte convincenti a molte domande della stampa, alimentando le critiche anche all’interno del suo stesso schieramento.
Accuse di dumping fiscale verso l’Italia e reazioni diplomatiche
L’attacco di Bayrou all’Italia riguardo a presunte pratiche di dumping fiscale ha scatenato una risposta immediata da parte di Palazzo Chigi. Secondo il premier francese, le politiche fiscali italiane metterebbero in difficoltà la concorrenza francese, creando squilibri nel confronto economico tra i due Paesi. Gli esponenti italiani hanno subito difeso la solidità e la trasparenza del proprio sistema fiscale, respingendo le accuse come infondate e pregiudizievoli.
Questa controversia si inserisce in un quadro più ampio di tensioni soffiate da divergenze economiche e politiche tra Francia e Italia, entrambi membri importanti dell’Unione Europea. Non è la prima volta che questi attriti emergono pubblicamente, ma la scelta di Bayrou di sollevare il tema durante un’intervista televisiva di così grande portata ha contribuito ad acuire il disagio diplomatico. La disputa rischia di complicare ulteriormente i rapporti bilaterali e di influenzare negativamente la cooperazione tra i due Paesi.
Reazioni vibranti dall’opposizione: un coro di accuse e denunce
Le dichiarazioni di Bayrou hanno provocato un’ondata di condanne tra i principali leader dell’opposizione francese. Ségolène Royal, ex ministra e figura storica del Partito Socialista, ha denunciato come Bayrou “semini disordine” e contribuisca a peggiorare la situazione politica giorno dopo giorno. Royal ha messo in discussione la legittimità del suo ruolo di primo ministro, parlando di un aumento della “mancanza di controllo” e di soluzioni reali da parte del governo.
Jean-Luc Mélenchon, leader del movimento Insoumis, ha definito Bayrou “miserabile” e ha accusato il governo di voler tagliare posti di lavoro nel pubblico impiego, lasciando intendere che lo sciopero generale previsto per il 10 settembre sia una risposta diretta a queste politiche. La deputata Manon Aubry ha definito l’intervista “completamente catastrofica”, segnalando bugie e disprezzo verso i cittadini da parte del premier.
Anche esponenti della destra come Eric Ciotti hanno risposto con durezza, interrogando Bayrou sui presunti “sforamenti di bilancio” riferiti ai costi della generazione dei baby boomer. Marine Tondelier, a capo dei Verdi, ha accusato Bayrou di mancanza di rispetto nei confronti del popolo e delle opposizioni, definendo l’intervista un vero “schiaffo” e sottolineando come le proposte diverse da quelle del premier vengano sistematicamente ignorate o demonizzate.
Il vice presidente del Rassemblement National, Sébastien Chenu, ha commentato l’intervista definendo Bayrou come un “primo ministro allo stremo”, incapace di gestire nemmeno una semplice comunicazione con Marine Le Pen, un ulteriore sintomo di una crisi di governo profonda e irrisolta.
Il voto di fiducia dell’8 settembre rappresenterà un momento fondamentale per valutare la tenuta dell’esecutivo guidato da Bayrou, mentre le divisioni con l’opposizione segnano un quadro politico sempre più complicato e teso. Le parole del primo ministro hanno acceso un brusco confronto interno e hanno alimentato tensioni diplomatiche con un Paese vicino. La situazione resta in evoluzione con gli occhi puntati sull’imminente voto e sulle possibili conseguenze per la stabilità governativa.