Pochi giorni dopo aver conquistato gli US Open, Aryna Sabalenka ha scelto di aprirsi sul tema della salute mentale in un’intervista con Jay Shetty. La numero uno del tennis femminile ha raccontato le difficoltà incontrate agli inizi e come nel tempo abbia imparato a gestire emozioni e responsabilità.
Un percorso complicato: tra psicoterapia e dipendenza dalla psicologa dello sport
Sabalenka ha ripercorso quei primi anni nel circuito, un periodo in cui ha lavorato per circa quattro o cinque anni con una psicologa dello sport. All’inizio, quel supporto le è sembrato fondamentale, ma poi si è resa conto che in certi aspetti non bastava.
La tennista ha ammesso di essere diventata dipendente da quella figura, affidandole il compito di risolvere i suoi problemi. Ma così facendo, senza intervenire davvero su se stessa, finiva per ripetere gli stessi errori. Questa consapevolezza è stata uno spartiacque: ha capito che per crescere doveva cambiare approccio e assumersi la responsabilità del proprio equilibrio mentale.
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Prendere in mano le redini delle proprie emozioni
Dopo questa presa di coscienza, Sabalenka ha deciso di chiudere quel capitolo e iniziare un percorso più autonomo. Per lei è stato come scoprire davvero chi è. Ha imparato a controllare le emozioni, a gestire meglio le situazioni senza scaricare sugli altri la responsabilità delle sue reazioni.
Questa svolta è stata fondamentale per rafforzare la sua mente, non solo nel tennis ma nella vita di tutti i giorni. Allontanarsi dalla psicologa le ha permesso di trovare un nuovo equilibrio, aprendo la strada a una crescita personale più solida e duratura.
Il trionfo agli US Open: la prova del nuovo equilibrio mentale
Sabalenka ha collegato il successo agli US Open proprio a questo nuovo modo di gestire le emozioni. Ha spiegato che quella vittoria è stata la conferma del lavoro mentale fatto, che le ha permesso di affrontare con lucidità la pressione e i momenti difficili.
Durante la finale ha messo in pratica tutto ciò che ha imparato: controllare l’ansia, restare concentrata, mantenere la forza interiore necessaria per portare a casa il titolo. La numero uno del mondo si è detta orgogliosa di come ha gestito quella sfida, sottolineando quanto sia importante prepararsi mentalmente tanto quanto fisicamente e tecnicamente.
Per lei, questo successo è più di un trofeo: è la tappa di un percorso di maturazione che l’ha portata a consolidarsi ai vertici del tennis mondiale.