La missione Artemis 2, prevista per il prossimo anno, rappresenta il ritorno della NASA con equipaggio nello spazio profondo dopo più di mezzo secolo. Durante questo viaggio intorno alla Luna, gli astronauti non solo testeranno la capsula Orion, ma diventeranno anche soggetti per studi biomedici fondamentali per conoscere gli effetti del volo spaziale sulla salute umana. Le rilevazioni riguarderanno sonno, stress, sistema immunitario e l’impatto delle radiazioni, con l’obiettivo di preparare futuro personale per missioni più lunghe.
La missione artemis 2: volo con equipaggio verso l’orbita lunare
Artemis 2 sarà il primo lancio con equipaggio del programma Artemis e vedrà quattro astronauti salire a bordo della capsula Orion per un viaggio intorno alla Luna. La missione, pianificata per durare circa dieci giorni, si svolgerà nel cosiddetto ambiente cislunare, cioè nella zona di spazio fra Terra e Luna. Qui, la NASA metterà alla prova la resistenza e le capacità della nuova navicella in condizioni realistiche, in vista di futuri allunaggi e permanenze prolungate dell’uomo nello spazio oltre l’orbita terrestre bassa, non più visitata con equipaggio umano dal 1972.
Durante il volo, la comitiva di quattro astronauti sarà anche oggetto di diversi studi biomedici, trasformandosi in volontari sotto osservazione diretta per capire come il corpo affronta le sfide di un viaggio nello spazio profondo. Attraverso monitoraggi e prelievi, si studieranno le variazioni di vari parametri fisiologici, fondamentali per formare astronauti pronti a missioni di durata maggiore.
Quali indagini mediche affronteranno gli astronauti in orbita lunare
I ricercatori della NASA raccoglieranno campioni biologici dagli astronauti prima, durante e dopo la missione. Sangue, urina e saliva verranno prelevati in più momenti: durante l’addestramento terrestre, in volo e nella fase di recupero a terra. Questi elementi aiuteranno a osservare come varia la salute cardiovascolare, il funzionamento del sistema immunitario, lo stress e i cambiamenti metabolici che accompagnano un viaggio spaziale fuori dall’orbita terrestre bassa.
Il monitoraggio costante garantirà uno sguardo approfondito su come l’organismo reagisce ai fattori ambientali di uno spazio più distante dalla Terra. La NASA valuta che sia necessario studiare ogni fase, dal periodo precedente al lancio alla fase di adattamento dopo il ritorno, per capire come il corpo umano reagisce e si riprende da un’esperienza cosi complessa.
Monitoraggio di sonno e stress: come cambia il ritmo umano nello spazio profondo
Gli astronauti di Artemis 2 indosseranno durante la missione sensori da polso in grado di registrare i loro movimenti e le ore di sonno. Questi dati verranno confrontati con quelli raccolti prima del viaggio e dopo il rientro per valutare come la permanenza a 384 mila chilometri dalla Terra influenzi le capacità cognitive e fisiche del team.
L’attenzione è rivolta soprattutto alla prontezza dei riflessi, ai livelli di stress, e alla coesione del gruppo, aspetti essenziali per la gestione di qualsiasi emergenza durante una missione spaziale di questa portata. Nel contesto di Artemis 2, il progetto Artemis Research for Crew Health and Readiness rivolge proprio lo sguardo a questi fattori, per capire che tipo di condizioni possono nascere quando un equipaggio rimane per un periodo prolungato lontano dalla Terra.
Esposizione alle radiazioni e risposta del sistema immunitario durante la missione
Le radiazioni rappresentano un rischio concreto nelle missioni cislunari. Per questa ragione, anche il sistema immunitario degli astronauti sarà osservato attraverso marcatori raccolti nei campioni di saliva e sangue. Questi marcatori permettono di valutare la risposta dell’organismo alle radiazioni spaziali.
Dispositivi a bordo della capsula registreranno i livelli di radiazioni in tempo reale, rilevando anche eventuali picchi provocati da eventi come tempeste solari. Al verificarsi di livelli troppo elevati, gli astronauti possono ricorrere a soluzioni per schermarsi, sfruttando la posizione tra lo scudo termico della navicella e gli oggetti a bordo, che offrono una barriera più efficace contro le radiazioni penetranti rispetto ad altri materiali.
Questi test sono fondamentali per stabilire protocolli di sicurezza che salvaguardino la salute dei membri dell’equipaggio, ampliando la conoscenza necessaria per missioni future di durata superiore e in ambienti ancora meno protetti come Marte.
La missione Artemis 2 sarà quindi un banco di prova essenziale per la scienza medica spaziale e le tecnologie di bordo, un passaggio cruciale per preparare il ritorno umano alla Luna e oltre.