La polizia di ravenna ha eseguito nove misure cautelari in un istituto penale minorile, su richiesta della procura per i minorenni di bologna. Le ordinanze riguardano altrettanti minori stranieri non accompagnati, ritenuti parte di un gruppo criminale responsabile di una serie di reati contro le persone e il patrimonio. Le accuse comprendono episodi gravi come tentati omicidi, furti e aggressioni, concentrati in particolare nelle zone adiacenti la stazione ferroviaria e sul litorale della città romagnola. L’operazione ha coinvolto anche altre province italiane, in cui alcuni indagati erano stati trasferiti recentemente.
Attività criminali del gruppo di minorenni stranieri non accompagnati
Le indagini hanno evidenziato che il gruppo composto da minorenni stranieri non accompagnati ha agito con continuità su diversi fronti criminali. Una delle serate più critiche ha visto la complicità nella serie di furti e rapine sul litorale di ravenna, tutti concentrati in poche ore. La capacità del gruppo di operare in modo coordinato ha suscitato una forte allarme nella popolazione locale.
Non si è trattato solo di reati contro il patrimonio, ma anche di atti di violenza diretti contro le persone: un episodio particolarmente grave, avvenuto a fine maggio, consiste in un tentato omicidio ai danni di un viaggiatore vicino alla stazione. I minorenni hanno utilizzato un machete per assalire la vittima, ferendola al capo, un gesto che ha acceso ulteriormente la preoccupazione pubblica.
Leggi anche:
Altre forme di aggressività
L’aggressività del gruppo si è manifestata inoltre in altre forme: sono state segnalate più aggressioni con spray al peperoncino, finalizzate ad immobilizzare o intimidire le vittime. In alcune occasioni alcuni arrestati sono stati fermati in stazione armati di machete e coltelli di grandi dimensioni mentre si muovevano in gruppi numerosi. Questo tipo di comportamento ha aggravato le contestazioni a loro carico, confermando la pericolosità della banda.
I capi di imputazione contestati dalla procura di bologna
La procura della repubblica presso il tribunale per i minorenni di bologna ha formulato trentaquattro capi di imputazione contro i giovani accusati. Le contestazioni principali riguardano lesioni aggravate, tentato omicidio, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Accanto a queste, figura il porto abusivo di armi e strumenti atti ad offendere, data la presenza di armi improprie come machete e coltelli nei confronti di molte vittime.
Furti, rapine e ricettazione completano la lista dei reati in cui i giovani sono coinvolti. Anche il traffico di sostanze stupefacenti ai fini della cessione è tra i reati oggetto di inchiesta. Questi reati si sono verificati principalmente nelle zone attorno alla stazione ferroviaria di ravenna, all’interno di treni e sul litorale della città.
Quadro criminale e associazione per delinquere
L’insieme delle accuse definisce un quadro criminale articolato, fatto di violenze fisiche e furti reiterati, che hanno pesato sulla sicurezza pubblica. La procura ha individuato un’associazione per delinquere come struttura organizzativa dietro le azioni di questi minorenni, a conferma del livello di pericolosità e della volontà di perseguire obiettivi criminali in modo collettivo.
Operazioni di polizia e territori interessati dalle misure cautelari
Le esecuzioni delle misure cautelari hanno avuto carattere nazionale. La squadra mobile di ravenna ha operato non solo nel suo territorio ma anche in diverse province d’italia dove alcuni degli indagati erano stati spostati nei mesi scorsi. Tra queste si segnalano parma, l’aquila, pescara e caserta.
I trasferimenti recenti di questi minorenni nelle nuove località avevano lo scopo di riorganizzare la gestione degli stessi, ma non hanno impedito che rimanessero coinvolti nelle attività criminali oggetto di indagine.
Azione coordinata delle forze dell’ordine
L’azione coordinata delle forze dell’ordine ha permesso di individuare i soggetti principali, portando a un intervento mirato che blocca, in parte, la presenza criminale legata a questi giovani stranieri non accompagnati. La scelta di procedere con misure cautelari in un istituto penale minorile punta a contenere eventuali ulteriori violenze e reati, tutelando così la sicurezza della collettività locale.
Gli sviluppi di questa operazione saranno determinanti per valutare il futuro giudiziario degli imputati e l’eventuale impatto anche in altre realtà coinvolte.