Il Parlamento Europeo spinge per riconoscere lo Stato Di Palestina invitando a superare l’impasse a Gaza

Il Parlamento Europeo Spinge P

Parlamento Europeo sollecita il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine del blocco a Gaza. - Gaeta.it

Sofia Greco

12 Settembre 2025

La discussione europea sulla crisi di Gaza raggiunge un nuovo momento politico con l’approvazione di una risoluzione cruciale al Parlamento di Strasburgo. Il testo, frutto dell’accordo tra gruppi S&D, Verdi e Renew, affronta la situazione umanitaria, denuncia le violenze e propone una strada diplomatica che coinvolge il riconoscimento dello Stato di Palestina. La posizione del governo israeliano, con la ferma opposizione di Netanyahu, rimane netta e contraria.

La risoluzione del Parlamento Europeo mette al centro la crisi umanitaria e la soluzione politica a due stati

Il Parlamento europeo ha votato a maggioranza il testo intitolato «Gaza al limite: l’azione dell’Ue per combattere la carestia, l’urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due Stati». Il voto è stato di 305 favorevoli, 151 contrari e 122 astenuti, con il sostegno principalmente di PPE, S&D, Renew, Verdi e una parte della Left, mentre Lega e Patrioti hanno votato contro. I Cinquestelle si sono schierati tra i contrari, e fra gli astenuti figurano anche esponenti di ECR e Fratelli d’Italia.

Il documento denuncia con forza la «catastrofica» situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, in particolare l’impatto del blocco israeliano che ha provocato carestia e mancanza di accesso a beni essenziali. I deputati hanno chiesto all’UE di agire rapidamente per garantire aiuti senza ostacoli, con un controllo stretto sulla distribuzione, rimettendo in funzione l’UNRWA e riaprendo tutte le vie di accesso necessarie per cibo, acqua e medicinali. Il testo avverte che la popolazione civile soffre per la mancanza di risorse e la distruzione delle infrastrutture vitali e ricorda che le parti coinvolte devono rispettare il diritto internazionale umanitario.

In particolare, si chiede un cessate il fuoco immediato e il rilascio senza condizioni degli ostaggi israeliani tenuti a Gaza, con l’Unione Europea e gli Stati membri impegnati diplomaticamente a esercitare pressioni su Hamas per ottenerne la liberazione. Il Parlamento condanna duramente i «crimini barbarici» di Hamas e propone sanzioni mirate contro il gruppo terroristico, riaffermando al contempo il diritto di Israele alla difesa, sempre nel rispetto del diritto internazionale.

Le tensioni tra diritto alla difesa e protezione della popolazione civile

Il testo esprime preoccupazione per le operazioni militari israeliane che hanno colpito soprattutto i civili nella Striscia di Gaza. Mentre riconosce il diritto di Israele all’autodifesa, il Parlamento europeo sottolinea che questo non può giustificare attacchi «indiscriminati». Si denuncia anche l’uso da parte di Hamas di civili come scudi umani.

Viene appoggiata la sospensione, decisa dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, dei contributi bilaterali all’autorità israeliana e la sospensione parziale dell’accordo commerciale con Tel Aviv. Sostegno anche alle sanzioni contro coloni israeliani accusati di violenze in Cisgiordania e Gerusalemme Est, e contro due ministri israeliani, Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, protagonisti di posizioni fortemente criticate dall’Europarlamento.

I deputati chiedono inoltre indagini complete su crimini di guerra e possibili violazioni del diritto internazionale, con l’obiettivo di stabilire le responsabilità sia di attori israeliani sia palestinesi.

La spinta politica per riconoscere Palestina e l’appello al cambiamento nella leadership di gaza

Oltre alle misure urgenti, la risoluzione esprime chiaramente la necessità di rinnovare il processo verso la soluzione dei due Stati. Invita UE e Stati membri a intensificare la pressione diplomatica per ottenere progressi politici concreti entro l’Assemblea generale ONU di settembre 2025. La smilitarizzazione completa di Gaza e l’esclusione di Hamas dal governo sono posti come condizioni essenziali per una pace duratura.

Il Parlamento europeo chiede che l’Autorità palestinese torni a essere l’unico organo di governo, in una forma riformata, e sottolinea come la creazione di uno Stato di Palestina rappresenti una condizione fondamentale per la sicurezza di Israele e la stabilità regionale. Per questo motivo si invita esplicitamente ogni Paese UE a prendere in considerazione il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese nel futuro prossimo.

La risposta netta di netanyahu e la polemica con Spagna e sánchez

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reagito subito rigettando qualsiasi ipotesi di Stato palestinese. Intervenendo durante la cerimonia di un nuovo insediamento a Maale Adumim, Cisgiordania, ha affermato che «non verrà mai creata una nuova entità territoriale palestinese», insistendo sul diritto di Israele a mantenere quei territori.

L’ufficio del premier ha condannato duramente le dichiarazioni del presidente spagnolo Pedro Sánchez, che si era detto preoccupato per la situazione e aveva ammesso i limiti della Spagna nel fermare l’offensiva israeliana a Gaza, citando la mancanza di armi nucleari. Le parole di Sánchez sono state definite da Tel Aviv «una minaccia genocida», riattivando antiche tensioni storiche tra Spagna e comunità ebraica.

La polemica è nata nelle ore successive agli annunci del governo spagnolo su nuove iniziative per sostenere la cessazione delle ostilità e «fermare il genocidio» a Gaza, con Sánchez che ha sottolineato la volontà di non arrendersi pur senza strumenti militari diretti di peso. Le reazioni da Israele hanno richiamato episodi storici di persecuzioni antiebraiche, accentuando il clima già teso.

Il dialogo fra Europa, Israele e Palestina resta dunque profondamente diviso, tra richieste di aiuti umanitari, pressioni per progressi politici e forti opposizioni sulle condizioni territoriali e politiche. Il Parlamento europeo ha tracciato un quadro che spinge verso la soluzione dei due Stati, ma la strada risulta ancora irta di ostacoli.