Arresti a Scampia per Racket, al Centro Clan Amato-pagano e Minacce a un Autolavaggio

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Arresti a Scampia per racket e minacce legate al clan Amato-Pagano. - Gaeta.it

Armando Proietti

17 Settembre 2025

L’area nord di Napoli torna al centro delle indagini antimafia con l’arresto di tre persone legate al clan Amato-Pagano. La vicenda parte da una denuncia di un commerciante di Scampia, vittima di una tentata estorsione e di minacce, che ha permesso di far luce su un tentativo di imposizione del clan su un’attività locale.

Il sequestro e le misure cautelari eseguite all’alba a Scampia

All’alba del 2025, la squadra mobile di Napoli ha messo in atto un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, culminata con l’arresto di tre uomini accusati di mafia e tentata estorsione. Il provvedimento è scaturito da una denuncia presentata da un proprietario di un autolavaggio di Scampia che si era rifiutato di consegnare le chiavi dell’attività a presunti esponenti del clan.

I tre arrestati sono: Pietro Caiazza, di 63 anni, considerato una figura storica del cosiddetto Lotto G e cugino del capoclan Raffaele Amato, e Saverio Emanuele Margarita, 32 anni, entrambi portati in carcere. Per Gennaro Villone, 20 anni, sono stati stabiliti i domiciliari. Le indagini hanno tratto spunto dalla testimonianza del commerciante e dalle immagini dei circuiti di videosorveglianza che hanno permesso di ricostruire i suoi incontri con gli indagati.

Durante una perquisizione, la polizia ha anche sequestrato una pistola semiautomatica con munizioni, rinforzando le accuse nei confronti dei due soggetti finiti in carcere, ora in attesa di interrogatorio di garanzia.

Le minacce al titolare dell’autolavaggio e la strategia del clan

Secondo la ricostruzione della polizia, nei mesi precedenti aprile, i tre hanno più volte incontrato il proprietario dell’autolavaggio con una richiesta precisa: abbandonare l’attività e consegnare le chiavi. Avrebbero fatto sapere che il comando arrivava direttamente da Pietro Caiazza, ritenuto capo dei cosiddetti “Scissionisti”, una fazione del clan Amato-Pagano.

In un secondo appuntamento i malintenzionati hanno indicato addirittura un orario in cui il commerciante avrebbe dovuto presentarsi personalmente nello stabile, per essere incontrato da Caiazza in persona. Una pressione violenta che però non ha intimidito il titolare, il quale ha preferito rivolgersi alla polizia.

Questa denuncia ha rappresentato la svolta per le forze dell’ordine, che hanno poi raccolto prove e materiale video. Le immagini di sorveglianza hanno documentato i movimenti degli indagati, mentre il sequestro dell’arma ha aggiunto elementi fondamentali alla procedura.

Il peso di Pietro caiazza nel clan amato-pagano e la storia di scissioni interne

Il nome di Pietro Caiazza è noto alle forze dell’ordine per il suo ruolo di vertice all’interno del clan Amato-Pagano. Da tempo gestisce il controllo del Lotto G, settore strategico nel nord di Napoli, diventando un uomo di punta della “lady di ferro” Rosaria Pagano, una delle figure più influenti del gruppo.

La parentela con Raffaele Amato, uno dei capi storici noti come “‘a vecchiarella”, rafforza il suo status. Negli anni scorsi, precisamente nel 2016, Caiazza rischiò la vita per un conflitto interno che vedeva contrapposti lui e Ciro Mauriello, numero due della cosca. Mauriello aveva programmato di eliminarlo, ma l’intervento decisivo di Rosaria Pagano evitò il peggio, lasciando intatto l’equilibrio interno del clan.

L’episodio rappresenta un segnale dei contrasti e delle tensioni che attraversano il clan, dove i rapporti familiari e le alleanze giocano un ruolo cruciale nella gestione del potere criminale. Caiazza rimane oggi un riferimento della fazione dei “Scissionisti” che si contrappongono ad altri gruppi della criminalità organizzata locale.

L’intensificarsi delle attività estorsive a scampia Nell’Estate 2025

Le indagini confermano che le estorsioni restano un fenomeno radicato nella zona nord di Napoli, soprattutto nella periferia come Scampia. Nel corso dell’estate, gli agenti hanno registrato una serie di richieste di denaro a numerosi commercianti, accompagnate anche da minacce e intimidazioni dirette.

La lotta per il controllo del territorio continua a scatenare scontri tra clan rivali. Da una parte gli Amato-Pagano, dall’altra la famiglia Vanella Grassi. Entrambe le organizzazioni continuano a esercitare pressione sui commercianti locali per imporre il pizzo, alimentando così un clima di paura diffusa fra le imprese.

Questi arresti dimostrano che le forze dell’ordine mantengono alta l’attenzione su questi fenomeni, impegnandosi nel contrasto al racket e nella tutela delle vittime che sempre più spesso si rivolgono agli investigatori, rompendo il muto consenso che favorisce le cosche criminali.