L’Italia ha avviato un piano senza precedenti per rinnovare la rete ferroviaria con un investimento di 300 miliardi di euro destinati a infrastrutture e stazioni. Quest’opera mira a riportare le ferrovie al centro della mobilità nazionale, segnando un cambiamento simile a quello della ricostruzione postbellica. Il progetto coinvolge sia grandi interventi a livello nazionale sia opere locali che influenzeranno la vita quotidiana degli utenti.
Un investimento storico per le ferrovie italiane dopo decenni di attesa
Secondo il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, l’entità dell’investimento rappresenta “un lavoro come in Italia non si è visto dalla ricostruzione postbellica”. Con una rete ferroviaria che ha una media di novant’anni di età per chilometro, l’intervento si impone come urgente. Il piano prevede un ammodernamento completo della rete con l’obiettivo di completare entro il 2032 i corridori europei e le opere di alta velocità e connettività finora fermate.
Il programma di interventi è sostenuto dalla collaborazione tra il ministero, le società del settore e il supporto del vicepremier Salvini. Si tratta di un progetto complesso che si propone di rinnovare non solo la rete esistente ma anche di integrare le ferrovie con altre forme di mobilità, ampliando così il ruolo del trasporto su ferro nella mobilità quotidiana e interregionale.
Cantieri aperti e disagi temporanei per un futuro più efficiente
Rixi ha ammesso che gli interventi in corso generano disagi per gli utenti a causa della presenza di numerosi cantieri in una fase di traffico ferroviario particolarmente intenso. Ha descritto la situazione come “ristrutturare una casa con gli ospiti in sala da pranzo”, evidenziando la difficoltà nel gestire i lavori senza interrompere completamente i servizi.
I disagi sono però giustificati dall’opera di ammodernamento che promette una durata superiore ai cento anni. L’obiettivo è la creazione di un sistema integrato di mobilità che consenta agli italiani di spostarsi senza dover ricorrere all’automobile, specialmente su tratte più lunghe. Il progetto prevede la consegna dei primi importanti risultati già nel 2026 con interventi mirati come quelli sul nodo ferroviario di Genova, polo strategico per la connettività nazionale.
Un doppio livello di interventi dall’alta velocità ai miglioramenti nelle stazioni
Il piano investe su due direttrici parallele. A livello nazionale, sono previsti interventi dal grande impatto come il completamento della Tav e il Ponte sullo Stretto. Questi progetti garantiscono collegamenti rapidi e connessioni europee potenziate.
Parallelamente, si lavorerà su opere più legate alla vita di tutti i giorni come la riqualificazione delle stazioni e l’abbattimento delle barriere architettoniche. I marciapiedi delle stazioni verranno adeguati per eliminare problemi di accessibilità, migliorando l’esperienza per disabili e famiglie. Questi interventi renderanno il trasporto ferroviario più inclusivo e funzionale su scala locale, con effetti tangibili per milioni di passeggeri.
L’orizzonte 2032 come punto di arrivo per il rinnovo completo della rete
Il viceministro ha sottolineato che il progetto si concluderà nel 2032, cinque anni dopo la fine dell’attuale legislatura. Ritiene importante che la visione condivisa dal governo attuale resti nelle mani di chi lo seguirà, in modo da portare a termine i lavori.
Il piano nasce dall’impegno del ministro alle infrastrutture Salvini, descritto come “il primo ministro a destinare risorse così rilevanti allo sviluppo delle ferrovie del futuro”. Questo progetto segna una stagione nuova per la mobilità italiana, in cui trasporto su ferro e connessioni integrate diventeranno un punto fermo per spostamenti più sostenibili e rapidi in tutto il paese.