Arrestato a Ghaziabad uomo che gestiva una falsa ambasciata promettendo lavori all’estero

Arrestato a Ghaziabad uomo che gestiva una falsa ambasciata promettendo lavori all’estero

Harshvardhan Jain arrestato a Ghaziabad per aver creato una falsa ambasciata con documenti contraffatti, coinvolto in riciclaggio e truffe promettendo lavori all’estero tramite stati inesistenti come Seborga.
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Un uomo in India è stato arrestato per aver creato una falsa ambasciata, spacciandosi per ambasciatore di paesi inesistenti e truffando molte persone con promesse di lavoro all’estero, coinvolgendo anche riciclaggio e contraffazione di documenti. - Gaeta.it

Un uomo di 47 anni, Harshvardhan Jain, è stato arrestato dalla polizia indiana a Ghaziabad, vicino a Nuova Delhi, per aver condotto una falsa ambasciata in un appartamento in affitto. Jain si spacciava per ambasciatore di paesi inesistenti e avrebbe raggirato molte persone promettendo impieghi all’estero. Dietro questa frode si nascondono anche sospetti di riciclaggio e contraffazione di documenti.

La falsa rappresentanza diplomatica e le entità inventate

La vicenda è venuta alla luce il 26 luglio 2025, quando la task force dello stato dell’Uttar Pradesh ha identificato l’attività di Jain. L’uomo si presentava come rappresentante ufficiale o ambasciatore di stati mai esistiti, come “Seborga” e “Artico occidentale”. Questi nomi non figurano in alcun elenco internazionale e non hanno riconoscimento diplomatico reale. Jain utilizzava questi titoli per attirare persone in cerca di lavoro all’estero, promettendo opportunità che naturalmente non potevano esistere. Le indagini hanno rivelato come Jain avesse creato un ambiente credibile all’interno di un edificio residenziale di Ghaziabad, che fungeva da sede della falsa ambasciata.

Un largo numero di vittime e documenti contraffatti

Il raggiro ha coinvolto un largo numero di vittime, probabilmente attratte dalle garanzie diplomatiche e dai documenti che Jain forniva. Le forze dell’ordine hanno recuperato materiale fraudolento: fotografie modificate lo riprendono insieme a capi di stato e funzionari, con sigilli contraffatti di ministeri degli Esteri di diversi paesi. Questa documentazione serviva a dare un’aura di legittimità all’operazione, attirando così ulteriori persone da truffare.

I sospetti di riciclaggio e possesso di documenti falsi

L’arresto ha permesso di scoprire che l’attività di Jain andava ben oltre la semplice frode legata ai falsi incarichi diplomatici. È emerso un giro di riciclaggio di denaro, realizzato tramite società di comodo all’estero, usate per mascherare provenienza e movimentazioni illecite. La polizia ha recuperato ingenti somme di contanti in diverse valute, superiore a 4,5 milioni di rupie indiane, equivalenti a circa 38mila sterline, oltre a quattro veicoli con targhe diplomatiche false.

Altri reati contestati e materiale sequestrato

Tra gli altri reati contestati ci sono la contraffazione e il possesso di documenti falsi. Il materiale sequestrato includeva certificati, patenti di guida e passaporti contraffatti, usati per confermare l’identità fittizia di Jain e dei suoi affiliati. L’uso di targhe diplomatiche contraffatte inoltre faceva sembrare i veicoli ufficiali, facilitandone la circolazione e diminuendo i controlli da parte delle autorità.

L’indagine continua, con la polizia che sta provando a ricostruire la rete di persone coinvolte e le eventuali cooperazioni all’estero. L’operazione ha smantellato un sistema complesso, gestito da Jain per almeno diversi anni, che sfruttava il desiderio di lavoro nel mercato internazionale per costruire una frode sofisticata e prolungata.

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