Un gruppo di uomini residenti nel parco verde di Caivano è stato arrestato con l’accusa di aver rubato auto per poi chiedere denaro alle vittime in cambio della restituzione dei veicoli. I carabinieri hanno individuato i responsabili grazie alle immagini raccolte nel “progetto Caivano”, sistema di videosorveglianza messo in campo per monitorare attività criminali nel quartiere.
Il metodo del “cavallo di ritorno” usato per estorcere denaro alle vittime
I tre indagati, di età compresa tra 38 e 55 anni, avrebbero agito seguendo una tecnica che prevede il furto dei veicoli e la successiva richiesta di riscatto ai proprietari. Dopo aver rubato le auto, spesso utilizzando mezzi a noleggio per non farsi riconoscere, contattavano direttamente i proprietari chiedendo denaro per restituire i veicoli. Questo tipo di estorsione è noto come “cavallo di ritorno” e rappresenta un fenomeno diffuso in diverse aree urbane. I carabinieri della stazione di Caivano hanno collaborato per mesi alle indagini, raccogliendo testimonianze e prove che hanno confermato la responsabilità dei soggetti.
Il supporto delle telecamere nel “progetto caivano” e le fasi delle indagini
Le telecamere installate nel quadro del progetto Caivano sono state decisive per ricostruire le dinamiche degli episodi criminali. Le immagini hanno ripreso i momenti dei furti e le targhe delle auto usate dagli indagati. Grazie a questi filmati, i carabinieri sono riusciti a collegare gli arrestati ai crimini contestati. La Procura di Aversa ha coordinato il lavoro investigativo, che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ad opera del gip del tribunale di Napoli Nord. I reati contestati ai tre comprendono furto aggravato, ricettazione ed estorsione, tutti connessi agli episodi verificatisi nel rione.
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Gli investigatori continuano a lavorare per capire se i soggetti presi in custodia siano responsabili di altri fatti analoghi nella zona o altrove. La presenza di una rete di telecamere e la collaborazione con la Procura si confermano strumenti chiave per intercettare e bloccare simili attività illecite. Il controllo nel parco verde ha trovato un alleato nelle tecnologie di videosorveglianza e nelle attività di intelligence sul territorio. A Caivano si resta quindi in allerta, mentre la giustizia prende corpo con i provvedimenti in atto e le verifiche ancora da completare.