Una situazione di emergenza è stata segnalata in Molise, dove la presenza di carcasse bovine nel fiume ha richiesto l’intervento rapido delle autorità veterinarie e della Polizia Forestale. Le indagini preliminari hanno rivelato che alcuni degli animali trovati appartengono a un allevatore della zona, il quale è anche proprietario di un’azienda agricola situata nelle vicinanze del Pantano Zittola. Questo scenario ha sollevato preoccupazioni, soprattutto alla luce dell’epidemia di tubercolosi bovina che ha preso piede nell’area circostante.
Intervento tempestivo delle autorità competenti
Il Servizio Veterinario dell’ASREM di Isernia è stato immediatamente allertato, insieme al Nucleo di Polizia Forestale dei Carabinieri di Isernia. Le prime verifiche hanno determinato che il sito interessato si trova al confine con il Comune di Castel di Sangro, il che ha portato a un ampliamento dell’intervento. Oltre ai Carabinieri Forestali di Isernia, è stato coinvolto anche il Nucleo di Castel di Sangro e il Servizio Veterinario locale. Queste azioni coordinate mirano a gestire al meglio la situazione, prevenendo ulteriori rischi per la salute pubblica e animale.
Le indagini hanno rivelato che almeno alcune carcasse appartengono a un allevatore di Alfedena. Questo elemento ha complicato ulteriormente la situazione, dato che l’epidemia di tubercolosi bovina è ormai diffusa nel Comune di Montenero Valcocchiara. L’infezione potrebbe potenzialmente propagarsi attraverso la contaminazione delle carcasse, rendendo necessario un intervento immediato.
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Ostacoli per la rimozione delle carcasse
La posizione delle carcasse nel fiume ha reso particolarmente difficile la loro rimozione. Esposta ai rischi ambientali e sanitari, la situazione ha sollecitato così l’intervento anche dei Vigili del Fuoco di Castel di Sangro. Tuttavia, a causa della particolarità del caso, le operazioni di rimozione sono state rinviate a questa mattina. Le autorità hanno dovuto pianificare attentamente le operazioni, garantendo la sicurezza di tutti gli intervenuti e limitando il rischio di contagio.
La rimozione delle carcasse è stata coordinata con i Servizi Veterinari, i quali hanno disposto il sequestro amministrativo delle stesse. Questa misura è fondamentale per monitorare la situazione e impedire che gli animali venissero illecitamente rimossi dal luogo. È stato, inoltre, rafforzato il pattugliamento notturno da parte delle pattuglie dei Carabinieri Forestali e delle Guardie Parco, per evitare che animali selvatici potessero avvicinarsi alle carcasse, ingoiando possibili agenti patogeni.
Rischi dell’epidemia di tubercolosi bovina
L’epidemia di tubercolosi bovina che affligge la zona ha suscitato allerta tra gli allevatori e le autorità locali. La TBC è una malattia infettiva che colpisce i bovini, ma può avere ripercussioni anche sulla salute umana. La diffusione della malattia nel territorio richiede un’implementazione di misure di contenimento e screening regolari degli animali provenienti dalle aziende agricole, soprattutto in aree circoscritte.
La presenza di carcasse senza controllo nel fiume complica ulteriormente la gestione dell’epidemia. Oltre al rischio sanitario, c’è anche una preoccupazione legata all’inquinamento delle risorse idriche e del suolo, che potrebbero influenzare il delicato equilibrio ecologico della regione. Gli agricoltori e le autorità sono costretti a considerare strategie efficaci per prevenire focolai futuri e per garantire che le risorse locali restino sicure.
La situazione attuale rappresenta un allerta non solo per gli allevatori, ma anche per l’intera comunità, evidenziando l’importanza della sorveglianza veterinaria e delle operazioni di emergenza ben coordinate. Azioni rapide e decisive sono essenziali per garantire la protezione della salute pubblica e la salvaguardia degli allevamenti locali.