La mattina dell’8 luglio 2025 alla stazione di torino porta nuova ha visto una scena che ha scosso i presenti e ricade sotto la lente della cronaca. Un’avvocata torinese, mentre cercava di salire su un treno per motivi di lavoro, è stata vittima di un episodio di violenza verbale e fisica da parte del personale di sicurezza e controllo ferroviario. Il caso evidenzia tensioni nate in contesti di alta affluenza, con misure restrittive per i “treni del mare“.
La dinamica dell’incidente e la richiesta di aiuto di paola stringa
Paola Stringa, avvocata residente a torino, si è trovata coinvolta in un episodio di aggressione a porte chiuse ma davanti a molte persone. Arrivata alla stazione intorno alle 8:20, doveva prendere un treno per ceva ma i convogli del mattino verso il mare risultavano pieni e i biglietti contingentati. Dopo aver acquistato il biglietto per il treno successivo ha tentato di salire su quello precedente, sperando in una deroga. Ha spiegato con calma la propria situazione al controllore, chiedendo di poter parlare con il capotreno, senza mai disturbare o alzare la voce.
Secondo il suo racconto il personale ha risposto con arroganza, negandole ogni possibilità di confronto e passando subito a spintoni. La donna è stata fisicamente allontanata, nonostante fosse rimasta ferma e pacata. Il controllore ha usato toni offensivi, insultandola personalmente e facendo commenti sul suo aspetto e sull’età, quasi a cercare una forma di umiliazione davanti ai presenti. Questa escalation ha portato paola a una crisi di panico immediata, che l’ha costretta a rifugiarsi in biglietteria per diversi minuti.
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La reazione del personale ferroviario e l’intervento del capotreno
L’arrivo del capotreno ha segnato un momento surreale. A quel punto il controllore ha preso la parola in sua vece, impedendo alla donna di spiegare la propria versione. Il personale ha presentato paola come un problema, una “minaccia” da isolare, rigettando quindi ogni dialogo. La situazione si è chiusa con la donna zittita e di fatto esclusa da una conversazione che avrebbe potuto risolvere il problema senza tensioni.
Lo scontro ha messo in evidenza un approccio rigido delle norme, applicate senza flessibilità o attenzione alle persone. A chi chiedeva semplicemente una spiegazione e una soluzione, è stata riservata la prevenzione attraverso la forza fisica e la delegittimazione pubblica. La presenza di altri viaggiatori non ha fermato la condotta intimidatoria del controllore.
La denuncia di paola stringa e il messaggio pubblico contro l’arroganza
Dopo l’episodio paola ha scelto di raccontare tutto sui social network, esprimendo il suo stato d’animo e rivendicando rispetto. Ha descritto i fatti in modo chiaro, sottolineando quanto non si tratti di un semplice rifiuto all’accesso ma di un’aggressione vera e propria, con violenza fisica e verbale. L’avvocata ha annunciato l’intenzione di presentare querela per aggressione, oltraggio e abuso di potere, con l’obiettivo di mettere fine a simili comportamenti.
Nel suo messaggio non denuncia solo l’atto ma punta il dito contro un sistema che spesso si limita a imporre i regolamenti senza ascoltare o mediare. La questione centrale resta il rispetto per le persone, anche in momenti di grande afflusso e pressione. L’invito è rivolto a tutti, perché episodi simili non rimangano impuniti né ignorati.
La versione di fs security e la gestione dei controlli in giorni di forte affluenza
A poche ore dalla diffusione della denuncia, fs security — la società incaricata della sicurezza e dei controlli alla stazione — ha risposto ufficialmente. In un comunicato ha negato ogni accusa di violenza o insulto da parte del personale coinvolto, spiegando che le operazioni di controllo sono state particolarmente rigide a causa dell’alta affluenza per i treni diretti al mare.
Secondo fs security non è stato permesso salire su quei convogli senza biglietto valido e non si sono registrati episodi di spintoni o offese. Le verifiche interne sono state aperte per chiarire quanto accaduto. L’azienda ha sottolineato la difficoltà di gestire situazioni complesse con un’affluenza elevata ma ha rigettato la ricostruzione dell’avvocata, attribuendo l’episodio a un normale controllo rispettoso.
Il riscontro dei testimoni e la questione del rispetto nei controlli pubblici
Paola stringa ha ribadito di non essere l’unica persona ad aver assistito a quanto successo. Il suo racconto si basa su ciò che ha visto e vissuto direttamente ma confermato da altre persone presenti sul posto. Il caso ha rimesso al centro il problema di come vengono gestiti i controlli nei luoghi pubblici, situazioni già tese per la pressione dei flussi di viaggiatori.
In particolare si evidenzia il comportamento del personale addetto: la linea tra far rispettare il regolamento e usare la forza diventa sottile. Quando si perdono rispetto e misura, il rischio è di trasformare semplici momenti di controllo in occasioni di abuso. La paura provocata a paola stringa riflette una realtà che può riguardare tanti cittadini. Servono regole chiare e personale formato per gestire anche situazioni difficili senza danneggiare chi chiede solo un trattamento corretto.