A Pescara, proseguono gli interventi di recupero sugli edifici confiscati alla criminalità, trasformati in strutture abitative per chi vive in condizioni di estrema povertà. Il progetto housing first mira a offrire un alloggio stabile a persone senza dimora, affiancando supporto sociale per favorirne l’autonomia. L’attenzione si concentra su due immobili della città: via Tavo 310 e via Stradonetto 166, destinati ad accogliere chi cerca un nuovo percorso di vita lontano dalla strada.
La ristrutturazione del primo piano di via tavo 310
Nei giorni scorsi sono iniziati i lavori per la ristrutturazione del primo piano dell’edificio di via Tavo 310. Questa struttura è stata confiscata alla criminalità e assegnata al comune di Pescara che ha deciso di destinarla al progetto housing first. Già da un anno il piano terra ospita persone senza dimora: dieci in totale, di cui sei ancora accolte al momento, mentre quattro hanno lasciato la struttura dopo aver raggiunto un’autonomia grazie al sostegno continuo di On the Road, associazione che segue il percorso degli ospiti.
L’intervento previsto coinvolge la rifacitura completa dei solai e di alcune porzioni di parete, necessari per modificare la distribuzione degli spazi interni. Sono previsti anche il rifacimento degli impianti elettrici e idraulici, insieme all’installazione di nuovi infissi, come finestre, persiane e porte. Verrà realizzato un bagno aggiuntivo e saranno montati pannelli fotovoltaici sul tetto, oltre all’impermeabilizzazione della copertura per evitare infiltrazioni. Questi lavori sono finanziati dai fondi ex PNRR e il budget stanziato per l’intervento al primo piano ammonta a 257mila euro, parte di un finanziamento complessivo di 710mila euro destinato all’immobile.
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L’housing first in via Tavo rappresenta un approccio diretto nel contrasto alla povertà estrema, puntando a fornire non solo un tetto, ma un ambiente che favorisca l’inserimento sociale e l’autonomia degli ospiti. Il coinvolgimento di On the Road assicura un accompagnamento mirato a ciascuna persona, indispensabile per affrontare la difficile transizione dalla strada a una vita normale.
Il nuovo cantiere per l’edificio di via stradonetto 166
Il 25 giugno 2025, il sindaco Carlo Masci e l’assessore Adelchi Sulpizio hanno dato il via ai lavori per recuperare un altro edificio confiscato: quello di via Stradonetto 166. Questa struttura sarà convertita anch’essa in una casa per l’housing first, proseguendo nella strategia di ampliare le soluzioni abitative per i senza dimora sul territorio pescarese.
L’intervento di via Stradonetto prevede un recupero completo dell’immobile danneggiato, per renderlo abitabile e adeguato alle esigenze delle persone che vi saranno accolte. Come per via Tavo, si prevede una riorganizzazione degli spazi interni, adeguamenti degli impianti e migliorie per garantire il rispetto delle normative sul comfort e la sicurezza degli abitanti. È una risposta concreta alla necessità di case temporanee ma dignitose, in grado di offrire una base solida da cui partire per ricostruire un’esistenza.
L’assessore Sulpizio ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione verso chi vive in strada, con un modello che evita l’assistenzialismo fine a se stesso. L’idea è offrire alloggi stabili a chi ha la volontà di ripartire, accompagnandoli nel percorso di reinserimento anche lavorativo, attraverso un’assistenza costante che dura nel tempo.
Iniziative di supporto e storie di reinserimento dalla rete locale
Nel contesto dell’housing first, l’associazione On the Road svolge un ruolo chiave nel supporto alle persone senza dimora. Massimo Ippoliti, che guida l’organizzazione, conosce personalmente ogni individuo segnalato dai comuni coinvolti nell’ECAD 15 e 16 metropolitano . Grazie a questa rete di assistenza, si cerca di non lasciare nessuno in strada, seguendo da vicino le difficoltà quotidiane di ciascuno.
Il sindaco Carlo Masci ha raccontato alcune storie curate da On the Road, per mostrare i risultati concreti raggiunti. Due uomini di origine romena, che vivevano per strada a Pescara, sono riusciti a ricongiungersi alle loro famiglie dopo un periodo di assistenza. Entrambi hanno accettato di lasciare l’Italia, con un rimpatrio organizzato in aereo e garantito dalla rete di sostegno. Uno di loro, un sessantenne che dormiva in via Nicola Fabrizi, tornerà in patria dove potrà ricevere cure dal figlio.
Un terzo senza dimora romeno, che si muove su una sedia a rotelle e viveva in strada sempre nei pressi di via Nicola Fabrizi, ha ricevuto un aiuto diverso. Alcuni cittadini volontari gli hanno donato una roulotte parcheggiata in un’area regolare fuori città in cui ora passerà le notti al coperto. Non è solo: una rete di persone lo segue, coordinata da On the Road, per garantire assistenza e sostegno costante.
Questi casi mostrano come l’impegno congiunto di servizi sociali, associazioni e parrocchie offra risposte su misura, non solo con soluzioni abitative temporanee ma anche con percorsi che possono includere il ritorno alla famiglia quando possibile. Il progetto punta a rispettare la volontà degli interessati e a favorire un reale inserimento nella società, anche tramite il rimpatrio con il consenso e la collaborazione delle famiglie di origine.
L’amministrazione di Pescara continua a lavorare su più fronti per affrontare le urgenze legate alla povertà estrema e all’abbandono della strada, trasformando immobili confiscati in risorse al servizio della comunità. Il cammino è fatto di piccoli passi e di scelte concrete, con l’obiettivo di offrire nuove prospettive a chi ha perso la casa e ogni sicurezza.