A milano arriva il train surfing, la nuova sfida pericolosa degli scalatori urbani ispirata dall'est europa e dalla svizzera

A milano arriva il train surfing, la nuova sfida pericolosa degli scalatori urbani ispirata dall’est europa e dalla svizzera

Il train surfing, pratica illegale e pericolosa diffusa a Milano e in Europa, supera i rischi dell’urban climbing spingendo i giovani verso azioni estreme sui treni in corsa con gravi conseguenze.
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L’articolo descrive l’emergere a Milano del train surfing, pratica illegale e pericolosa che consiste nel viaggiare aggrappati all’esterno dei treni in corsa, evidenziandone i rischi, le origini, la diffusione legata ai social e le strategie di contrasto messe in atto dalle autorità. - Gaeta.it

Il train surfing, pratica rischiosa e illegale che consiste nel salire e viaggiare attaccati all’esterno dei treni in movimento, ha fatto recentemente la sua comparsa anche a Milano. Nato in alcune zone dell’est Europa e in Svizzera, questo fenomeno estremo è una versione ancora più pericolosa dell’urban climbing, attività che già spingeva i giovani a scalare edifici e monumenti per selfie ad alto rischio. L’arrivo del train surfing in città segnala un’escalation nei comportamenti a rischio legati al desiderio di visibilità sui social, con gravi conseguenze per chi lo pratica. I luoghi simbolo di Milano erano già stati teatro di scale e arrampicate pericolose, ma ora l’attenzione si sposta verso spazi in movimento, in maniera ancora più rischiosa.

Cos’è il train surfing e come si è diffuso in europa

Il train surfing consiste nel salire e aggrapparsi all’esterno di treni in corsa, spesso senza alcun tipo di protezione o sicurezza. Nato inizialmente come forma di ribellione o per sfide personali tra giovani, ha preso piede soprattutto nelle aree dell’est Europa e nel territorio svizzero. Il fenomeno si distingue dall’urban climbing soprattutto per il movimento e il rischio aggiuntivo legato al fatto di essere all’esterno di veicoli in corsa. Nonostante le campagne di sensibilizzazione e le norme severe che regolano il trasporto ferroviario, il train surfing continua a comparire, anche a causa della sua visibilità sui social network dove i protagonisti spesso pubblicano video o foto dei loro gesti estremi.

In molti casi, queste azioni si svolgono durante le ore serali o notturne, quando il controllo delle forze dell’ordine è più difficile. Il rischio di incidenti mortali è alto, perché le persone non solo possono cadere, ma rischiano anche di urtare infrastrutture ferroviarie o di procurarsi gravi traumi in seguito a frenate improvvise. Nel tempo, le testimonianze di incidenti molto gravi hanno dato origine a campagne di contrasto e a sanzioni molto severe. Eppure, il richiamo a questa forma estrema di ribellione e al fascino dell’adrenalina continua a nascere in molti giovani.

La diffusione dell’urban climbing e dei rischi nelle principali mete milanesi

Milano ha già una storia recente di scalatori urbani che hanno scelto monumenti e luoghi emblematici come sfondo per le loro imprese. L’arco della pace, simbolo storico della città, è stato uno dei primi a diventare meta preferita. Non a caso, la sua posizione centrale e la notorietà lo rendono uno scenario ideale per foto spettacolari. Successivamente anche la torre di via masaccio e lo stadio san siro, noto come stadio meazza, hanno visto apparire scalatori improvvisati.

L’urban climbing qui consiste nel superare le protezioni e raggiungere punti alti senza equipaggiamento o autorizzazioni, per immortalare l’azione in video e foto da condividere. Queste azioni comportano rischi enormi: cadute, scontri con elementi architettonici, o semplicemente la perdita di equilibrio possono provocare gravi danni fisici. Nonostante ciò, queste manifestazioni di coraggio o incoscienza continuano, spesso incentivate dall’attenzione mediatica e dal passaparola tra gruppi giovani.

La presenza di molte telecamere di sorveglianza e pattuglie di polizia ha rallentato, ma non eliminato queste presenze. Ora, con l’arrivo del train surfing, la soglia del rischio viene superata ulteriormente, perché non si tratta più di salire strutture fisse, ma di occuparsi di spazi in movimento e ad alta velocità.

Il salto di qualità nella pericolosità: dalle scalate ai treni in corsa

Il passaggio dall’urban climbing al train surfing dipinge uno scenario più pericoloso e difficile da contrastare. Dove una volta si rischiava cadendo dall’alto di un monumento, oggi il rischio diventa immediatamente mortale a causa delle condizioni ambientali e del veicolo in corsa. Appigli instabili, velocità e assenza di punti di sicurezza espongono chi si avventura a possibilità di incidenti letali in misura molto più alta.

Chi pratica il train surfing si espone alle punizioni previste dal codice ferroviario, che prevedono sanzioni e denunce oltre al pericolo fisico. La scelta di rischiare si lega, spesso, a motivazioni legate alla ricerca di popolarità online e ad una certa sfida personale. L’aumento di casi registrati a Milano indica una contaminazione culturale dal nord Europa verso l’Italia, con giovani attratti da gesti estremi.

Non solo moto e bici, ma ora gli spazi ferroviari diventano teatro di azioni illegali. Il controllo e la prevenzione si rivelano difficili, visto anche il numero elevato di convogli e fermate, che offrono diverse possibilità di sperimentazioni da parte dei giovani.

Strategie di contrasto e sensibilizzazione in città

La diffusione del train surfing impone alle autorità cittadini di correre ai ripari, dopo aver tentato di contenere l’urban climbing. Polizia locale, ferrovie e istituzioni comunali lavorano su più fronti. I controlli nelle stazioni sono stati intensificati e il personale ferroviario patisce sanzioni e denunce in caso di mancate segnalazioni. Si sono avviate campagne di sensibilizzazione rivolte alle scuole e ai giovani, volte a illustrare i rischi reali legati a queste pratiche.

A livello normativo, si cerca di inasprire le pene per chi viene sorpreso in queste situazioni, con multe salate e procedimenti penali. Il ruolo dei social è stato riconosciuto come amplificatore del fenomeno, perciò si lavora anche con le piattaforme digitali per limitare la diffusione dei video che incitano a comportamenti pericolosi.

Il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità locali risulta fondamentale per evidenziare altre vie di espressione e di tempo libero, allontanando i giovani da queste pratiche estreme. La collaborazione tra istituzioni e associazioni sportive pare l’unica risposta possibile, anche per offrire alternative concrete a chi cerca quell’adrenalina nel modo sbagliato.

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