A latina si chiude la campagna referendaria cgil in vista del voto dell’8 e 9 giugno su temi lavoro e diritti

A latina si chiude la campagna referendaria cgil in vista del voto dell’8 e 9 giugno su temi lavoro e diritti

A Latina la Cgil chiude la campagna referendaria in viale Italia, invitando i cittadini a votare l’8 e 9 giugno su cinque quesiti che riguardano diritti del lavoro, licenziamenti e condizioni contrattuali.
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A Latina la Cgil chiude la campagna referendaria per il voto dell’8-9 giugno su diritti del lavoro e licenziamenti, invitando alla partecipazione democratica per difendere i lavoratori e contrastare la sfiducia politica. - Gaeta.it

La città di Latina si prepara per una consultazione referendaria importante che coinvolge tutta la popolazione. La campagna elettorale promossa dalla Cgil si conclude il 4 giugno in viale Italia, poco prima del voto previsto per l’8 e 9 giugno. L’appello è rivolto ai cittadini chiamati a esprimersi su cinque quesiti che riguardano diritti del lavoro, licenziamenti e condizioni contrattuali. Il sindacato sottolinea l’importanza della partecipazione e il richiamo alla democrazia, in un momento in cui la sfiducia nella politica spinge molti a disertare le urne.

La chiusura della campagna cgil a latina e l’appello alla partecipazione democratica

Il 4 giugno, alle 17:30, si è conclusa la campagna referendaria organizzata dalla Cgil a Latina, in viale Italia. La mobilitazione ha coinvolto numerosi cittadini in vista del voto previsto per domenica 8 e lunedì 9 giugno. Il segretario provinciale Giuseppe Massafra ha sottolineato come queste elezioni siano una “grande prova di partecipazione democratica” rivolta a tutti.

L’appello di massafra

Massafra ha rivolto un appello particolare a quei cittadini che negli ultimi anni hanno scelto di abbandonare la vita pubblica, disillusi dal distacco crescente fra politica e società. La scelta di non votare, spiega, è diventata per molti una forma di protesta consapevole. La Cgil invece richiama alla necessità di tornare alle urne e difendere la democrazia attraverso il voto.

Nel suo intervento, Massafra ha evitato di parlare di persone o partiti, puntando il focus su “cosa” si vota e sull’obiettivo di raggiungere il quorum necessario. Evidenzia come proprio questa sfida spaventi non solo il sindacato, ma anche esponenti di alto rilievo istituzionale, come la seconda carica dello Stato, vista come antagonista nella mobilitazione per evitare il raggiungimento del quorum. Il tema principale posto dal sindacato riguarda dunque il rapporto fra voto, democrazia e partecipazione civile.

I cinque quesiti referendari: diritti dei lavoratori e lotta alle disparità contrattuali

La campagna della Cgil si concentra su cinque quesiti che interessano diritti legati al lavoro, in particolare in materia di licenziamenti e condizioni contrattuali. Giuseppe Massafra spiega nei dettagli quali sono le questioni centrali sottese a ciascun referendum.

Il primo tema riguarda il reintegro in caso di licenziamento considerato illegittimo, visto come strumento per riequilibrare il rapporto fra lavoratori e datori di lavoro. La normativa che consente il reintegro è stata indebolita negli anni, generando una disparità sempre più favorevole alle aziende, che possono licenziare con meno vincoli.

Altri quesiti affrontano la durata e le causali dei contratti a termine. Attualmente molte aziende utilizzano contratti a termine senza una motivazione precisa, una pratica che la Cgil intende contrastare per tutelare la stabilità del lavoro e i diritti dei dipendenti. Le norme attuali favoriscono un’economia delle contrattazioni brevi e frammentate, indebolendo il ruolo del lavoratore.

Disparità tra grandi e piccole imprese

Un ulteriore aspetto riguarda il rapporto fra grandi imprese e piccole aziende. Le attuali regole creano una sperequazione che svantaggia quelle realtà aziendali più piccole, contribuendo al peggioramento delle condizioni lavorative. Le proposte referendarie mirano a ridurre questi squilibri.

Infine, si affronta la questione della cittadinanza e dei diritti dei lavoratori stranieri. Massafra evidenzia che la condizione di molti non cittadini italiani spesso li espone a un ricatto lavorativo ancora più forte, perché privi di riconoscimenti normativi che difendano il loro ruolo. Questo fenomeno si riflette anche sulla competitività del lavoro in generale, coinvolgendo indirettamente tutti i lavoratori.

Il voto come momento collettivo per costruire diritti e rispondere alle sfide sociali

Il segretario provinciale della Cgil riconosce che la sfiducia verso il cambiamento è diffusa, ma ricorda che il voto referendario non è una questione di fede o di cieca speranza. Invita a interpretare la consultazione come un gesto collettivo.

Il voto rappresenta per il sindacato un’occasione per incidere sulla storia e sull’evoluzione della società. Non si tratta di risposte personali, ma di un impegno comune nel riaffermare principi fondamentali attraverso strumenti democratici concreti. La partecipazione non è solo un dovere civico, ma una forma di azione per definire insieme un percorso possibile. “Il voto è la nostra rivolta”, afferma Massafra, sottolineando come alle urne si giochi una sfida decisiva per i diritti dei lavoratori in Italia.

La consultazione di giugno coinvolge dunque temi centrati sul lavoro e la giustizia sociale, con un impatto diretto sul tessuto economico e sulle dinamiche occupazionali. Il risultato delle urne avrà ricadute sul modo in cui aziende e lavoratori si rapportano nel prossimo futuro e sul livello di tutele garantite. A Latina, questa mobilitazione ha acceso un dibattito che segue da vicino l’andamento nazionale, con particolare attenzione al coinvolgimento della cittadinanza e alla vitalità democratica.

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