A Formia rifiuti trasformati in risorsa: il progetto ecosolidale premiato dal presidente Mattarella

A Formia rifiuti trasformati in risorsa: il progetto ecosolidale premiato dal presidente Mattarella

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Fonte FB @Comune di Formia

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Claudio Tedeschi, amministratore delegato di Dismeco, società bolognese attiva nel settore del riciclo elettronico. Il riconoscimento arriva per l’impegno dimostrato nei progetti a forte impatto ambientale e sociale, tra cui Formia Miniera Urbana e “Utile”, due iniziative che puntano sulla rigenerazione degli elettrodomestici scartati e sulla loro redistribuzione a famiglie in condizioni di fragilità economica.

La cerimonia, tenutasi a Roma in occasione della Festa della Repubblica, ha segnato un momento importante anche per il Comune di Formia, che ha creduto per primo nel potenziale del progetto. Attraverso la collaborazione tra Dismeco, Formia Rifiuti Zero, la Caritas Diocesana e la sede territoriale della CNA, è stata avviata una filiera del riuso certificata che oggi rappresenta un modello replicabile per altri territori.

Secondo i promotori, l’obiettivo è duplice: ridurre l’impatto ambientale legato allo smaltimento di rifiuti elettronici e, allo stesso tempo, offrire una risposta concreta a chi non può permettersi l’acquisto di nuovi elettrodomestici. Una visione che unisce economia circolare, giustizia sociale e innovazione locale.

Il cuore operativo tra Formia e Bologna

Il progetto Formia Miniera Urbana è nato dall’idea di recuperare elettrodomestici dismessi – in particolare lavatrici – provenienti dalla raccolta differenziata, per poi ripararli, testarli e consegnarli gratuitamente a nuclei familiari fragili. Il primo Comune a sperimentare questa formula è stato proprio Formia, che ha aderito con una struttura operativa snella ma efficace.

Nell’arco di pochi mesi, decine di elettrodomestici sono tornati a nuova vita e hanno trovato posto in abitazioni dove mancava anche l’essenziale. Una rete composta da enti locali, cooperative, tecnici riparatori e volontari ha consentito di coprire tutti i passaggi: dal ritiro del materiale nei centri di raccolta, alla selezione dei dispositivi idonei al riuso, fino alla consegna.

Il successo dell’iniziativa ha attirato l’attenzione di altri Comuni e istituzioni. Le lavatrici rigenerate sono diventate un simbolo tangibile di un approccio alternativo alla gestione dei rifiuti, in cui non tutto va smaltito, ma può essere rimesso in circolo.

Tedeschi ha sottolineato nel suo intervento come “il riconoscimento ricevuto non sia personale, ma frutto di un lavoro collettivo”. Una frase che evidenzia il carattere condiviso dell’intera operazione, fondata su alleanze tra pubblico, privato e terzo settore.

Una visione che crea valore ambientale e sociale

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di transizione ecologica, in cui le politiche di riciclo diventano parte integrante della strategia sociale dei territori. “Utile” e “Formia Miniera Urbana” vanno oltre la semplice raccolta differenziata: intervengono a monte dello smaltimento, recuperando ciò che può ancora servire.

Secondo Raffaele Rizzo, amministratore unico di Formia Rifiuti Zero, questo tipo di progettualità rappresenta la direzione in cui dovrebbe muoversi la gestione pubblica dei rifiuti: “Crediamo in un futuro dove il recupero non sia eccezione ma norma”, ha dichiarato in una nota.

Il coinvolgimento della Caritas, delle associazioni locali e dei centri di assistenza è stato determinante per intercettare i bisogni e garantire che gli elettrodomestici finissero a chi ne aveva davvero necessità.

La strategia, ora, è estendere la rete, formalizzare la filiera, renderla industrialmente solida e certificata. Non più solo un progetto sperimentale, ma un modello operativo nazionale, replicabile e misurabile, in grado di generare anche occupazione.

Un traguardo che oggi riceve visibilità grazie alla medaglia al merito consegnata al suo ideatore, ma che affonda le radici in un lavoro silenzioso e costante, partito da un’idea semplice: dare una seconda vita agli oggetti per restituirla, almeno in parte, alle persone.

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