L’incontro con la giornalista Marilena Natale, tenutosi mercoledì mattina all’istituto Pacinotti di Fondi, ha offerto agli studenti una testimonianza diretta sul dramma dei rifiuti tossici e sulle infiltrazioni della camorra nel territorio campano. La presenza di una giornalista sotto scorta ha acceso l’attenzione di decine di ragazzi e insegnanti riuniti nell’auditorium Sergio Preti. Un racconto che unisce cronaca, storia locale e sicurezza, mostrando quanto sia delicata la situazione nell’agro aversano e nelle zone limitrofe.
Il contesto dell’incontro e la partecipazione degli studenti
L’evento ha riunito in un unico spazio centinaia di giovani studenti accompagnati dai loro docenti. L’auditorium Sergio Preti si è riempito di volti attenti a seguire le parole di Marilena Natale. L’obiettivo era sensibilizzare sulle dinamiche che legano la criminalità organizzata al traffico illecito di rifiuti, un problema che da decenni avvelena l’aria, il territorio e la vita della popolazione campana.
L’istituto Pacinotti ha scelto di ospitare questa iniziativa per sottolineare l’importanza della legalità nelle scuole, proponendo una narrazione concreta. Gli studenti hanno così potuto entrare in contatto con una testimone diretta, non un semplice relatore esterno ma una giornalista che da anni dedica la sua vita professionale a raccontare il degrado e la corruzione nel casertano e oltre. La numerosa partecipazione dimostra l’interesse suscitato da un tema troppo spesso sottovalutato o tralasciato.
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Durante l’incontro, gli studenti hanno potuto porre domande e confrontarsi con la giornalista, rendendo l’evento un vero e proprio momento di approfondimento. Questo scambio evidenzia quanto il mondo scolastico sia un luogo strategico per diffondere conoscenza e stimolare la riflessione sulle questioni legate alla criminalità e all’ambiente.
Il racconto di marilena natale sull’agro aversano e i rifiuti tossici
Marilena Natale ha descritto con parole semplici e precise la trasformazione dell’agro aversano, da terra di lavoro a terra di veleni. Le cronache degli ultimi vent’anni evidenziano un incremento significativo di malattie tumorali, spesso legate all’inquinamento causato dallo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Le falde acquifere risultano contaminante, così come alcune produzioni agricole e zootecniche della zona.
Il fenomeno del traffico e interramento abusivo dei rifiuti è legato ai clan dei casalesi, che hanno sfruttato questo business criminale per riciclare materiali tossici in modo sommario. Marilena ha spiegato le modalità con cui i rifiuti vengono nascosti: una buca scavata nella terra, riempita di scorie, e coperta. Questo metodo, replicato in molte aree, è paragonabile a una bomba ad orologeria, con effetti devastanti sulla salute pubblica.
Il racconto di Natale si basa su anni di inchieste e documentazione sul territorio campano. La sua esperienza diretta ha permesso di portare alla luce questo problema spesso ignorato, mostrando le conseguenze concrete di certe pratiche illegali. Attraverso il suo lavoro, la giornalista ha cercato di mantenere alta l’attenzione sulle conseguenze sanitarie e ambientali che non si limitano a un singolo territorio ma coinvolgono tutta la regione Campania.
La vita sotto scorta di una giornalista tra minacce e impegno civile
Marilena Natale ha condiviso anche il proprio percorso personale, fatto di minacce e protezioni imposte dallo Stato. Da otto anni, infatti, vive sotto scorta a causa delle intimidazioni ricevute dalla famiglia Schiavone, clan noto nel panorama criminale campano. La scorta è diventata per lei una presenza costante, imposta dopo una convocazione della Direzione Distrettuale Antimafia.
Non è stata una scelta libera e questo ha limitato la sua libertà, influendo anche sulla sua attività professionale. La quotidianità è cambiata, con la presenza di due agenti che la accompagnano ovunque. Pur crescendo con il tempo il rapporto umano con chi la protegge, resta un peso non facile da portare. La paura per la propria vita o per quella delle persone vicine è un aspetto cruciale della sua testimonianza.
Durante l’incontro, Marilena ha detto chiaramente che questo tipo di protezione rappresenta un prezzo che deve pagare solo perché fa il suo lavoro di giornalista. La difesa del diritto all’informazione e la volontà di raccontare la verità hanno reso il suo ruolo rischioso ma indispensabile per la trasparenza sul territorio. Il messaggio rivolto ai ragazzi è stato netto e diretto, mettendo a fuoco il valore del rispetto delle regole nella vita quotidiana.
La reazione degli studenti e l’impegno per la legalità
La testimonianza di Marilena Natale ha coinvolto gli studenti presenti nell’auditorium del Pacinotti. I ragazzi hanno ascoltato con interesse e partecipazione, seguendo con attenzione i dettagli raccontati dalla giornalista. Il confronto avvenuto ha permesso di evidenziare quanto siano radicati certi fenomeni criminali e quanto sia importante saperli riconoscere e contrastare.
Il messaggio finale rivolto ai giovani è stato chiaro: seguire le regole può evitare conseguenze gravi. L’esempio semplice e diretto scelto da Marilena ha colpito per il suo realismo: meglio un incidente con il casco che finire all’obitorio per superficialità o illegalità. Queste parole si sono trasformate in un invito a una maggiore consapevolezza personale e collettiva, specie in una società dove il rispetto delle norme può fare la differenza.
L’iniziativa rappresenta un modello replicabile in altri istituti, dove il racconto di chi vive certe situazioni da vicino aiuta a rendere più concreti temi complessi. Educare alla legalità passa anche attraverso questi momenti, dove cronaca, diretta esperienza e formazione possono dialogare con le nuove generazioni. In tal senso, la presenza di Marilena Natale a Fondi ha offerto un esempio tangibile a studenti e docenti, accendendo un faro su questioni senz’altro difficili ma indispensabili da affrontare.