A Crotone un confronto pubblico per contrastare la violenza sulle donne con istituzioni e società civile unite

A Crotone un confronto pubblico per contrastare la violenza sulle donne con istituzioni e società civile unite

A Crotone, autorità come il questore Renato Panvino, la prefetta Franca Ferraro e il procuratore Domenico Guarascio uniscono istituzioni, società civile e Chiesa per contrastare la violenza contro le donne e il femminicidio.
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A Crotone si è svolto un incontro pubblico per contrastare la violenza sulle donne e il femminicidio, coinvolgendo istituzioni, società civile e Chiesa in un impegno comune per prevenzione, protezione e sensibilizzazione. - Gaeta.it

La città di Crotone ha ospitato un incontro pubblico dedicato al tema della violenza contro le donne e del femminicidio. L’evento, organizzato dal questore Renato Panvino e dal Club Soroptimist, ha coinvolto autorità, magistratura, rappresentanti della società civile e della Chiesa per affrontare il problema con un approccio integrato. L’iniziativa ha registrato una partecipazione significativa, segnalando l’urgenza di un impegno collettivo per proteggere le vittime e promuovere una cultura di rispetto.

La necessità di un’azione congiunta tra istituzioni e società per combattere la violenza di genere

La sottosegretaria agli Interni, Wanda Ferro, intervenuta al talk show organizzato sul lungomare di Crotone, ha rimarcato come la lotta contro il femminicidio non possa essere affidata solo al Parlamento o alla politica. Serve un coinvolgimento ampio che includa lo Stato, le istituzioni, ma anche famiglie, comunità e le politiche sociali. Senza un gioco di squadra che veda queste realtà agire in sinergia, diventa difficile affrontare il fenomeno con efficacia. Ferro ha sottolineato l’importanza del “talento”, inteso come la capacità di ciascuno di mettere a disposizione risorse e competenze. Solo così si può vincere la sfida contro la violenza sulle donne.

In effetti, la partecipazione di più soggetti offre maggiori strumenti per prevenire, proteggere e sostenere le donne vittime di abusi. Le istituzioni possono agire attraverso leggi e servizi, mentre le famiglie e la società civile creano un ambiente dove la violenza non trova spazio. La combinazione di azioni a livello legislativo, sociale e familiare rende il contrasto alla violenza più concreto e meno frammentato. Anche la campagna di informazione rivolta alla popolazione è parte integrante di questo modello, così come le iniziative pubbliche capaci di portare lo Stato “tra la gente”, come ha ricordato il questore Panvino.

A Crotone cresce la consapevolezza e la denuncia della violenza, ma i casi tra i giovani destano preoccupazione

Il questore Renato Panvino ha spiegato che le denunce per violenza hanno registrato un incremento del 70% negli ultimi tempi. Questo aumento riflette una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini, sempre meno disposti a tollerare abusi e soprusi. Panvino ha evidenziato che il senso di legalità deve partire proprio da città come Crotone, dove la Polizia ha deciso di intensificare la presenza sul territorio e le attività di sensibilizzazione. Portare le istituzioni più vicino alla popolazione serve a rafforzare la fiducia nello Stato e incoraggiare le vittime a chiedere aiuto.

Con l’arrivo del procuratore Domenico Guarascio, la Procura di Crotone ha istituito un pool speciale per i reati previsti dal codice rosso, quelli che riguardano in particolare violenza e stalking. Questo gruppo di lavoro si attiva con tempestività per tutelare le vittime e accelerare i procedimenti. Guarascio ha confermato la crescita significativa dei reati di violenza nella provincia, ma ha anche sottolineato che la maggiore apertura a denunciare deriva dalla risposta pronta delle forze dell’ordine e della magistratura.

Un aspetto che ha colpito il procuratore è la diffusione di episodi di violenza tra i giovanissimi. L’aumento di segnalazioni in questa fascia di età rappresenta un campanello d’allarme della cultura della sopraffazione che permea certe realtà. Guarascio ha messo in relazione questo fenomeno con la presenza della ‘ndrangheta‘, che promuove modelli di dominio e violenza. Il dato è un richiamo a riflettere su come intervenire precocemente per cambiare mentalità e comportamenti.

Il ruolo della prefettura e l’importanza dell’educazione al rispetto nelle nuove generazioni

La prefetta di Crotone, Franca Ferraro, ha partecipato all’iniziativa ricordando quanto sia fondamentale parlare apertamente di violenza sulle donne. A suo avviso, bisogna cambiare il “target culturale” a cui si rivolge la prevenzione. Non bisogna avere paura di essere donna e denunciare quando si subiscono vessazioni, anche perché oggi lo Stato offre strumenti concreti, dalla denuncia ai sostegni economici per chi non ha autonomia finanziaria.

Ferraro ha puntato molto sull’educazione dei ragazzi e delle ragazze, a cui va insegnato il rispetto per l’altro, principio fondamentale per vivere insieme. Senza rispetto non possono esserci autentiche relazioni, né si può costruire una società più giusta. Questo insegnamento, secondo la prefetta, deve partire da subito e coinvolgere famiglie, scuole e comunità. Solo così si forma una generazione che sa riconoscere e rifiutare la violenza.

La prefettura continua a lavorare con altri enti per diffondere messaggi chiari e sostenere le vittime, ma la cultura del rispetto resta il nodo centrale su cui intervenire a lungo termine.

La chiesa come spazio di ascolto e segnalazione delle situazioni di violenza

Anche la Chiesa di Crotone è stata chiamata a svolgere un ruolo nel contrasto alla violenza contro le donne. Il vescovo Alberto Torriani ha detto che la comunità ecclesiale può essere un punto di ascolto e accoglienza per chi subisce abusi. Non si tratta solo del clero, ma anche dei laici che frequentano le parrocchie, capaci di cogliere segnali di disagio o difficoltà.

Torriani ha descritto la Chiesa come una sorta di “sentinella” attenta a intercettare ogni indicazione che abbia a che fare con situazioni critiche. Questo impegno può aiutare a indirizzare tempestivamente le vittime verso i servizi competenti o fornire un supporto prima che la situazione peggiori. La presenza della Chiesa va quindi oltre l’aspetto religioso, diventando parte della rete di protezione e prevenzione sul territorio. Crotone, tra le altre cose, conta su questa collaborazione per rafforzare il sistema di tutela delle donne.

L’incontro sul lungomare si è rivelato un momento importante di confronto e mobilitazione. Le parole delle autorità hanno cercato di tradurre in azione la necessità di un impegno concreto, capillare e condiviso contro una piaga che ancora ferisce la società. Crotone prova a farsi strada su questo fronte, guardando al futuro ma facendo i conti con problemi ben radicati che richiedono attenzione costante e sforzi collettivi.

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